giovedì 3 gennaio 2013

Dipendenza dalle dipendenze


Non lo faccio apposta.
Sono dipendente dalle dipendenze.
E quando riesco a combatterne una è solo perchè l'ho sostituita con un'altra.

Sono sparita, ho spento il cellulare, ho sostituito la Giorgia che ero con la Giorgia che voglio essere.

E questo mi ha fatto piangere, mi ha tolto il sonno e mi ha lasciato con dolori così forti che nulla avrebbe mai potuto convincermi che non ce la stavo mettendo tutta.

Oggi sono dieci mesi.

Dieci mesi senza clienti, o meglio dieci mesi dalla mia decisione di farla finita.
Ho avuto delle ricadute che mi hanno fatta vacillare tantissimo, ma ora posso dire che ne sono fuori.
E la dipendenza dai miei sogni erotici, dai miei momenti di seduzione e follia, quella dipendenza forse non potrò sconfiggerla.
Ma la dipendenza dai clienti si.
Quella la combatto ogni giorno e ogni sera, quando mi corico a letto col mio uomo, è come se avessi vinto una nuova battaglia, come se fossi la regina del mondo.

Probabilmente non saprà mai quanto ho fatto per lui.
A volte sembra che pensi che io non mi metta in gioco, che io non faccia sacrifici.
Sono immersa nel lavoro h.24.
Torno a casa tardi, non cucino, non pulisco e non mi faccio bella per lui.
E forse dovrei sentirmi in colpa, forse dovrei capire quanto lui ne soffre.
Ma io SO a cosa ho rinunciato per il nostro amore e lui non lo saprà mai.

A volte sembra così felice, tranquillo.
Non mi cerca mai, non mi vuole.
E a me è passata ogni voglia.

Avete presente quando passa tanto tempo dall'ultima volta che avete fatto sesso e poi, quando ne fate di nuovo e di bello, improvvisamente non ne avete mai abbastanza?
Io al contrario ho smesso di cercare un uomo che non mi cercava.
Gliel'ho detto, ho espresso il mio dolore, e la sua risposta è stata che lui è sempre stanco.
Così ho smesso. Mi sono obbligata a farlo perchè non posso forzarlo ad amare il sesso con me.
So che sono brava e sexy, i miei clienti me lo hanno sempre detto e dimostrato.
Ma lui no, lui ha fatto passare un mese senza sfiorarmi e quando, alla fine, io l'ho toccato e abbiamo fatto l'amore, sono scoppiata a piangere, perchè l'ho odiato per avermi ignorata per un mese.
Sono partita con lui, nella sua città d'origine, in casa con i suoi genitori, con il ciclo.
Non mi sono nemmeno depilata, ho scoperto cosa significa non curarsi di sè.
Il 31 mattina ho deciso di amarmi di nuovo e di rendermi bella.
Non per lui, no.
Per me.
Perchè tutte le donne del suo paese sono splendide, curate, all'ultimo grido.
E io non voglio diventare una vecchia donna sposata a 24 anni.
Mi rifiuto di passare da bomba sexy a bidone solo perchè non facciamo sesso e lui mi ignora.

Così mi sono messa un bel vestitino, nulla di particolare, solo caldo e morbido.
Gli stivali ci vogliono quando fuori c'è la neve e i capelli con il trucco perfetto hanno chiuso un cerchio.

Voglio iniziare il nuovo anno con l'amore per me stessa, mi sono detta. E se lui non mi ama abbastanza da volermi sarà un suo problema, non mio.
Abbiamo litigato di nuovo, e nemmeno era iniziato il veglione.
Il mio astio nei suoi confronti è grande quasi quanto il mio amore.

Dopo aver litigato mi ha detto che non ne poteva più.
Che dopo cena avrebbe stappato uno spumante con i suoi amici e sarebbe andato a letto, perchè non voleva passare la serata con me iniziando l'anno con la consapevolezza che qualsiasi sforzo lui faccia per me non è mai abbastanza.
Ma lui non sa a cosa ho rinunciato io per lui.
Non lo sa e non agisce di conseguenza.
Mi ignora, moribonda in un letto freddo.
E io soffro ancor più vedendo come i suoi amici bramano anche solo un mio sguardo, mi desiderano e gli ripetono che è un ragazzo fortunato a stare con me.
Mentre lui sembra ignorare persino la mia presenza, oltre chè il mio dolore.

E più passa la serata e più mi tornano in mente i miei 18 anni, il sesso selvaggio con sconosciuti, M. che mi sbatteva contro un muro con violenza, S. che mi scopava fuori dalla macchina in un parcheggio illuminato. P. mi trascinò fuori dalla pista e mi fece sognare a occhi aperti sulle sabbia, sotto la luce della luna.

Ma il mio uomo no.
Non fa nemmeno la doccia con me.
Mi dorme accoccolato addosso, mi dice ogni giorno che mi ama.
Ma non fa l'amore con me, mi ignora e ignora il mio dolore.

La cena è servita e il vino scorre a fiumi.
Io sono astemia ma assaggio un po' di quel nettare perchè forse ho sbagliato tutto nella mia vita, ho sbagliato a rinunciare al sesso, a chiudermi nel mio convento e a sognare una vita fatta di cose genuine.
Lui è ubriaco già alle 22 e come sempre è l'anima della festa.
Balla la taranta, tracina le persone in pista, canta al microfono e versa vino a tutti.
E' bellissimo con quella camicia e quel maglioncino ma io non lo guardo più, perchè non voglio soffrire pensando che passerò un altro giorno piatto, pieno di balli e di "Ti amo", quando solo tre capodanni prima mi svegliavo la mattina con nel letto tre uomini senza ricordare bene se avevo fatto sesso con tutti e tre o meno.

Prende il microfono e canta una canzone d'amore, la dedica all'amore della sua vita, dice, alla sua donna unica e insostituibile. E' ubriaco e da spettacolo. Tutti ci guardano e ci invidiano.
Le ragazze mi odiano perchè lui è sexy e dichiara al mondo il suo amore per me.
I ragazzi lo odiano perchè vorrebbero esser al suo posto nel letto con me.
Nessuno sa che non mi tocca da un mese.
Nessuno sa che il suo amore è platonico e genuino e che la passione rimane nei miei ricordi passati come un pegno da pagare per la felicità del cuore.

La mezzanotte è passata.
Non ho neanche messo dell'intimo rosso, come non l'ha messo lui.
Che mi frega ormai dell'intimo che metto, potrei avere un corpetto di lurex stringato e lui non lo saprebbe mai.

"Devo andare al bagno, andiamo a casa, a soli cento metri, così mi rifaccio il trucco."
Sono tutte splendide e sbavano sul mio uomo, e io ho il trucco sbavato e ho bisogno di una boccata d'aria per fuggire da tutto ciò.
Ma lui è così ubriaco che non vuole fare quei cento metri per andare a casa.
"Mi faccio dare la chiave di una stanza dell'hotel così andiamo al bagno senza uscire al freddo" - mi dice.
E' troppo euforico per l'alcool e non mi ascolta. Non gliene frega niente se mi sento uno schifo. Saliamo in una camera sfitta a fare la pipì.
Lui canta ancora, mi abbraccia in stanza.
Ho freddo, il riscaldamento è spento e ho paura che se non mi sbrigo tutti sapranno che sono in una stanza dove non dovrei essere e che non ho pagato e penseranno chissà cosa. Non voglio dare altri motivi alla gente per invidiarci quando in realtà non ve ne sono.
Non voglio sentirmi dire che ho il broncio e che dovrei ritenermi una donna fortunata ad avere un uomo che canta ai quattro venti il suo amore per me.

In quella stanza il freddo è peggio che fuori.
Ma lui non mi lascia respirare il gelo tra noi. Posseduto mi bacia profondamente e io lo scanso.
"Potrebbe entrare qualcuno in qualunque momento. Dai, torniamo giù" gli dico.
Usciamo dalla stanza e facciamo le scale ma al mezzanino mi addossa al muro e mi bacia ancora.
Non mi lascia divincolarmi e quasi mi sento impotente di fronte a quella che sembra una fiamma di passione.

"Torniamo su" - mi dice
"Non si può, non è la nostra stanza" - gli ripeto.
Ma lui è ubriaco e mi trascina su per le scale, riapre la stanza vuota e mi butta sul letto.
"Ti amo, ti amo, sei la mia donna, la mia porcellina vogliosa e io ho voglia di te"
Mi spoglia, mi scopre le mutandine e mi lecca con violenza.
"Ti leccherei tutta la notte" mi dice.
"Pensavo che non ti piacesse molto"
"Non hai capito proprio niente di me!".
Mi lecca forte e io prendo in bocca il suo membro mentre lui dice cose che mai avrei pensato neanche nei sogni.
Sarà il vino ma non l'ho mai visto così duro e grosso, mi ha fatto davvero paura.
E continua a scoparmi, me lo infila dentro senza preoccuparsi di farmi male, mi infila insieme anche le dita, mi scopa contro la testiera del letto, mi gira e mi scopa da dietro.
Sono come un pesce che è stato tirato fuori a forza dall'acqua.
Sono sotto shock.
E lui mi dice che mi ama così, porcella, porca, vogliosa e istigatrice.
Dice che non si eccita se non lo provoco e che è questo il motivo per cui non facciamo più l'amore: ho smesso di provocarlo.
Mi possiede per due ore, quando dall'inizio della nostra storia il record era forse un quarto di quel tempo.
Mi possiede come si fa con un'amante clandestina conosciuta ad un cenone di capodanno e portata di nascosto nella stanza da letto di un hotel dove non dovresti essere che al ristorante.
Mi possiede e non vuol lasciarmi andare.

Il sangue è tornato nelle mie vene.
Ho capito perchè tutto questo è accaduto.
Ho capito perchè l'amore è tanto difficile.
Pensavo di conoscere gli uomini e il sesso, ma non ho mai dedicato l'attenzione necessaria al mio di uomo e al nostro di sesso.
Non ho mai capito che lui vuole da me quel brivido che io sognavo tornando ai miei 18 anni.
Non avevo capito niente.

Ma ora ho una nuova dipendenza, la dipendenza dal mio uomo.
E nulla permetterà che io ne esca se non lo vorrò io.

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