mercoledì 28 settembre 2011

Ciclo si, Ciclo no, Ciclo boh!



A partire dalle fastidiose facce compiaciute, passando per gli imbarazzanti incontri in sala d'attesa e culminando nelle ipocrite sentenze mistificatrici di dottori e infermieri, ogni visita ginecologica diventa un semplice ed efficace metodo per auto-infliggermi qualche ora di puro masochismo. L'unico momento in cui amo il ginecologo è quando mi chiudo in casa, assorta nelle mie fantasie, e mi proietto sul lettino a gambe aperte con un tirocinante che mi slinguazza la fica.

Sarò pazza, ma credo semplicemente che dopo tanti anni di studi, tirocinii, tesi, lauree e master, un ginecologo dovrebbe dare almeno una risposta certa alle tue domande.

Insomma, parliamoci onestamente: se devo sentirmi dire che "non possiamo esserne certi di questo", "non possiamo escludere questa evenienza" o "Può dipendere da molti fattori" e ancora "Può esser del tutto normale", allora meglio che me ne rimango a lavoro e continuo ad elucubrare sulle possibili cause del mio ciclo sopravvenuto senza alcun avviso a soli 14 giorni dall'ultimo e dopo appena 7 dal mio "incidente" del profilattico rotto.

Il mio ciclo poi rimane da anni un mistero per molti ginecologi.

Analisi di ogni genere non sono riuscite a spiegare perchè io abbia cicli che oscillano trai 35 e i 50 giorni.

Persino nei 6 lunghi anni in cui ho fatto uso di contraccettivi non avevo cicli regolari. Penso di essere l'unica al mondo.

In quel caso, la spiegazione dei sommi sacerdoti della vagina, risiedeva nel blando contenuto d'ormoni che conteneva il mio metodo anti-bimbo.

Del resto il mio fisico non è ospitale con i medicinali, figuriamoci se mi fossi bombardata di ormoni.

E così io sono in attesa dei quindici giorni minimi per il test di gravidanza, e decisa questa volta ad andare in fondo alla questione.

Nel frattempo è ricominciato il corso di Salsa Cubana.

Per quanto possa risultare piacevole frequentare un corso pur di far muovere tua mamma cinquantenne dalla sedia del suo ufficio, certi giorni mi odio per questa infelice idea. Passare due sere a settimana chiusa in una stanza chiamata "pista" con persone che escono dal lavoro e senza aver fatto alcuna doccia si buttano in mezzo agli altri muovendo ogni singolo muscolo atrofizzato e grondando sudore a fiotti, non è proprio il massimo.

Che se poi si volesse analizzare una per una le persone che son presenti in un corso, ne uscirebbe un trattato di sociologia davvero triste. Dovendo la donna passare da un uomo all'altro, rischia sempre di imbattersi in diversi tipi di maniaci.

C'è quello violento, con la mania del controllo, che ti forza le spalle fino quasi a lussarle, ti sgrida dicendoti che sei rigida e ti obbliga ad una sottomissione silenziosa davvero esasperante.

Poi c'è il timido che quando si trova una ragazza giovane tra le mani inizia a sbagliare i passi, diventa paonazzo (e suda), gli trema la voce, sorride in modo compulso e ti chiede scusa in continuazione per averti pestato il piede.

Si può incontrare il permaloso. Quello che è così concentrato sui passi da non rendersi conto che ci sei anche tu, donna, e che se volteggi in aria prima o poi cadi. Così se sbagli se la prende con te, se sbaglia lui pure. E se cerchi di sdrammatizzare con un "Tranquillo, stai andando benissimo" riesci ad accaparrarti il primo posto nella lista delle persone che lui odia perchè..."Non sto affatto andando bene, e non devi compiacermi, non sono mica un cretino!".

A volte mi diverto ad immaginare queste tristi persone fuori dalla sala da ballo. Chissà, poverini, che vita di merda li aspetta ogni giorno al risveglio, quando devono ricominciare a sorridere a persone che odiano e a socializzare tenendo nascosti i loro caratteri problematici.

Ho sempre convissuto con la convinzione che la sicurezza in sè stessi, mista ad un'ottima dose di umiltà, fosse il primo passo per ottenere successo e soddisfazione da ogni cosa.

Ma più vado avanti, più elimino il componente di modestia che mi hanno insegnato a non dimenticare, in favore del compiacimento per il mio splendido modo di affrontare la vita.

E quando ormai l'umiltà sarà uscita in modo completo dal mio carattere, allora sì, siete autorizzati a farmi fuori!

lunedì 26 settembre 2011

Fame...



A seguito di un grande stress, un brutto periodo o un momento di forte depressione, ho sempre avuto la forza non solo di rialzarmi ma di ricominciare a perseguire i miei obiettivi con molta più tenacia.

E così, dopo l'"incidente" della scorsa settimana, avevo il terrore che il mio splendido fidanzato non mi toccasse più con tanta scioltezza.
Per qualche giorno, infatti, è stato difficile anche per me pensare all'amore libero da ogni preoccupazione.
Poi è successo qualcosa...

Eravamo in macchina viaggiando verso uno degli enormi centri commerciali della capitale.
Quando fai strade secondarie capita spesso di imbattersi in prostitute da marciapiede (le ho sempre chiamate lucciole, visto che appena cala il sole si attrezzano di mini torcia per attirare l'attenzione degli automobilisti).

E' incredibile quanta gente si fermi con le prostitute - Mi fa Lui.

Presa com'ero dal mio nuovo acquisto (ebbene si, ho comprato l'Iphone e mi sono piegata alla moda anche io), non avevo notato tutto il via-vai di macchine, di uomini e di istinti sessuali a due zampe che popolavano la strada.

Faccio un appunto semplice, notando che molti degli uomini che si fermano sono giovanissimi.
Mi chiedo ad alta voce quanto guadagnino queste ragazze, se siano costrette a farlo, se non abbiano timore di capitare in macchina con uomini che potrebbero diventare davvero pericolosi.

Bastano poche mie osservazioni per scatenare un fiume di parole che mai mi sarei aspettata.
Lui mi racconta di come una sua amica faccia la Squillo, di come guadagni bene, di come abbia iniziato per gioco, per soldi, per amore del sesso, e di come ora a 26 anni sia comunque una splendida ragazza, elegante e di buone maniere, che però esercita una professione che tutti critichiamo senza conoscere.

Mi riporta i racconti dell'amica, le sue tariffe, le sue avventure, e io lo riempio di domande.
Continua a ripetere una frase che mi rimane in testa:
"Ama fare sesso"

E io contesto ribattendo che anche io
"Amo fare sesso!"

"Lo so" - risponde,

e per un attimo ho il terrore che conosca ogni lato di me.

Non ho mai nemmeno sfiorato l'argomento con lui, forse terrorizzata dall'idea che potesse scoprire cosa faccio.
Mi ero convinta che fosse molto chiuso su vecchi principi al riguardo, invece che ammettere che potrebbe anche comprendere.

Conosce anche una donna che lavora in un "night", dice. Ha 2 figli e un marito ma i soldi non bastano e lei arrotonda così.
Ma, sentenzia, è una brava madre e un'ottima moglie.

Tornati a casa inizio a fare le fusa, ho una voglia matta di lui, così facciamo l'amore per ore, ripetutamente, fino al mattino quando, appena svegli e dopo una sostanziosa colazione, ricominciamo a giocare e darci dentro.
E' la prima volta che facciamo l'amore così.
Un'intesa nuova è nata dal nulla per portarci sulle sue ali in un universo di emozioni.

Si sdraia accanto a me.
Esausta e soddisfatta ho gli occhi socchiusi e le labbra gonfie.
Mi sfiora i capelli con una mano e mi sussurra qualcosa all'orecchio.
"Sei una micetta insaziabile"
D'improvviso mi irrigidisco.
"Pensi che io ami troppo il sesso?"
"L'importante - mi risponde dolcemente - è che quando hai voglia vieni sempre da me e io sarò qui a soddisfare ogni tua fame".

Lo amo davvero.
Peccato che non sa che quella mia fame che vede è un decimo di quella che realmente abita in me...

sabato 24 settembre 2011

Clienti fotocopia

Quando il gatto non c'è...i topi scopano!
E ieri ben due dei miei clienti avevano il gatto (vedi sotto la parola "moglie") fuori città, così l'insistenza delle loro suppliche mi ha fatta violare una delle mie regole:
Mai più di uno al giorno!

Immaginatemi così:

h 6.00 Sveglia
h 6.10 Colazione per il fidanzato
h 6.30 L'Uomo va a lavoro e rimango sola
h 6.30 - 8.15 Pulisco casa, mi lavo, mi vesto e mi infiocchetto
h 8.15 - 8.50 Porto il cane a spasso
h 9.00 - 13.00 Ufficio
h 13.30 - h 14.40 Cliente 1 (al centro di Roma!)
h 15.00 - 15.10 In banca a versare.
h 15.10 - 15.30 Porto il cane a spasso
h 15.30 - 19.30 Ufficio
h 19.30 - 20.00 Mi lavo e mi cambio
h 20.30 - 21.30 Cliente 2 (al centro di Roma!)
h 22.00 Finalmente a casa mi mangio un boccone e a nanna!!





I miei clienti di ieri sono entrambi degli abitueé, li vedo spesso e so cosa gli piace fare.
Mi adorano entrambi a modo loro, C1 mi considera un'amante, C2 una bambina da iniziare al mondo del sesso.
Sono molto simili tra loro, cinquantenni, sportivi fino all'esaurimento e entrambi imprenditori di successo.
C1 mi vuole sempre con i capelli legati a chignon, tortura le mie tettine e ama sentirmi sottomessa a quella finta violenza che mi impone.
Si eccita come un matto quando lo imploro di fare piano, in fondo è tutto un gioco e entrambi sappiamo che se davvero sento dolore devo chiamarlo per nome.
Così ieri mi ha sfondato il culo così forte che per poco non rimanevo svenuta sul letto.
Poi mi ha leccata a lungo mentre io tenevo il suo bastone tra le labbra.
Una volta finito, mi implora di rivederci la sera.
Gli confesso che è una giornata molto pesante e non penso di farcela.
"Cara, lo so che per me tu faresti di tutto, ma non voglio assolutamente che ti stanchi troppo, dobbiamo divertirci, non forzarci! Fammi solo sapere quando sei libera il prima possibile!"
E' proprio carino!

C2 ogni volta che mi presento alla sua porta mi fa trovare dei nuovi travestimenti sul comodino. Ieri c'erano occhiali da vista con montatura squadrata elegante, forcine per lo chignon e collant a rete bianche.
Ero una segretaria che doveva fare un colloquio con lui.
E' andato in visibilio quando mi ha strappato le calze con violenza e io ho urlato "Signore, ma cosa fa?".
Gli piace sentirmi urlare come un bambina, mi sistema sempre su un pouf a quattro zampe e mi prende da dietro.
Mi tocca con una delicatezza così misurata da convincermi che ci sappia davvero fare molto più di tutti gli altri miei clienti.
Mi ordina di piangere, mi ordina di mostrargli il mio culo mentre sono tuffata con la testa sul suo uccello.
Quando finiamo decanta le mie qualità, mi continua a dir che sono "spettacolare" e che il mio punto più forte è quel mio sedere unico.

Mi sconvolge sempre costatare come i clienti amino l'unica parte di me che io odio così tanto.
Io lo vedo grande e poco tonico, loro lo vedono accogliente e sexy.

Bene, ora fuggo dal veterinario per le analisi del mio chihuahua, speriamo di riuscire, prima o poi, a riposarci!

venerdì 23 settembre 2011

Il momento giusto



Ieri sono andata in ospedale a farmi prescrivere la pillola del giorno dopo.
Dovevo recarmi in un ambulatorio all'interno del complesso ospedaliero, completamente dedicato alla legge 194.
Me povera ignorante, avevo pensato di esser stata spedita in un reparto dedicato a chi doveva prendere la pillola e non avrei mai immaginato di trovarmi in un sotterraneo di un antico edificio, stipata come al mercato delle carni, in mezzo ad una montagna di ragazze e donne che dovevano abortire.
Erano tutte in fila col loro numeretto colorato ad attendere un chirurgo donna che raschiasse via il loro bambino dall'utero.

Non mi trovo a mio agio in un posto dove sono ammesse sole donne, tanto meno quando si tratta di donne colme di ormoni impazziti, piene di paura, che tentato di socializzare e fare gruppo per combattere il dolore di una scelta così difficile.

Fin da subito mi ha avvicinata una ragazza.
Giovane come me, universitaria iscritta a medicina.
Figlia di una famiglia parecchio agiata, mi racconta di come abbia dovuto nascondere la sua gravidanza al ragazzo.
"E' all'antica, non capirebbe e non ammetterebbe mai un aborto!".


Mi spiega che lei più di tutte le altre, grazie anche agli studi che fa, dovrebbe sapere che si può rimanere incinta in qualsiasi momento del mese.
"Ingenuamente ho pensato che durante il ciclo fossimo totalmente sicuri"


Entrambe dobbiamo prendere una pillola.
La mia avvolgerà l'ovulo e ne impedirà la fecondazione, la sua invece ucciderà quelle coraggiose cellule che da 5 settimane tentano di diventare un bambino.

Non ho la concentrazione giusta per esser calma, le ore scorrono e io devo risolvere la questione del mio incidente.
Esser delicata con lei richiederebbe uno sforzo sovrumano, così le confesso che se mi trovassi al suo posto non so se prenderei quelle pillole.

Mi dice che per lei non è il momento giusto, vuol dare un futuro adeguato ad un figlio.
E così rifletto sul fatto che se dovesse capitarmi di dover scegliere, sicuramente metterei nella lista dei "pro" il mio lavoro stabile, la mia famiglia collaborativa e il fatto che tutto sia accaduto con un uomo che non mi lascerebbe mai da sola di fronte ad una responsabilità del genere.

Tornata in ufficio, scombussolata dall'effetto della pillola, scopro che l'Uomo è ancora in stato di forte preoccupazione.

Mi chiede se do la colpa di tutto a lui, mi dice che mi ama e che si sente impotente di fronte a tutto questo.
Mi sta accanto come nessuno lo era mai stato, senza però togliermi quel po' di fiato che mi serve a staccare il cervello.

E' tenero, dolce e rassicurante.
Lo amo davvero e sento che lui è quello giusto.
Qualsiasi cosa accada.

mercoledì 21 settembre 2011

Rotture



Sono in totale confusione.
Pausa pranzo.
Preparo uno splendido banchetto per il mio Uomo.
Finito di mangiare, per la prima volta da quando siamo insieme prende iniziativa e mi butta sul letto.
Ha pochissimo tempo, tra venti minuti deve stare a lavoro.

Mi spoglia e si infila il profilattico.

Fare l'amore col proprio ragazzo non dovrebbe essere una cosa così eccitante per una prostituta, invece con lui è sempre un'esperienza unica e oggi più di sempre.
Sarà per quella sua aria sicura, così virile, sarà per le sue braccia possenti che tengono fermi i miei fianchi mentre mi penetra da dietro.

Per la prima volta mi ha presa alla sprovvista, niente preliminari e io sono secchissima.
Ma non importa, semmai è ancor più piacevole sentirlo entrare con forza.

Veniamo in fretta, ci diamo un paio di baci e subito mi esce una montagna di liquido dalla fica.
E' la prima volta che mi capita, penso sia colpa della secchezza e corro in bagno a lavarmi.

E' stato un attimo.
Ricordo solo lui che tira fuori tutte le madonne e diventa scurrile come non lo è mai stato.
Mi indica il suo uccello, mi dice qualcosa ma tutto nelle mie orecchie diventa ovattato.

In tanti anni di sesso sporco, violento, occasionale, piacevole, frettoloso o folle mai e poi mai mi è capitato.

Il profilattico gli avvolge l'uccello alla radice.
E poi più niente.
Rotto, sfondato, come un cappello che si trasforma in sciarpa.

Non so dove ho trovato la calma di lasciarlo lavare e rimandarlo con un bacio a lavoro.

Ho trattenuto ogni riflessione finchè non ho chiuso la porta e sentito partire la sua macchina.
Ho trattenuto le imprecazioni finchè non ho contato i giorni dall'ultimo ciclo.

Sono tornata in ufficio, alla mia infernale giornata lavorativa più incasinata di sempre.
Ho chiuso la mente ai pensieri negativi ed ho pensato solo al lavoro.

Ed ora che il lavoro è finito andrò in palestra a sudare, a buttare via dal corpo ogni fremito di rabbia e di paura.

E poi....poi aspetterò con ogni mio atomo questi quindici giorni che mi separano dal test di gravidanza.

E che il cielo ce la mandi buona!

Lavoro uno, lavoro due...

Quando scopi un cliente che ti ha chiesto un'ora del tuo tempo e poi sfrutta solo i primi venti minuti, inizia il bello del lavoro di un'escort.
Perchè una puttana di strada si fa pagare per una prestazione sessuale, che duri cinque minuti o tre ore.
Una Escort è una ragazza, una donna, che ti accompagna dove vuoi, in un viaggio fisico o immaginario fatto di piacevoli chiacchierate, scambi di opinione e relax.
Così dopo del sesso semplice e pieno di coccole, il mio cliente di ieri mi ha dato un grande asciugamano pulito e mi ha invitata a sedermi nella sua grande terrazza, sotto un ombrellone che filtrava i raggi di uno splendido pomeriggio di fine estate, stesa su una sdraio di tela a sorseggiare acqua frizzante.

La domanda che mi fanno sempre tutti i clienti, al di là dell'età o del nome vero, è che lavoro faccio.
"Responsabile amministrativa" non suona affatto bene, spesso intimorisce un uomo che abbia deciso di portarsi a letto una dolce e giovane fanciulla, servizievole e a volte addirittura remissiva.
Così rispondo sempre "Impiegata amministrativa".

Non so perchè questo provochi così tanto gelo nei miei clienti.
Inevitabilmente si passa subito ad un altro argomento.
E' vero, non è il massimo del divertimento, ma spesso e volentieri mi sono trovata ad adorare il mio "primo lavoro" e non mi riesce semplice immaginare qualcuno che non lo trovi interessante.

Forse dovrei iniziare a rispondere "segretaria".
Suonerebbe meno minaccioso ancora? O magari più eccitante?
Quando segretaria lo ero davvero la cosa generava sempre diverse fantasie nei miei clienti.
Mi immaginavano tutti con uno chignon, occhiali da vista, gonna longuette e camicetta di seta bianca sbottonata mentre servivo loro caffè dall'alto dei miei tacchi dodici.

Una donna che lotta per conquistare una posizione lavorativa soddisfacente non deve esser altrettanto sexy vista dagli occhi dei miei top-manager/clienti.
Forse un'impiegata amministrativa secondo la loro visione è vestita con la tuta, curva tutto il giorno su una vecchia e polverosa Olivetti a digitare calcoli senza parlare con nessuno.

Io dal mio canto difendo la mia femminilità sul posto di lavoro con eleganti tailleur, tacchi alti, trucco ordinato e sorrisi cordiali ai milioni di direttori commerciali che vengono a farmi visita.

Adoro questo lavoro, "Responsabile Ufficio Acquisti".

Una mansione invidiata dai colleghi fatta di regali di fornitori, telefonate colme di lusinghe dei commerciali e visite di cortesia da parte dei rappresentanti.

Telefonare ad un ufficio amministrativo di un fornitore per litigare amichevolmente sui prezzi errati di una loro fattura, imporre alle colleghe alla vendita i ricarichi da proporre al cliente.
Scegliere con cura i fornitori più simpatici e ricevere e-mail con inviti a fiere di settore e cene pubblicitarie.

Voglio dire, se non fosse per qualche cliente rompicoglioni che ha un problema irrisolvibile e che inevitabilmente viene passato alla "più diplomatica dell'ufficio", potrei dire di avere il lavoro ideale.
E vengo anche pagata bene.

Quindi no, non mi vergogno affatto e, anzi, mi diverto sapendo che in ogni cosa che faccio nella mia vita, la prima necessità è l'appagamento dei sensi!

martedì 20 settembre 2011

Complimenti



Negli ultimi due giorni i miei clienti mi hanno fatto nell'ordine i seguenti complimenti:
- "baci benissimo!"
- "hai delle labbra splendide, lo sai?"
- "i tuoi seni sono fantastici!"
- "adoro il tuo culo!"
- "sei sicura di non aver studiato dizione?"
- "fai dei massaggi paradisiaci"
- "Ti scoperei fino a domani"

Negli ultimi due giorni il mio fidanzato mi ha fatto il seguente complimento:
- "Sei una fica!"

Ah...l'amore!!

Dilemmi lavorativi



Ieri avevo appuntamento con S., quello che per tre anni è stato il mio capo in una S.p.A. romana di tutto rispetto e per cui ho fatto l'assistente personale in stile "Il diavolo veste Prada" (con altrettanti esaurimenti mentali) fino a licenziarmi per passare nell'ufficio dove ora sono da più di un anno.

Fin dalla dalla settimana dopo le mie dimissioni, a maggio del 2010, S. mi ha cercata in continuazione. Prima per chiedermi aiuto su questa o quella pratica, poi per formare le decine di sostitute che sono passate per quello che era il mio posto da lui, poi si è passati al periodo delle telefonate piene di chiacchiere su miei problemi personali tipo ricerca di una casa, fidanzati stronzi e suoi dilemmi esistenziali come neo-papà.

Ma durante tutto questo anno e mezzo di lontananza lavorativa, la maggior parte delle sue telefonate si sono sempre concluse con la stessa domanda:
"Quanto vuoi per tornare a lavorare da me?"


Senza dubbio fa piacere esser apprezzati a livello lavorativo (d'ufficio, ovvio), ma quando sai di valere dieci e qualcuno punta sull'amicizia per averti a otto, un pochino di fastidio te lo da; così ad un certo punto gli ho spiegato che da lui non vorrei mai tornare, per tutto l'oro del mondo.

Purtroppo la rassegnazione non è uno dei suoi difetti e ieri avevo un invito a pranzo con lui per discutere un incontro di esigenze al fine di concludere un contratto soddisfacente per entrambi.

Adesso come adesso mi trovo in difficoltà nel gestire quella che è stata la sua proposta, abbastanza allettante devo dire, perchè andrebbe a toccare dei punti molto importanti per il mio portafoglio.

Capito più o meno le mie esigenze celate dalle chiacchiere, S. mi ha proposto un orario veramente ottimo, visto in relazione al mio "secondo lavoro", un orario che finirebbe alle 15, ad uno stipendio che è quasi lo stesso di quello attuale.

Sta di fatto che da un tempo indeterminato dovrei buttarmi su un contratto meno appagante e che i miei attuali titolari mi hanno anche dato un monolocale per un affitto irrisorio che certo nella mia città non arriva a nemmeno la metà di ciò che si trova in giro.

Insomma, sul piatto della bilancia ci sono molti fattori, variabili di grande rilievo che devo valutare per decidere se buttarmi in questa ennesima avventura o se non mi sento pronta a lasciare la strada vecchia per quella nuova...che così nuova poi non è....

Che faccio?
Dilemma esistenziale!!!

lunedì 19 settembre 2011

Tutto. Il contrario di tutto.



Il passato weekend doveva esser quello di recupero dopo una settimana di ciclo.
Il numero di appuntamenti con i clienti era abbastanza cospicuo, se non chè il sig. visitatore del mese ha deciso bene di ritardare la partenza, procurandomi molto imbarazzo e costringendomi a chiamare i vari clienti per rimandare.

Quello che più odio è dover rimandare un appuntamento con un nuovo cliente.
Spesso questo porta ad un altissimo rischio di perdere il nuovo "acquisto".
Non avete idea di come ero nera sabato per questo!

L'unica soluzione per consolarmi è stata quella drastica, la soluzione che non mettevo in pratica da infiniti mesi, se non addirittura anni:
Shopping riparatorio con spese sconsiderate.

Scarpe, camicie, bluse e pantaloni. Un paio di abiti. Un po' di trucchi costosissimi...

E non contenta degli acquisti per la mia persona, domenica ho trascinato il fidanzato al centro di Roma ed ho fatto shopping anche per lui, comprandogli qualche regalo degno di questo nome.

Io amo fare regali, e vedere felice la persona che ami è senza dubbio il regalo più grande.
Viste però le disastrose esperienze passate, in cui io riempivo fin da subito di regali il mio caro partner, il quale per qualche strana ragione associava la cosa ad un mio recondito bisogno di attenzioni mai sopito dall'infanzia, e di conseguenza fuggiva via lontano; ho deciso quindi che con il mio Lui avrei cambiato questa mia brutta abitudine, mi sarei regolata con i regali e li avrei riservati come premio alla fine di un luuuuungo periodo di test.

Dopo nemmeno un mese dal nostro primo bacio, era già il suo compleanno.
Mi è parso di vivere un dejà-vu in cui regalavo orologi, biglietti aerei e altri doni splendidi, per poi ottenere dopo un paio di mesi un uomo distante e poco innamorato.
Così al suo compleanno ho deciso di limitarmi ad un profumo rispettando l'aurea regola del sapersi limitare al minimo che l'etichetta delle buone maniere impone.

Ma ieri, dopo più di sei mesi, mi sono sentita finalmente fuori da quel cerchio di incertezze costruito su mille delusioni amorose passate, e ho deciso di fare regali senza regolarmi.

Non ne è uscito un uomo entusiasta ma semplicemente grato.
Dovrebbe bastare a sedare le mie paure ma, come spesso accade, le loro proporzioni non sono mai adeguate alla realtà.

Venerdì dopo il lavoro ero fuori per la passeggiata serale del cane.
E' raro che la sera non venga accompagnata dal fidanzato, ma venerdì era la "serata delle amiche", mi aspettava il cinema con le girls, e quindi dopo il lavoro lui era andato diretto a casa.
Ricevo una telefonata.
E' il mio cliente preferito, mi chiede se posso parlare ed è contento come una pasqua che la mia risposta sia positiva.

Mi chiede per la millesima volta scusa per l'incidente del nostro ultimo appuntamento (clicca qui) e mi racconta di come si sia infuriato col gestore.

E' la prima volta che mi fa una telefonata così personale, di solito ai clienti vieto le chiacchierate telefoniche.
Non siamo amici, non siamo amanti e il mio tempo ha un prezzo.
Se non si chiarisce questo concetto si rischia di passare a problemi molto grandi perchè le persone tendono a volere il braccio una volta che gli si concede il dito.

Ma questa telefonata mi fa piacere, così gli permetto di continuare.
"E poi volevo chiederti scusa se sono meno presente questo periodo. Sai, mia moglie tornata dalle vacanze vuol passare molto tempo con me e mi lascia difficilmente un po' di spazio, ma ti prometto che la settimana prossima recuperiamo e ci vediamo di più!"

Quando sei una fidanzata a pagamento, sembra quasi un controsenso esser trattata con maggior riguardo di una fidanzata vera.
Eppure è così.
Uomini con cui sono uscita, che avrebbero dovuto faticare per tenermi con loro, avevano il vizio di fare come pareva loro, di non chiamare e di sparire.
Uomini che mi pagano per esser a loro disposizione, invece, mi adorano come un dono caduto dal cielo.

A volte mi domando quando sia iniziato questo strano giro del mondo al contrario...

giovedì 15 settembre 2011

Video killed the radio star

Non guardo la tv dall'età di dodici anni.

Non mi ha mai fatta impazzire quella scatola piena di volgarità e forti urla, ma quando poi sono andata a vivere da sola ho accessoriato la mia casa con tutto quello di cui avevo bisogno e una TV non l'ho mai comprata.


Prima delle vacanze però, costatando che non scherzavo affatto 6 mesi prima dicendo che la tv non la guardo per niente, il mio ragazzo ha pensato bene di regalarmene una che però, per mancanza di tempo, è stata settata solo un paio di giorni fa.

Ma quanto può esser sconvolgente scoprire che con questo coso chiamato decoder abbiamo la bellezza di 1039 canali?
Voglio dire, semmai riuscirò a vederne uno con costanza (ebbene si, Deejay Tv è il massimo che posso sopportare), certo mai arriverei a guardarne 1039!

Cosa mai me ne dovrò fare degli altri 1038?

Dunque eccoci al clou del post:
Vendesi 1038 canali inutili al miglior offerente.

In cambio sono buon accette radio d'epoca ancora funzionanti!

Work...in progress

Passo otto ore al giorno dentro un insulso ufficio, attorniata da persone che devono aver passato il periodo del liceo a fare occupazioni e a lamentarsi di professoresse sempre in malattia, vista la loro incredibilmente vasta ignoranza su ogni singolo argomento di cultura generale.

"Ti dispiace se do il tuo numero ad un mio amico?"
Di solito questa frase per me è meglio di una festa a sorpresa per il mio compleanno.
Nuovo cliente vuol dire nuovo cliente fisso.
Nuovo cliente fisso vuol dire molti più soldi.

Il fatto che i miei clienti diventino sempre dei "fissi" a volte mi fa sorgere qualche serio dubbio sull'adeguatezza dei miei prezzi. Mi chiedo spesso se non mi faccio pagare troppo poco per tutti i miei apprezzatissimi servizi.

Ma in fondo non mi importa niente.
Faccio tutte le regole io e il resto non conta.

Mi chiama 2 volte per confermare l'appuntamento.
Elegante e gentile, si fa trovare vestito casual, con un paio di mocassini viola che attirano subito la mia attenzione.

Come molti altri miei clienti al primo appuntamento, si dilunga nel racconto della propria vita, avvocato, amministratore delegato di un paio di società, presidente del comitato di controllo di molti enti del comune di Roma.
Seduto accanto a me sul divano, tiene un bicchiere d'acqua in mano e ne ne offre uno anche a me.

Riceve una telefonata. Vedendo il nome sul display mi chiede scusa dicendo che deve proprio rispondere.
Dal telefono risuona una voce maschile, profonda, molto familiare.
Lo chiama per nome, ridono insieme e organizzano un viaggio con le rispettive mogli nella terra madre.
L'accento meridionale del mio cliente è magistralmente camuffato da quelli che devono esser interi decenni passati a studiare dizione se non addirittura arte oratoria.

Appena finisce la telefonata mi guarda sorridendo e mi spiega che il suo amico al telefono è una persona importante, un europarlamentare di cui non può dirmi il nome ma che da suo cliente è divenuto un grande amico negli ultimi 20 anni.

Non so da quale parte nascosta del mio cervello sia uscito fuori il nome, ma appena l'ho pronunciato ad alta voce lui è rimasto basito.

"Come fai a conoscerlo?" - mi chiede.
E ancor più sconvolto mi chiede come sia possibile che io l'abbia riconosciuto sentendo il riverbero della voce da un cellulare.

Non posso certo confessargli che il suo amico è stato un mio cliente, non sarebbe professionale.
Del resto Roma può esser grande agli occhi di chi non la abita, ma io ci sono nata e cresciuta e in fondo le persone che contano son sempre molto poche.
Tra di loro, ovviamente, i miei clienti hanno una buona percentuale di presenza.

Gli confesso allora che mia mamma si interessa di politica, che io stessa ho partecipato a diverse campagne elettorali.

Inizia così una specie di colloquio sulla mia vita, scopriamo un amore comune per la Calabria (è nato a pochi chilometri dal paese del mio fidanzato...com'è piccolo il mondo), mi domanda del mio curriculum scolastico.
"4 lingue? complimenti!"
"che lavoro fai?" - e ancora - "ti piacerebbe cambiare?"

Le domande personali dei clienti mi mettono sempre in imbarazzo.
Con i clienti io sono una dolce Geisha pronta a soddisfare ogni esigenza, in ufficio invece sono una iena. Una Leader che comanda a bacchetta i propri subordinati e fa sentire degli imbecilli persino i capi, consapevole che solo in questo modo il rispetto per una "ragazzina" possa esser garantito sempre.

Mi continua a dire che devo inviargli il mio CV.

"Sei così elegante e raffinata, ti troveresti benissimo a lavorare in una delle aziende di cui sono presidente!"
E poi fa il nome magico.
Un'azienda storica del comune di Roma, la conosco ed ho sognato ad occhi aperti quegli uffici per anni.
Mi racconta di come l'ambiente sia molto newyorkese, di come le ragazze siano tutte splendide come me, eleganti e qualificate e di come il lavoro sia ben pagato e ultra-selezionato.

"Dimmi il tuo nome, così quando mi mandi il Curriculum lo seleziono subito!"
"Facciamo così: ti manderò il mio CV, ma senza dirti il mio nome. Se lo riterrai valido mi selezionerai tu!"
"Ma hai idea di quanti me ne passino sotto il naso?"
"Non importa, se mai entrerò a lavorare da te, voglio che sia per merito e non per raccomandazione!".

Sembra apprezzare molto il mio ragionamento, anche se non lo condivide a pieno.

Decidiamo finalmente di dedicarci al vero motivo del nostro incontro, ma una volta uscita dal suo appartamento l'emozione più forte che mi è rimasta impressa è l'immagine di quei corridoi, di quegli uffici e di quelle persone con cui già so che vorrei tanto lavorare!!

mercoledì 14 settembre 2011

Dilemmi

Ah...quanto sarebbe tutto più semplice se io fossi single...

Dover nascondere al proprio splendido uomo, colui che ami sopra ogni altra cosa, che nella carne e nel portafogli tu lo tradisci con un elenco abbastanza lungo di clienti può esser davvero estenuante.

Ho iniziato la nostra storia con la certezza che, come tutti i suoi predecessori, sarebbe durato poco, avrebbe fatto male ad entrambi e saremmo passati oltre tornando al nostro status di single in meno di 4 mesi.
E invece dopo 6 mesi e mezzo siamo più innamorati di prima, abbiamo scoperto una reciprocità di sentimenti unica e un equilibrio nel rispetto, nel divertimento e nel senso del dovere davvero raro.

Poi però appena mi lascio alle spalle i suoi baci, chiudo la portiera della sua macchina e salgo le scale di casa mia, ecco che il mio cellulare torna ad avere la suoneria, i clienti tornano a chiamare e mandare sms e io continuo ad organizzare la settimana incastrando impegni di vita di coppia con finti appuntamenti dal dentista o con mia madre.

Mai due giorni di seguito senza il mio uomo, troppo respiro potrebbe portarlo alla nostalgia. La nostalgia alla ricerca e la ricerca alla scoperta dei miei appuntamenti.

Mai una sua telefonata non risposta. Ogni attimo di dubbio può aprire il varco verso la verità.

Eppure quanto sarebbe più semplice se invece di lavorare nello stesso ufficio lavorassimo lontani.
O se invece di abitare a 500 metri l'uno dall'altro, almeno qualche chilometro ci separasse.
Sarebbe più semplice prendere due ore di permesso in ufficio per un appuntamento con un cliente senza che lui lo scopra subito, sarebbe più facile uscire di casa a mezzanotte senza che i vicini possano raccontarglielo.

Vivo in una gabbia di bugie, ma non so rinunciarvi.
Amo i miei clienti e amo ancor più il mio Uomo.

Certi dilemmi sembrano senza via d'uscita...

martedì 13 settembre 2011

La padrona



Ogni volta che prendo un appuntamento con un nuovo cliente, oltre ad esser ben chiara sulle regole del nostro incontro, mi piacere ascoltare le sue esigenze e preferenze.

Come molti altri miei clienti, quello di oggi è un personaggio di tutto rispetto.

Dirigente di una multinazionale cinematografica, viaggia per lavoro in tutto il mondo, coordinando attività di vario genere e, a volte, selezionando personaggi e idee che andranno ad accrescere la sua percentuale sul fatturato di fine anno.

Al telefono sembra quasi intimidito e, anche se non lo ammette fin da subito, non deve aver avuto molti contatti con altre accompagnatrici prima d'ora.
La sua richiesta è molto semplice: vuole che metta dell'intimo a strati e che gli faccia una spogliarello privato.
Niente di strano, annuisco sorridendo e rassicurandolo.
Lui si fa silenzioso e mormora qualcos'altro:
"E poi vorrei che appena prima di venire da me mangiassi due confezioni di Baiocchi"

Sono confusa, forse ho capito male, così gli chiedo spiegazioni.
Ebbene si, parla proprio dei Baiocchi, quei biscotti al cioccolato che da ragazzina amavo rubacchiare dalla credenza della cucina per far infuriare mia mamma.

Allarmata dall'impatto della cosa sulla mia severissima dieta, ed eventualmente anche sulla salute mentale del mio nuovo cliente, gli chiedo a cosa esattamente dovrebbero servire la bellezza di 12 biscotti al cioccolato nel mio pancino.

Mi risponde che vuole che lo spalmi con la mia saliva.

Non avevo mai fatto caso, in effetti, alla quantità limitata di saliva che qualcuno può avere in bocca, senza l'aiuto di quel magico cioccolato.

Arrivata puntuale come sempre, me lo ritrovo seduto sul divano, qualche candela accesa, le tende tirate e musica lounge di sottofondo.
Mi sorride ammiccante e mi fa cenno di non dire niente.
Mi chiede di deliziarlo con uno spogliarello.
Obbedisco togliendo lentamente ogni singolo strato, lasciandomi addosso solo i lunghi stivali di pelle fino al ginocchio col tacco dodici, il corpetto e il perizoma di pizzo.

Mi avvicino a lui che nel frattempo ha iniziato a masturbarsi lentamente e continua a fissarmi eccitatissimo.
Quando tento di leccargli l'uccello mi scansa via dolcemente, chiedendomi di sputargli in bocca.

Obbedisco e subito lo vedo irrigidirsi eccitato da morire.
Mi punzecchia i capezzoli con le dita e intuisco subito che impazzisce se lo caccio via.
Esser maltrattato è la sua fantasia e, per quanto non lo dica a parole, capisco che la chiave del suo godimento sta nella mia dominazione.

Così inizio a sputargli addosso, riempirlo di saliva e di schiaffi.
Geme sempre più forte e mi ripete "Si, padrona" ad ogni comando.

Continua a masturbarsi e a tenermi lontana dal suo uccello così sono costretta a dedicarmi al suo viso, mi muovo come una gattina in calore sul suo corpo sdraiato e lo obbligo a leccarmi i capezzoli.

Gli faccio assaggiare la mia fica e gliela ficco in bocca quasi a soffocarlo.
Mentre sono seduta sulla sua bocca vedo una cosa rosa e nera appoggiata sul tavolino del salone.
Ha una strana forma e, incuriosita dal colore lo mollo lì sdraiato e vado a controllare di cosa si tratta.

Ben in vista, seppur nella stanza accanto, il cliente aveva lasciato una mutandina per strap-on con doppio fallo.

Mi guarda come fosse l'uomo più felice del mondo e insieme pieno di terrore.
Controllo che sia pulita e lui mi rassicura dicendo che è nuova.
Me la infilo, inserendo il pene più grande nella mia fica, lentamente, sentendone le venature della gomma rigida dentro di me.
Il pene esterno, più fino e lungo, è troppo asciutto, così mi metto in piedi nel mezzo della stanza e gli ordino di leccarlo, mentre io getto la mia saliva dall'alto sulla sua fronte.

Lo faccio smettere e gli ordino di mettersi a quattro zampe come un cagnolino.
Lo guardo mentre freme dall'eccitazione e mi mostra il suo culo aprendolo con le mani.

Mi piego verso di lui e gli infilo il fallo dentro il culo, mentre quello che sta all'interno della mutandina si agita nella mia fica.
Il piacere reciproco è immenso e lo sbatto sempre più forte, gli sputo sulla schiena e lo insulto, finchè non viene spruzzando sul pavimento, urlando come un lupo.

Mi ringrazia tantissime volte, prova ad offrirmi acqua, vino e cibo e poi decide di aumentare il mio regalo, "Come ringraziamento per il tuo spirito d'iniziativa!"

Devo dire che è stata davvero un'esperienza simpatica che mi piacerebbe replicare.
Chissà che io non mi specializzi in questi giochi così divertenti!

Contraddizioni



La preparazione per un appuntamento richiede tempo, attenzione e cura.
Ci vuole almeno un'ora buona per risultare perfette, sempre che si abbia avuto l'accortezza di passare il giorno prima dal parrucchiere e, al massimo una settimana prima, dalla manicure.
Ogni giorno effettuo sul mio corpo il sacro rituale serale che comprende, tra le altre cose, la pedicure, il lavaggio approfondito e l'idratazione completa della pelle, nonchè la pulizia delle mie curatissime parti intime e l'esplorazione della mia splendida dentatura con tutti i costosissimi dentifrici/scovolini etc. che il dentista mi ha consigliato.

Non sono mai stata una ferma sostenitrice della parità trai sessi e, anzi, a volte mi domando come si possa equiparare la vita lavorativa di una donna con quella di un uomo al punto da fissare l'inizio della pensione alla stessa età per entrambi in generi.

E' palese che questa legge sia totalmente anacronistica.
Voglio dire, ma come può un uomo immaginare quanta fatica debba fare una donna che, pur guadagnando lo stesso stipendio di un maschio, se non di meno, deve anche curare se stessa?
Avete la più pallida idea, voi omaccioni in carriera, quanto costi per una donna mantenersi sempre giovane e fresca?
Solo per trucchi, creme e profumi dovrebbero darci uno stipendio raddoppiato.
Per non parlare della palestra, il dermatologo, il ginecologo, i completini intimi, il parrucchiere, l'estetista e, ovviamente, le scarpe!

Noi non dobbiamo mai dimostrare debolezze sul lavoro, siamo donne ma dobbiamo farci valere più degli uomini.
Quindi niente trucco pesante, abbigliamento sempre sobrio e magari capelli raccolti.
Poi però non dobbiamo rinunciare alla nostra femminilità nel privato, quindi giù con i completini sexy, abitini sempre alla moda e tacchi alti.

E se una donna in carriera ha avuto la sventura di diventare madre?
Non sia mai!
Se rinuncia al lavoro annulla la propria indipendenza e viene giudicata per questo, ma se lavora toglie tempo alla famiglia e diviene il diavolo.

A volte mi sembra di vivere in un paese di contraddizioni, ma in fondo è lo stesso paese che abbraccia il cristianesimo come religione e poi accetta politici che portano un harem di prostitute nei viaggi di lavoro....

lunedì 12 settembre 2011

Invidia?

Ah...il potere dell'Invidia è proprio forte!
Mi sono sempre fatta gli affari miei, in ogni ambito.
Avendo una doppia vita poi, sono stata sempre il massimo in fatto di riservatezza sulla mia vita privata, in particolare sul luogo di lavoro.
La mia dolce metà, che lavora nella mia stessa azienda da quando è piccino, invece ha condiviso dolori e gioie con i colleghi e, soprattutto, con i titolari.
In cambio ovviamente ha ricevuto solo bastonate.
Ma questo, dicono, è il destino di chi nasce troppo buono.
E grazie al cielo noi ci compensiamo anche in questo.

Scoppia però la rabbia quando qualcuno soffre di grande invidia nei confronti della nostra coppia perfetta e, nascondendo il volto dietro l'anonimato, manda una lettera al mio Lui cercando di convincerlo che io lo uso per le mie "infinite necessità".

Ora, per quanto io sia assolutamente riservata, non ci vuole un profondo conoscitore della società e della mia persona per capire che se una come me (ottima presenza, cultura universitaria, con all'attivo lo studio di 3 lingue straniere, una famiglia economicamente decente alle spalle e conoscenze altolocate in mezza italia) si è messa insieme ad un operaio calabrese tradizionalista che non parla neanche bene l'italiano e che guadagna poco più di mille euro al mese; non è certo per necessità.

Dico io, ma quanto male deve stare una persona per mandare una ridicola lettera anonima, scritta in un italiano sconcertante e priva di qualsiasi prova che ne avvalori i contenuti?

Ah...quant'è brutta l'invidia!!

giovedì 8 settembre 2011

Concorrenza

Ci sono tantissime situazioni che possono portare imbarazzo nel mio mestiere.
Oggi mi è capitato di assistere ad una di queste proprio ai danni di una mia "collega".

Appuntamento col mio cliente preferito nella sua casetta in prati.
Posto all'ultimo piano di un'elegante palazzina, l'appartamento è uno splendido bilocale con terrazzo panoramico degno di un hotel di lusso.
Attrezzato di tutti i confort, è stato affittato dal mio cliente e due suoi amici ed utilizzato solo per appuntamenti come il nostro.
Il "Gestore", così lo chiama, segna gli orari in cui i tre prenotano i loro appuntamenti, così che nessuno rischi mai di rimanere fuori o, ancor più importante, che nessuno incappi nell'altro proprio durante un incontro.

Non ho mai avuto contatti diretti con nessuna "collega".
Certo, ho curiosato spesso in giro su internet per informarmi su cosa il panorama suggerisse per "mercato del sesso", ma non mi è mai capitato di incontrare nessuna ragazza che facesse questo lavoro, e di conseguenza non ho mai effettivamente verificato che i miei standard, i miei prezzi e i miei servizi fossero effettivamente adeguati all'offerta della concorrenza.

Così oggi, dopo appena venti minuti col mio adorato cliente, quando sento girare la chiave nella toppa quasi mi impietrisco.
Lui non ci fa caso d'apprima ma appena mezzo secondo dopo sento un secondo giro e gli chiedo chi diamine stia entrando in casa.

Lui va a controllare e sento che parla con qualcuno dicendogli che aveva preso appuntamento lui per quell'ora, mentre l'altro gli risponde che proprio per quello stesso orario ne aveva fissato uno lui la settimana prima.
Resosi conto che il "Gestore" aveva combinato un casino, il mio cliente chiede all'amico di aspettare di sotto mentre noi ci ricomponiamo.
Finisco di corsa e di bocca il mio dovere mentre lui impreca e si riveste.
Intanto il citofono suona.
"E' arrivata anche la ragazza del suo appuntamento", mi spiega.

Lo vedo molto nervoso e lo aiuto a rifare il letto. Lui mi ringrazia dicendomi che sono una "chicca di ragazza" e consegnandomi la mia busta.

Mi ri-infilo il mio completo da ufficio, la camicetta bianca e i tacchi 12.
Mi sistemo al volo i capelli con una sapiente pettinata con la mano e mi ripasso il lucidalabbra mentre mi incammino verso l'ingresso.

Escendo sul pianerottolo che serve solo il nostro appartamento, notiamo subito che dal piano inferiore sta salendo una ragazza.
E' quella dell'appuntamento.

Sale le scale in modo goffo, infagottata in un anonimo jeans scuro delavè, un paio di zeppe più adatte a far la spesa che ad un appuntamento galante e una maxi-maglia che nasconde quel poco di femminilità che si sarebbe potuta intravedere.
E' bassina, mi arriva appena alla spalla.
Noto subito il trucco pesante, il viso abbronzato e un po' troppo giovane. Deve essermi coetanea.
La vedo abbassare lo sguardo di fronte al mio cliente che con un sorriso le chiede se deve lasciare la porta aperta. Mormora un ringraziamento e lo sorpassa, alzando il volto per guardare me che venivo subito dopo.
Io le regalo un sorriso complice e lei quasi si illumina, rilassandosi all'idea di non doversi affatto vergognare o nascondere davanti a me che certo la capisco più.

Il mio cliente mi indica l'ascensore, mentre lui farà sette piani a piedi per non farsi vedere con me.
Mentre sono dentro quella cabina di ferro, ad osservarmi nello specchio, mi scopro quasi orgogliosa del mio aspetto elegante e raffinato, del mio trucco sempre sobrio e delle mie labbra sexy.
La mia altezza è stata più volte esaltata dai clienti come una virtù rara, ma ancor più rara credo sia la classe e la disinvoltura innata con cui si dovrebbe affrontare questo lavoro, senza lasciarsi mai mangiare da sensi di colpa o vergogna.
Testa alta, sorriso sicuro e maniere gentili.
Abbigliamento, trucco, unghie e capelli curatissimi.
Ho sempre tenuto in modo quasi maniacale a tutte queste cose, anche nelle occasioni meno mondane, figuriamoci quando sto lavorando!

Mentre mi abbandono alle mie riflessioni, l'ascensore suona l'arrivo al pian terreno e una voce flebile dall'alto della tromba delle scale mi chiama.
E' il mio cliente che con una mano mi fa segno di aspettare.

"Ho incrociato il mio amico sulle scale, se ti va te lo presento!".
Gli faccio segno con la testa e subito lo chiama invitandolo a scendere.
Il mio cliente fa le presentazioni, il suo amico rimane quasi impietrito dal mio sorriso che, esperienza mi ha insegnato, è la mia più grande arma di seduzione da primo impatto.

Il mio cliente mi fa cenno che posso andare e, mentre apro il primo dei portoni d'uscita, vedo che lui rimane indietro ad annuire silenzioso al suo amico che, nascosto dietro la porta dell'ascensore, gli sta evidentemente dicendo qualcosa con i gesti.

Io vado avanti e il mio cliente mi raggiunge.
"E' rimasto sbalordito, mi ha chiesto di dargli il tuo numero, se a te non dispiace! Dovevi vedere come ha spalancato gli occhi!"

E' sempre gratificante sapere che, nonostante io non abbia mai pubblicizzato me stessa su un sito internet, continuo ad esser piena di potenziali clienti solo grazie al passaparola.

martedì 6 settembre 2011

Salute

Dividersi tra il lavoro, il fidanzato, la casa e le relative faccende, il cane, il secondo lavoro, la famiglia, gli amici e gli sport....può avere del deleterio!

Ecco perchè quando mia madre mi trascina nei suoi viaggi all'esplorazione del mondo medico, obbligandomi a scarrozzare prima lei e poi me da questo o quel dottore per un "controllino di routine" mi sembra davvero di non avere più una vita mia.

Forse la sua insistenza è dovuta al fatto che di famiglia non siamo affatto ipocondriaci, semmai il contrario, e spesso tralasciamo qualcuno dei controlli fondamentali nella convinzione che stando lontano dagli ospedali nulla possa accaderci.

Se non chè avere una madre anziana e sempre in corsia ha reso mia madre un'esperta di diagnostica in pieno stile Dottor House, e questo non fa che influenzare in modo drasticamente negativo la mia agenda.

Convinta che non esista esser umano al mondo senza almeno una carie, qualche mese fa mi ha convinta a rivolgermi ad un dentista strapagato. Il migliore dicono.
Dopo tre sedute, due pulizie dei denti, due ortopanoramiche e una tac il dottore ha sentenziato che..
"la paziente ha una dentatura perfetta e nemmeno una carie...però se proprio vuole le togliamo i denti del giudizio!"




Passata la moda del dentista, mi ha trascinata di peso da un ginecologo, forse il più burbero che la città di Roma abbia mai partorito.
Convinto che l'eccessiva pulizia del mio utero e l'utilizzo quasi decennale di anticoncezionali significasse per forza di cose la sterilità, mi ha infilata in un tunnel di analisi costosissime, spacchettamenti del DNA degni di un poliziesco americano e una serie di maledetti test da rivista con domande tipo
"Quanti rapporti a settimana ha in media?"


Ho iniziato a vedere mia madre come una sadica dominatrice di un film porno anni 80, quando la scorsa settimana, accompagnandola in una visita medica post-operatoria, ha iniziato a convincere il chirurgo che la visitava che io avrei bisogno di un controllo alle ghiandole perianali.

L'errore è stato lamentarsi che il coccige duole spesso, sicuramente a casa delle 8 ore passate seduta in un maledetto ufficio, e delle lunghe sessioni di sesso quasi acrobatico a cui mi dedico con i clienti.
Ma sicuramente il coccige è un problema che si risolve con la fisioterapia, mentre le ghiandole infiammate possono portare a problemi irrisolvibili.
Quindi meglio controllare, ha sentenziato.
Trascinandomi così nell'ennesima prima visita, permesso a lavoro, soldi in radiografie e analisi e...tanto tanto stress!

Finirà che un giorno pur di non passare al prossimo medico mi ammalerò davvero!!

lunedì 5 settembre 2011

Propositi

Di solito la gente elenca nuovi buoni propositi a fine dicembre, contando sul cambiamento nominale dell'anno per metterli in pratica.
Io ritengo piuttosto che i nuovi propositi vadano stilati con cura, creando un dettagliato schema di realizzazione per far si che tutto si compia nel più lineare dei modi.

Buoni propositi:
- settembre 2011
iscrizione in palestra (spinning o acqua-fitness)
perdita di almeno 4 chili
mettere almeno 500€ in banca
- ottobre 2011
perdita di almeno altri 2 chili
book fotografico professionale
mettere almeno 500€ in banca
- novembre 2011
perdita di almeno altri 2 chili
sito internet professionale
acquisto cellulare dual sim



Non ero sovrappeso da ormai parecchi anni, ma questa estate ho avuto la geniale idea di passare le ultime 3 settimane in ferie in Calabria presso la famiglia del fidanzato.
Inutile provare ad immaginare una madre che cucini più e meglio della sua, ed altrettanto infruttuoso il mio tentativo di spiegarle che non faccio complimenti, semplicemente non riesco a mangiare così tanto.
Alla fine, pur di non dover litigare, sono tornata con la bellezza di 6 chili in più e l'intestino talmente intasato da portarmi a goffi approcci con lassativi e diuretici di ogni genere.

L'impatto iniziale con la bilancia è stato così duro che per poco non svenivo lì sul posto.
Per non parlare dell'abbigliamento che inevitabilmente ha subito una forte sterzata sui pantaloni elasticizzati per contenere l'effetto insaccato.

Tutto ciò mi ha resa talmente depressa che potrei rischiare di esser persino inibita con i clienti che, certo, non faranno che accentuare il fatto che sia ingrassata e farmi battutine d'ogni tipo pur di farmelo notare.

Be', l'unica cosa che possiamo fare è correre ai ripari.
Dieta iniziata già da lunedì scorso e entro la settimana ci si iscrive in palestra.
"Dimagrire e Rassodare" - questo è il nuovo motto, a costo di fare la fame per mesi!

Aprire i Chakra

Stavo quasi per scrivere un deprimente post sulla mancanza di appuntamenti con i clienti abituali in questo periodo di limbo tra le ferie e il ritorno alla normalità, quando il telefono ha squillato.
Il cliente di oggi è al suo terzo appuntamento con me, ci siamo conosciuti poco prima delle vacanze estive ma da subito ho potuto captare qualche differenza tra lui e gli altri miei clienti abituali.



Appena entrata nel suo appartamento ho avuto subito il terrore che fosse single.
Non che i professionisti 50enni single siano il male, per carità, ma avere clienti sposati ha un doppio vantaggio.

Primo sono molto frustrati da una moglie che non vuol esser nemmeno sfiorata, quindi si affezionano e chiamano molto più spesso.
Secondo hanno il terrore di esser scoperti, e quindi sono più attenti e riservati di chi invece può metterti in imbarazzo con telefonate e messaggi poco adeguati.

Il potenziale single ha una casa nella parte più festaiola del centro di Roma, roba che ogni sera io potrei andare ai matti tirando fino alle 6 del mattino per il casino di giovani che si muovono urlanti per le strade.
Un appartamento concepito al contrario, tipico di qualcuno che è uscito un matrimonio sofferto.

Appena entrata ho notato subito un grande salone tutto completamente bianco, arredato in modo assolutamente minimal, con un divano bianco a tre posti di fronte un enorme televisore ultrapiatto. In mezzo solo un tavolino basso su cui sono poggiate candele e pout-pourri con mensola sottotavolo per ospitare i telecomandi di diversi apparecchi elettronici e i joystick di una o due consolle di giochi.
La prima cosa che mi è venuta in mente sono state intere serate davanti alla playstation con altri amici 50enni.

A sinistra dell'entrata una scala che porta in alto.

Appena arrivata, la prima volta, mi offre da bere e mi porta al piano superiore, dove la scala termina in una splendida minuscola cucina rustica, organizzata cos' male da non poter esser utilizzata in nessun modo per cucinarci.
A sinistra della scala lo spettacolo è meraviglioso. Un terrazzo enorme, con tanto di gazebo, dondolo a due piazze e tavolo con sedie, regala come l'impressione di vivere in una villa piazzata per errore nel centro storico di Roma.

Accetto di buon grado solo un bicchiere d'acqua e, dopo aver buttato qui a lì commenti estasiati sulla casa che ci ha tenuto a mostrarmi, mi conduce fino alla camera da letto.

A destra dell'entrata un piccolo disimpegno si affaccia su un bagno, chiaramente quello degli ospiti mentre, di fronte, subito ci si trova nella stanza da letto, anch'essa con un bagno e uno splendido terrazzo che da all'interno di un cortile.

Mi indica il bagno, dove posso cambiarmi e infilarmi i vestiti che mi aveva chiesto di poter portare.
Calze autoreggenti color carne con sopra solo un Babydoll rosa.
Negli anni ho scoperto che i gusti degli uomini in fatto di intimo sono così terrificanti, che non disdegno più tanto quelli che invece ti vogliono nuda subito.

Lui si lava nel bagno degli ospiti e ritorna ancora vestito sul letto.
Gli piace il mio culo, continua a ripetere che ama la sua grandezza e la sua rotondità.
Se me lo dicesse il fidanzato la prenderei per un'offesa e lo schiafferei a calci fuori da casa mia.
Ma quella non è casa mia. Non è il mio fidanzato e, soprattutto, mi paga per quel bel culo enorme che gli piace tanto.

Sopra la testiera del letto, appoggiati su una mensola, ci sono dei quadri con delle foto formato A4, proprio come nel catalogo Ikea.
Le foto ritraggono sempre la stessa bionda, evidentemente una modella russa o ucraina, in pose provocanti e glamour.

Mi inizio a chiedere perchè mai uno che abbia una moglie del genere debba pagare la mia tariffa per scoparsi un culone enorme.

La risposta arriva quando, finita la nostra ora insieme, mi racconta di come sia divorziato e fidanzato ormai da 2 anni con una splendida modella russa (ok, ormai il mio occhio è allenato a riconoscere i dettagli) che all'inizio era un tesoro ma, dopo poco, s'è rivelata una tiranna ruba-soldi con cui sostanzialmente ormai scopa e basta. ("Anche se devo ammettere che a letto è fantastica" - mi confessa)

Non ho nemmeno bisogno di chiedergli il perchè senta il bisogno di altre se nel suo letto c'è una bionda che scopa bene.
Anticipa il mio pensiero confessandomi che non è mai stato monogamo nemmeno a 10 anni. Si stanca in fretta delle donne, gli piace cambiarle e divertirsi, gli piace sentire l'odore dell'eccitazione e il brivido del piacere clandestino, cercando però di non sputtanare la sua relazione.
"Per quanto io mi sia stancato anche di questa ragazza, ho capito che non ho più il fisico per trovarmi giovani modelle da portare a letto, quindi sto imparando ad esser paziente e tenermi questa bella bionda accanto. E poi cucina anche bene!"

E' bastata l'ultima affermazione per capire che mentiva.
Sarà pure uno scopatore seriale, come dichiarava apertamente il suo uccello prestante, ma quella bionda l'ha preso per le corna.

Finito un appuntamento, di solito mi sciacquo e scambio due parole contate, prima di fuggire via e lasciare il cliente ad una doccia ristoratrice.
Lui invece insiste per le chiacchiere, continua a raccontarmi di sè, della fidanzata, della casa, degli amici.
Mi parla del Feng-shui, mi mostra i 7 Chakra e mi racconta di come ogni giorno lui li stimoli con esercizi adeguati.
Il mio lavoro consiste nell'accondiscendere ad ogni follia umana dei miei clienti.

Mi vede interessata e, senza alcun preavviso si butta per terra nel bel mezzo del salone.
Inizia a contorcersi in posizioni assurde, nominando il Chakra che sta aprendo con quell'esercizio.

Gli faccio notare che sono movimenti pericolosi per la schiena di chiunque. (sottintendendo che a 50 anni deve stare attento a fare il ponte inarcandosi al contrario, o qualcuno dovrà chiamare l'ambulanza per rimetterlo in sesto).
Mi costringe a provare e, solo dopo la mia terza non troppo furtiva occhiata all'orologio e un diniego al suo pressante invito a pranzo, riesco a fuggire per tornare in ufficio, dove passerò il pomeriggio a cercare informazioni sui corsi di Yoga nel mio quartiere.

sabato 3 settembre 2011

Vizi

Sono viziata, lo so.
E sono anche molto pignola.
Ne sono consapevole.
Ma se io vivo in 40 metri quadri di appartamento con affaccio su una strada polverosa dove passano i camion, e amo trovare la casa pulita, è normale che ad un certo punto io diventi pazza nel dover pulire con una costanza maniacale questi pochi metri in cui abito.

Ho deciso dunque di prendermi una donna delle pulizie.
Devo esser attenta a non farlo sapere a nessuno, è ovvio, devono continuare a pensare che io viva del piccolo stipendio che ho in ufficio.

Così ho selezionato una signora col suo annuncio.
Italiana, acculturata e disponibile.
E' stata una tragedia, credetemi, doversi ritrovare ad appuntarle che "qui non ci è passata", "questa parte l'ha dimenticata" e sentirsi rispondere che era passata ovunque.

Ho imparato per esperienza che quando per casa tua passa un uomo, lascia chiari segni della sua presenza sotto la tavoletta del water.
E' ovvio che se io ti pago per pulire e poi ritrovo quei segni quando te ne sei andata, come minimo devo pulirli io.

Allora perchè pagarti per poi dover rifare tutto da capo?

Ecco come amo buttare i soldi :(

giovedì 1 settembre 2011

Bugie

lies

Mentire.
Credo sia un difetto di famiglia quello di amare l'indipendenza, quella più viscerale, e di non riuscire a convivere con quel senso di controllo matriarcale che la mia amata genitrice ha tentato di instillarmi fin da piccola.
Eppure, vittima di una strana forma di masochismo, amo impelagarmi in storie amorose dove la parola "controllo" fa da sfondo ad ogni situazione.
Forse perchè amo il rischio, adoro destreggiarmi nelle bugie ed uscirne indenne ogni volta, quasi annoiata ormai dalla facilità della cosa.
Studiare ogni particolare, avere una risposta pronta e dettagliata ad ogni quesito e imparare a lasciare oscuro qualche piccolo lato di me, pur convincendo il mio uomo di avere davanti una noiosissima ragazzetta docile e premurosa che non avrebbe mai nulla da nascondere.
Ho imparato a mentire bene grazie a mia mamma, donna dalle mille qualità, che a causa di una strana capacità divinatoria riusciva a sapere sempre ogni cosa di me, persino prima che io stessa ne venissi a conoscenza.
Ecco perchè mentire per me è divenuta un'arte, raffinata e attenta.
Ed ecco perchè non ho mai sofferto di sensi di colpa nel condurre una doppia vita più che soddisfacente.
E certo non comincerò ora.

Un posto chiamato Casa


Sono nove mesi ormai che son fuori dalla casa materna.
Ho preso questa decisione sotto impulso momentaneo, come ogni grande decisione della mia vita.
Ero sicura che dopo poco tempo mi sarei trovata a tornare con la coda tra le gambe da mia madre, invece ho imparato a cavarmela bene con le lavatrici, con le pulizie e persino con i fornelli.
Rimane sempre qualche dolore emotivo ogni volta che pago l'affitto, è così straziante sapere di dare certe cifre per un affitto, invece che per un mutuo.
Bisogna avere pazienza, lo so, a vent'anni anni, senza garante nè nulla di intestato in questa città è praticamente impossibile ottenere un mutuo anche solo per un box.

Masturbarmi è l'unica cosa che mi fa veramente bene, anche se non mi da un piacere duraturo e spesso devo dedicare intere ore a me stessa per una sessione riabilitativa.

Oggi abbiamo compiuto sei mesi col fidanzato e, al contrario di ciò che sembrava, pare ora non gliene importi un fico secco di queste ricorrenze.
Ieri ho passato in rassegna tutti i negozi di orologi di Roma sud con l'intento di trovare quel pezzo unico che lui tanto desidera.

Lo so, come al solito sono troppo generosa con chi invece tiene la corda corta con me.
Non so se dargli il regalo ora, perchè mi rendo conto che lui non ha certo intenzione di festeggiare questa ricorrenza.
Eppure mi sconvolge che non gliene importi nulla, ci sono rimasta davvero male...