lunedì 31 ottobre 2011

Violenze



Credo proprio che per certi miei dubbi dovrei rivolgermi ad un esperto.

Ad esempio, fin dalle più primordiali pulsioni sessuali ch'io possa ricordare, nelle mie fantasie c'è sempre stata molta violenza.
Sogno spesso di trovarmi in situazioni normali di vita quotidiana dove, d'improvviso, un uomo forte, un maschio Alpha, senza nemmeno curarsi della mia opinione al riguardo, decida di farmi sua con forza in luoghi anche poco consoni al sesso (e qui si aprirebbe un bel capitolo sui luoghi più strani dove sogno di fare sesso).

Fin dal mio primo rapporto ho dato sempre per scontato che le mie fantasie andassero assecondate, e forse qui è caduto l'asino, perchè tra la fantasia e la realtà, come le fiabe ci hanno insegnato, c'è sempre un grande abisso.

Non è difficile nel mondo d'oggi trovare qualcuno che ti faccia sua in modo autoritario e violento, il difficile è riuscire a sostenerne le conseguenze.
In quanto prostituta mi sono fin da subito specializzata in questo ruolo, dolce e sensuale, della donnina sedotta e stuprata.

Gli uomini di potere sono di due tipi.
Il primo (di solito italiani del nord o europei di origine germanica) ama esser sottomesso.
Il secondo, spesso più italico, ama sottomettere.

Dunque dopo i primi 3 o 4 appuntamenti con un cliente, di solito, ritengo di conoscere abbastanza bene l'indole del partner da poterne guidare le fantasie e, a volte in modo quasi automatico, si finisce sempre a colmare le mie di fantasie.

Lui che mi lega con corde immaginarie, mi schiaffeggia il volto e mi penetra "a sorpresa" mentre io mi divincolo implorandolo di fare piano.
L'eccitazione sale ad ogni mio mugolio di finto terrore, ansimo forte dalla paura e quasi piango dal dolore.
Provoco la fantasia di dominazione al punto da vederli lì cotti come non mai, sdraiati sul mio corpo riverso a penetrare ogni parte di me.
Il dolore è sempre vero, le implorazioni non sono frutto di fantasia.
Il mio piacere sembra venire proprio da questo.
Esser sottomessa mi fa impazzire.

Poi accade però una cosa strana.
Uscita dal mio appuntamento inizio a sentire il peso degli schiaffi, dei lividi sulle cosce.
Inizio a soffrire per il fondo schiena irritato e per i capelli tirati con violenza.

Sale d'improvviso un conato, come un odio feroce contro il mio aguzzino.
E dentro di me sento come una vocina che mi sussurra che è solo colpa mia, colpa mia se continuo ad amare la sottomissione che poi però mi fa stare così male.
Colpa mia se permetto ad un estraneo di violare il mio corpo e di lasciarlo lì, inerme a riflettere sul proprio dolore.

Quando deciderò di abbandonare questo mestiere, dovrò ricordarmi di questo dolore per dare un senso alla mia scelta e costringermi a non tornare sui miei passi.

venerdì 28 ottobre 2011

Aggressioni



Esco di casa per portare a spasso il cane.
Sono le 20 e in questo periodo dell'anno ormai è già buio.
Il mio cucciolo mette poco volentieri il guinzaglio, quindi percorro la via trafficata con lui in braccio, svolto l'angolo nella prima traversa dove solo il traffico locale fa si che qualche sporadica macchina entri nella strada per cercare parcheggio.
Metto giù il cane e mi dirigo verso il cancellone che delimita un terreno privato che il proprietario lascia aperto a chi ha i cani e vuol portarli a correre un po'.

Parcheggiata poco più avanti rispetto al cancello c'è una macchina con i fari accesi.
Non vedo la persona che la guida, ma questa vede me perchè mi "saluta" con i fari abbaglianti.
Per non risultare scortese alzo una mano e faccio un cenno di circostanza, poi con l'altra mano apro il cancello ed entro col cane nel prato, chiudendomi dietro l'accesso.

Sono stata aggredita da degli sconosciuti la bellezza di 3 volte in pochi anni e, per quanto traumatica sia tale esperienza, non ho mai smesso di uscire da sola di notte, seppur premurandomi di metter in atto qualche accorgimento necessario ad assicurarmi sempre ottime vie di fuga e qualcuno pronto ad aiutarmi.

Entrata nel parco e lasciato correre a destra e sinistra il cane, mi metto al telefono con mia mamma e mi incammino verso la parte più buia del sentiero.
Stare sotto la luce, ho scoperto, è troppo pericoloso perchè da troppo vantaggio a chi viene dal buio.
Stare al telefono di contro, però, segnala visivamente (luce dello schermo) e a voce la nostra ubicazione!

Passano pochi secondi da quando sono entrata, che la macchina di prima viene avanti e si parcheggia proprio davanti al cancello, a sbarrare l'uscita.
Il guidatore lascia le luci accese e scende.
Apre il cancello giusto lo spazio di entrare fisicamente e, senza fare un passo oltre, si piazza lì a guardarmi e sorridere verso il buio da dove arriva la mia voce.

L'unica cosa a cui ho pensato è stato che avevo ogni via di fuga sbarrata, per cui dovevo trovare un'alternativa per farlo spostare dal cancello e darmi la possibilità di fuggire.

Non volevo uscisse dal parco perchè aveva il vantaggio della macchina, così ho innanzi tutto fatto capire a mia madre, che ancora era al telefono, che ero in pericolo (ebbene si, dopo 3 aggressioni subite abbiamo un codice tutto nostro).

Poi mi sono per un attimo rimessa alla luce, in modo che l'uomo mi vedesse.
L'ho guardato.

Lui ha sorriso e io ho sorriso di risposta, invogliandolo ad entrare nel parco.

Mentre lascia finalmente libero il passaggio, avviandosi all'interno del terreno, io ritorno nella zona d'ombra e mi piazzo accanto ad una proprietà dove so che c'è un rotweiler che abbaia sempre quando passano gli uomini.

Grazie al cielo i miei calcoli erano giusti e, al buio e senza conoscere bene il parco, il soggetto cammina a passi felpati sull'erba finchè il Rotweiler non si scaglia contro la rete con l'idea di aggredirlo e lui fa uno scatto degno di una pantera per tornare indietro sui suoi passi, uscire dal cancello e dirigersi in macchina ansimando come un bambino aggredito.

Al chè acchiappo il mio cane e approfitto della sua distrazione e del passaggio libero per uscire dal cancello, buttarmi in strada e urlare al telefono (in modo che potesse sentirmi)
- che era arrivato il mio fidanzato a prendermi (cosa non vera)
- e che "Uh, guarda, che ci fa qui una volante dei carabinieri?"
(cosa vera, la fortuna ha voluto che passassero proprio in quel momento in una stradina privata, buia e con un aggressore dall'aria innocua pronto a farmi a polpette).

Tranquillizzata mia madre al telefono ho dovuto avvertire il mio ragazzo che mi venisse ad accompagnare.

Appena arrivato in soccorso, si è nascosto dietro una macchina e mi ha ordinato di svoltare l'angolo da sola "voglio vedere che fa.."

Subito l'uomo sposta la macchina a bloccare 'stavolta l'uscita dalla strada e scende dalla vettura seguendomi.
Sbuca fuori il mio ragazzo, vedo che lo segue mentre il tizio segue me.

Ad un certo punto da un portone poco lontano scende una ragazza.
Alta, mora, con i capelli lisci e vestita molto casual.
Al buio avrei detto che si trattava di una mia sorella segreta.

Sento che urla "Roberto, amore, dove vai? Dai che siamo in ritardo!"

L'uomo la guarda interdetto.

Si gira a guardare di nuovo me, con uno sguardo interrogativo.

D'improvviso capto il significato di un gioco che lui pensava di fare con la sua ragazza, senza accorgersi, al buio, che quella povera preda era un'estranea con un cane e non la compagna che aspettava.

Torna indietro verso la fidanzata, entrano in macchina e si baciano appassionatamente.

Il mio ragazzo mi raggiunge e sentenzia:
"non ci credo per niente che ti abbia scambiato per quella babbiona, e poi tu hai il cane, non gli è venuto in mente che potessi essere qualcun altro?"

Ma in fondo so che è solo colpa mia, perchè per carineria ho salutato qualcuno che mi faceva gli abbaglianti senza nemmeno conoscere l'identità del personaggio che vi si nascondeva dietro.

martedì 25 ottobre 2011

Blogger




A 13 anni ho iniziato il mio primo blog.
Figlia di genitori informatici la cosa pareva più che naturale.
L'ho sempre usato come fosse un diario segreto, fino a quando, 16 anni e troppe chiacchiere, ho iniziato a scontrarmi col fatto che le persone mi riconoscevano, risalivano alla mia identità o, peggio ancora, coloro che conoscevo nella vita "reale" scoprivano il mio blog con tutti gli sfoghi che magari li riguardavano pure.

Non ho mai violato la privacy di nessuno, e la mia grazie al cielo è stata graziata da un saggio uso della blogsfera.
Ho creato dei forti legami negli anni.
Commenti e opinioni scambiate con naturalezza da persone nascoste dietro uno schermo mi hanno permesso di crescere molto e di aprire la mente a nuove realtà.
Le blogger che commentavano sono diventate amiche anche nella vita reale, e la vita reale è piano piano sparita dal blog, col passare degli anni.
Lavoro e amicizie "informate" mi hanno costretta ad abbandonare i temi della mia vita privata e il blog è diventato improvvisamente impersonale e, per me, solo un mezzo inutile.

Non potevo più sfogarmi nè pubblicare opinioni.
Non potevo riflettere su nulla senza che questo si ripercuotesse nella mia vita di tutti i giorni.
Così ho chiuso i battenti.

Il bilancio di tanti anni di blogging è sempre positivo nella mia memoria.
Oltre alle splendide amicizie instaurate, dà sempre molto conforto leggere e-mail di persone che ti chiedono "Quando tornerai a scrivere?" o vedere che c'è ancora gente per strada che mi riconosce (il chè a volte è stato alquanto imbarazzante!).

Nessuno di loro, è ovvio, sa che in realtà scrivo ancora, che ho da qualche settimana aperto questo blog e che finalmente ho uno spazietto completamente anonimo dove scambiare opinioni e dove sentirmi di nuovo libera di scrivere quel che cavolo mi pare.

La vita è strana, ci fa salire tanto per poi ributtarci giù, ricominciare tutto da capo come fossimo una persona diversa, come se questi ultimi dieci anni avessero partorito una nuova "Me" il cui bisogno di aprirsi al mondo, però, rimane invariato e probabilmente non morirà mai.

Drammi femminili



Io e le profumerie non andremo mai d'accordo.
Sarà perchè da piccola mia mamma mi portava in giro per negozi e in quei posti tutti arredati con mobili lucidi e faretti neon non mi ci faceva mai entrare.
Sarà perchè le commesse sono sempre perfettine, i prodotti sempre costosi e l'ambiente solo femminile.
Insomma, non so dove sia la radice, ma il mio odio per le profumerie è davvero grande.

Di solito io entro, compro e scappo.

Ieri sono entrata con questo scopo e con orrore ho dovuto costatare che lo scaffale dove doveva trovarsi il mio fondotinta era letteralmente vuoto.
Visto lo shock iniziale, una pronta commessa è corsa puntuale ed attenta a spiegarmi che del mio fondotinta stanno rifacendo il packaging e che quindi hanno ritirato il prodotto dal commercio per permettere il lancio su grande scala del nuovo (a cui, senza dubbio, alzeranno anche il prezzo).

Io ho studiato marketing, dunque so bene che queste mosse pubblicitarie sono importanti per ogni azienda che si rispetti, al fine di rilanciare prodotti di punta che possono perdere smalto e attrattiva agli occhi delle giovani generazioni di consumatori.

Quello contro cui però vorrei ribellarmi è la frequenza con cui noi consumatrici "abituali" siamo costrette ad arrangiarci di fronte una tale imposizione.

Non nascondo una scorta di dieci fondotinta nel cassetto, quindi chiedo alla commessa quando pensa che tornerà il prodotto di sempre sullo scaffale di sempre.
E mi risponde che non lo sa.

Dunque nessuno ti avverte che cambieranno il prodotto, nessuno ti dice se quello nuovo costerà il doppio o avrà componenti diversi e nessuno ti sa dire quando arriverà sullo scaffale.

Però ti offrono un'ampia gamma di prodotti alternativi.

Sei mesi prima avevo subito la stessa ingiustizia con il fondotinta precedente.
Letteralmente sparito dal mercato.
Quello che doveva sostituirlo era liquido come acqua di stagno.
Settimane di stress dovute ai vari tentativi di trovarne uno adatto alla mia pelle.
Soldi buttati e viso distrutto dalle prove.
Poi avevo trovato pace con questo prodotto e ora me lo tolgono dal mercato.

Ah, ovviamente il tutto pochi giorni prima della laurea di una delle mie migliori amiche, occasione in cui presentarsi senza fondotinta potrebbe creare scandalo generale con foto-ricordo dell'evento e articolo di giornale che su scala nazionale annuncia il declino della tua gioventù e bellezza a conferma del fatto che anche tu stai invecchiando e che la tua immunità dalla volgarità sia ormai al termine della sua efficacia.

Ebbene si, lo ammetto con una punta di vergogna:
Sono disperata!

lunedì 24 ottobre 2011

Masturbazione



Per quanto la masturbazione femminile sia ancora ritenuta uno strano tabù che, nei secoli, ha visto un grande seguito di persecutori, si va sempre più diffondendo l'errata idea che esso sia un semplice mezzo per raggiungere piacere utilizzato da coloro le quali non abbiano altre alternative.

Io dal mio canto ho sempre praticato l'arte della masturbazione concentrandone l'utilizzo soprattutto in periodi di grande promiscuità.
Mi sono formata l'idea, quasi la convinzione, che più si fa sesso e più si ha bisogno di esso.
Come una droga, ogni giorno passato senza un compagno di letto diviene un buon motivo per riempirmi dei miei umori masturbandomi in solitaria.
E per quanto le fantasie siano ricorrenti spesso mi ritrovo a cogliere un piccolo particolare della mia vita vissuta, a conservarlo nella mia memoria, e a tirarlo fuori quando sono sdraiata con una mano che provoca i miei umori.
Non è ancora ben accetto dalla mia metà il fatto che io osi tanto in sua presenza e, anzi, per lui è come fosse un semplice invito a sostituirmi nell'espletazione del compito.

Ricordo come fosse ieri quella volta che ero con un mio ex storico in macchina sull'autostrada diretta al mare, lui guidava e non voleva lo toccassi, così decisi di masturbarmi sul sedile del passeggero mentre lui non riusciva più a concentrarsi sulla guida.
Il suo auto-controllo provocò in me diversi scompensi, insicurezze e forte delusione.
Da allora però non passò giorno senza che tirasse fuori quella storia come fosse una fantasia nascosta che provocava ogni sua nuova pulsione.

E voi come la vivete?
In coppia secondo voi l'auto-masturbazione è un ospite di troppo o una variante interessante?

Mora, moretta..



Avrei capito se il parrucchiere fosse stato straniero o se fossimo nati in città diverse con dialetti lontani per cadenze e accenti.
Avrei capito se gli avessi lanciato messaggi contrastanti tipo
"Si, più scuri ma non troppo, chiari ma non biondi" etc.

Ma io, pur lasciandogli "massima fiducia" gli ho spiegato chiaramente che
- ODIO avere i capelli troppo scuri perchè la mia carnagione si avvicina pericolosamente al bianco latte e il contrasto mi infastidisce la vista;
Ma. E dico Ma...
- non li voglio biondi perchè difficilmente potrei abituarmici io che nascevo decisamente mora.

Così lui ha deciso insindacabilmente di fare di testa sua, applicando alla mia capigliatura un colore di base che potrebbe essere il mio naturale e schiarendolo qua e là con qualche colpo di sole castano.
Il suo intento, esplicato alla fine del trattamento, era quello di evitarmi la scocciatura di colorare la ricrescita tutti i mesi.
Ma a una che spende una larga porzione di stipendio al parrucchiere, non può certo interessare questo discorso, quando il risultato è così diverso da quello richiesto.
Ecco perchè non pubblicherò una foto del "dopo" che sarebbe ancor più traumatico del guardarsi allo specchio.

Insomma, per non dilungarmi troppo, ho speso 90 euro per ottenere un colore che non vada rifatto di volta in volta.

Ho trovato un uomo più pratico di me, credo sia convinto di avermi fatto un piacere e compiuto un capolavoro.

Bah.

In ogni caso la cosa più che positiva di tutta questa esperienza è che ho finalmente incontrato la ex del mio ragazzo.
Questo parrucchiere in effetti è più il suo che del mio Uomo, per quanto lei abbia iniziato ad andarci perchè lo conosceva tramite lui.

Sono stati insieme parecchio tempo. Una storia che ha lasciato nella mia dolce metà un grande buco nel cuore.
E dopo mesi in cui ho osservato le volgari foto di lei tramite facebook (un troione col profilo aperto, che eleganza!) ho finalmente avuto l'occasione di controllare da vicino le caratteristiche fisiche della donzella.

Il viso, a dispetto delle foto, è molto meno volgare del previsto.
E' bionda come la Anderson, è vero, ed ha più o meno lo stesso carico di trucco sul viso di una porno-attrice.
Ma i lineamenti sono molto più morbidi e la vocina stridula colma di cadenza romanesca genera più tenerezza che fastidio.
Pensavo di trovarmi minacciata, ma mi sono scoperta intenerita da quella bimbina di vent'anni che lotta per mascherare la sua insicurezza.
Quando poi si è alzata in piedi ho avuto la conferma che una minaccia proprio non può esserlo.
Alta più o meno la metà di me ma con i miei stessi chili.
Come se a me dessero una bastonata in testa per rimpicciolirmi.

Detto tra noi, insomma, è una chiattona senza tette con un casco di banane in testa e una voce da scoiattolo romanesco.

sabato 22 ottobre 2011

Cambiamenti

Tra un'oretta mi aspetta il parrucchiere per rivoluzionare un po' la criniera...
Ha sentenziato che
"E' finita l'era del taglio da vecchia, del colore smorto e senza carattere".

Vedremo come andrà a finire e se ne usciremo vivi.
Intanto io e miei attuali capelli ci salutiamo con una fotina celebrativa.

Have a good w.e.!



[sorry, ho tolto la foto. Troppo riconoscibile ^^]

venerdì 21 ottobre 2011

Palestrati

Ieri sera terza lezione di total body con le ragazze.
La gente in quella palestra ci osserva con curiosità.
Siamo quattro "ragazzine", determinate e concentrate.
Ci concediamo a poche chiacchiere ma a simpatici sorrisi con il trainer e con i proprietari.
Siamo nuove della palestra, è inevitabile che tutti gli uomini ci osservino, ma a volte mi sconvolge quanto siano espliciti.

Circa un anno fa frequentavo un ragazzo che in palestra ci viveva.
Aveva poco meno di 40 anni ma non arrivava a dimostrarne nemmeno 30.
Neanche di cervello.
Si chiamava Alessandro qualcosa.
Era simpatico, e si vedeva che sotto sotto era buono.
Purtroppo (per lui) però, usciva da una storia straziante quando mi ha conosciuta, una di quelle situazioni che ti stravolgono ogni idea di amore.
Così io mi son beccata la sua versione più sbandata e, detto inter nos, non è che io sia molto flessibile quando si parla di uomini.

Ok che mi sgridano tutti perchè sono troppo esigente, ma lui superò il limite quando si mise in macchina, con me accanto, mezzo ubriaco a correre sulla Colombo.
Lì per lì piansi dalla paura, visto anche che aveva un'auto che arrivava tranquillamente ai 280 km/h.
Appena riuscii a mettere piede a terra gli urlai contro di tutto e lo mandai a quel paese.

Non mi interessa quanto male stesse emotivamente, quanto sconvolgente fosse quel periodo.
Se hai ME accanto, gli eccessi li devi cancellare dalla tua vita, altrimenti rimani con loro e dimentica me.
Giusto?

Comunque, dicevo, Alessandro era un vero e proprio malato di palestra.
Dieci anni prima era uno dei Centocelle Nightmare (spogliarellisti molto famosi nella capitale)
Ora faceva addirittura il consulente d'immagine per ricche signore e, si lo ammetto, sotto sotto sono sicura che facesse anche l'accompagnatore, magari nel suo passato più remoto, ma lo faceva!

Come tutti gli uomini che non mi pagano, anche lui ha dovuto sudare per avermi nel suo letto e, come tutti gli uomini in generale, se dopo la prima volta non sei stato un re sotto ogni aspetto, stai tranquillo che una seconda non ci sarà mai.

E così fu con lui che mi fece passare ore di goduria fisica non indifferente, lanciando commenti stupiti su come facessi bene l'amore.
Disse chiaramente: "Mi fai pensare male se a 22 anni sei così brava...!"
Sorridendo gli risposi che poteva pensare quel che voleva, tanto la spogliarellista io non l'ho mai fatta!

E fu da lì che, ancora caldi dei nostri umori, nacque il discorso che pose fine al nostro ipotetico futuro di coppia.

Ricordo come fosse ieri che iniziò tutto con una frase tremenda:
"Però posso farti una piccola critica?"

Gli risposi di no, non era nemmeno lontanamente il momento per una critica.
Siamo nel letto nudi, abbiamo appena finito di sorpassare la fase due di una coppia che si conosce, e lui parte con le critiche?

"Dovresti curare di più il tuo fisico, fare palestra, sei così giovane e la tua pelle già sta cedendo alla gravità!"
Non ricordo bene le parole che usò, forse furono più delicate, ma ricordo bene che avrei voluto tappargli la bocca col nastro adesivo e riempirlo di calci.

Come avrei potuto pensare di passare le mie giornate con un idiota che si riempiva di siringhe il viso (ebbene si, faceva anche questo) per combattere il suo terrore della vecchiaia e, per consolarsi, avrebbe volentieri passato il tempo a criticare le mie natiche?

Di quei giorni ricordo solo che io mi allontanavo e lui mi inseguiva.
Regali costosissimi (che gli restituii) per sanare il suo comportamento da imbecille.
Mesi di sue telefonate e messaggini che riuscirono a mandare a monte persino la mia storia successiva (lì si parlava di gelosia acuta), e alla fine un incontro casuale che ci permise di chiudere con decenza tutti i nostri rapporti.

Di questa piccola meteora sentimentale, m'è rimasto molto dentro.

Mi è rimasto l'orrore per le chiacchiere post-coitali,
l'orrore per i palestrati e
l'odio per i cofanetti di Tiffany
(per quanto, lo ammetto, su quest'ultimo punto potrei sempre piegarmi! ehehe)!

giovedì 20 ottobre 2011

Viola

Tubino viola sbracciato in cotone pesante con gonna al ginocchio.
Calze nere coprenti e decoltè nere.
Coprispalle allacciato sul collo e cinta a vita alta.
Praticamente una suora in tempo di quaresima.

Indovinate il primo commento delle colleghe?

"No no" - sventolando il dito per aria - "Questo vestito non va bene per l'ufficio!"
Poi, con molta grazia ed eleganza, fanno gesti che vogliono indicare la poca lunghezza della gonna.

Ma se una si rifiuta di andare in scarpe da ginnastica in ufficio non dovrebbero lodarla invece di criticarla?

Che nervi....!!

Bollenti spiriti



Non c'è niente da fare.
Per quanto i miei clienti siano così carini da preoccuparsi sempre del mio benessere fisico, oltrechè economico, l'Amore che mi fa girare la testa, il sesso più bollente e che più di tutti mi sazia è quello col mio Uomo.

A volte mi domando come sia possibile che nella vita proprio quello che vorremmo più spesso con noi risulti invece più raro da trovare.

Insomma, se voglio del sesso ad arte ne ho a bizzeffe, se voglio fare l'amore col mio ragazzo devo aspettare come un micetta che lui sia dell'umore giusto, che non sia troppo stanco, che sia tranquillo e rilassato.

Quando sei abituata ad avere gente che ti salta addosso, ti rendi conto di quanto possa esser svilente un uomo che aspetta sempre una tua iniziativa.
E spesso, anche dopo essa, lui si fa desiderare e rimane un casto compagno abbracciato a te nel letto.

Ma perchè fa così?
Gliel'ho anche spiegato (c'ho girato intorno tantissimo prima di riuscire a parlargliene) che se dormiamo insieme e 4 giorni su 5 lui mi si addormenta accanto, poi il quinto sono io a saltargli addosso.
Ed è normale che non mi vada di passare sempre per un'aggressiva micia in calore.

Così pare che solo quando gli anticipo che lo sto invitando per farmi un po' "coccolare" allora lui si prepara mentalmente e mi regala momenti di vera passione amorosa.

Non so che pensare.
Eppure ogni volta che mi è vicino i suoi umori quasi esplodono nei pantaloni.
Glielo dico spesso, di come amo le sue erezioni che gratificano il mio ego come nessun altro.
Ma certo non si può ogni volta raffreddare a forza i bollenti spiriti.
Rischio di impazzire così!

Ma secondo voi che devo fare???

martedì 18 ottobre 2011

Lavoro sodo..



Ciò che da sempre strazia le mie giornate è il mio estremo bisogno di certezze, di sicurezza.
Quando una passa i primi quindici anni della propria vita in balia di eventi davvero traumatici, di solito il primo scopo della sua esistenza diventa l'avere il controllo totale delle proprie azioni, dei propri spazi e dei propri obbiettivi.

Così sono arrivata ad un eccesso contrario, quello della mania di controllo.

Programmo ogni cosa con perfezione maniacale, sono il Furio di Verdone applicato alla vita di una puttana in carriera.
Ho un'agenda troppo ben organizzata che mi detta persino il tempo per rilassarmi.

So, ad esempio, che se non passo almeno una sera a settimana senza vedere anima viva, posso impazzire di brutto.
Così ieri è stata la "mia" serata con me stessa, in casa sul letto a guardare la tv (ormai sto imparando ad apprezzarla!).
E mentre sbrigo le faccende mi compiaccio dell'indipendenza, della tranquillità e dell'equilibrio mentale conquistato negli ultimi 8 anni, da quando il capitolo più brutto della mia vita s'è chiuso lasciandomi vivere in modo normale, lontana dalle violenze di un padre malato e ora, da 10 mesi, lontana dal controllo di una madre in preda all'ansia.

Ho offerto una cena al ristorante alla mia cara genitrice, dopo il lavoro.
Ci siamo scambiate quattro chiacchiere costruttive.
Le ho detto molto chiaramente che ho intenzione di sfruttare l'asse ereditario per ottenere un immobile tutto mio. Le ho raccontato dei miei giri per banche, di come non ti diano un mutuo nemmeno se presenti l'acconto in contanti sul tavolo.

Economicamente non ho mai chiesto una mano a nessuno, da quando ho tredici anni.
E me ne compiaccio.
Ma a 23 anni, trovarsi da 9 nel mondo del lavoro e non avere qualcosa di veramente TUO, qualcosa come un tetto sotto cui dormire dal quale non c'è rischio che ti caccino, be'....per me è davvero svilente.

Così il mio programma per questa metà del 2011 va avanti.
Ho iniziato un corso di total body, voglio dare una rassodata a questo sedere calante, ho indottrinato il mio Uomo sull'arte del risparmio e pare che abbia intuito la grande soddisfazione che si prova nel "mettere da parte" qualche soldino, perchè ora è tutto arzillo e col conticino che sale.
Mi dedico spesso a me stessa e ho intenzione di non lasciare nulla indietro.
Ho deciso inoltre di organizzare periodicamente incontri con la mia famiglia, anche con quelli che, sparsi per l'italia, spesso dimenticano la mia esistenza.

Non è possibile che continui a vivere sul cucuzzolo della mia montagna, lontana dagli altri.
La mia famiglia è fatta così, si chiude in se stessa ed è composta da individui che a malapena si telefonano una volta l'anno.

Io voglio ricreare un ambiente sereno fatto di legami sinceri, voglio acquisire un vero senso di famiglia per poi un giorno costruirne una mia su basi concrete.
Voglio avere un futuro saldo, senza ricchezze nè eccessi, ma solo pieno di piccole soddisfazioni conquistate giorno dopo giorno.

Sono convinta che la chiave della felicità sia in ciò che uno si guadagna da solo e lavorare sodo è quello che mi è sempre riuscito meglio.

lunedì 17 ottobre 2011

Gita


Ed eccoci qui, al ritorno da uno splendido w.e. a spasso tra Lucca e Pisa, a trovare con la mia metà un po' di pace incontrando amici suoi e miei che di rado si ha la possibilità di vedere.
E alla notizia che nel weekend sarei stata fuori, giovedì e venerdì mi sono toccati gli straordinari con i clienti che a volte si scatenano in una lotta all'appuntamento.
Ma certo fa piacere sapere di potersi permettere un fine settimana coi fiocchi, fatto di ottimi pranzi e cene, passeggiate e shopping e tanto tanto relax.
Non vedo l'ora di poter replicare una gita così, senza pensieri nè orari organizzati, solo con la voglia di stare col mio Uomo e con i nostri amici, a spasso tra cultura, cibo e grasse risate!

Scelte

Sono un'amanuense, quindi rispondo al commento di Roby qui:

Come avrai notato la mia coerenza è molto relativa vista da fuori, eheh!

Per quanto a volte senta la mia vita parallela più come una passione che come un lavoro vero e proprio, so bene che non potrò fare questo per sempre.

Il fatto di aver avuto davvero delle brutte esperienze con gli uomini mi ha molto indurita, lanciandomi a volte in un forte sconforto dovuto alla convinzione che l'Amore fosse solo un sentimento utopico, creato dalla mente umana per dare un senso a questa vita.

Percorrendo però questa strada di cinismo, ho conosciuto chi mi ha stravolto ogni immagine dell'Amore.

So con certezza che potrebbe essere l'ennesimo dolore, ma ho deciso che a questo dolce ragazzo voglio donare tutta me stessa e, dando tempo al tempo, rinunciare presto alla mia seconda vita in favore di una, più completa e VERA con lui.

Chiamami ipocrita, ma non potrei mai stare con un Uomo che accetti di dividermi con altri.

So che è complesso come ragionamento, difficile da condividere.
Ma una volta razionalizzata, ho capito da dove deriva questa mia esigenza.

Ho sbagliato tanto negli anni, del resto in gioventù niente può esser fatto in base ad una maturità che non si possiede.
Ma ho trovato persone che a muso duro mi hanno dato un forte stimolo a cambiare, a percorrere vie più felici.

Così come ho trovato chi mi ha chiuso una porta in faccia quando mi sono data ad esperienze poco sane, facendomi capire che certi eccessi non possono coesistere con la felicità.

Allo stesso modo so che un Uomo che davvero può rendermi felice, non è lo stesso che può accettare questa mia vita parallela.

Continuerò a fare questo con uno scopo molto chiaro: capitalizzare.
E tra un anno e mezzo, se saremo ancora insieme, uniti nel nostro obiettivo comune nel bisogno di costruire una vita di coppia, darò una svolta alla mia individuale chiudendo col mondo del sesso a pagamento e dedicandomi completamente ad un nuovo capitolo fatto di noi due.

venerdì 14 ottobre 2011

Svolte...



Il fidanzato ha perso la brocca.

Ieri ha iniziato un discorso serio, tutto impettito com'era per l'evidente sforzo di programmare un cambiamento serio e importante nella sua vita, e ha iniziato a raccontarmi che a dicembre 2012 finirà di pagare le cospicue rate della macchina (un' Audi che gli costa come un Porsche), che poi per 4 o 5 mesi metterà gli stessi soldi da parte e poi...
"prendiamo un appartamento insieme!"
.

Per quanto il diavolo razionale dentro di me cercasse di suggerirmi di andarci cauta, qualcos'altro ha preso il sopravvento, ed ho urlato di gioia.
Ho passato gli ultimi dici anni a destreggiarmi tra 3 importanti storie con uomini veramente molto più grandi di me.
Una dopo l'altra, queste esperienze mi hanno convinta che gli uomini non sappiano assolutamente impegnarsi seriamente e con determinazione su un obiettivo di coppia, se non costretti da situazioni quali gravidanze non programmate o genitori autoritari che imponevano un limite temporale al periodo del cazzeggio giovanile.

Ma non pensavo che dando la possibilità ad un mio coetaneo di dimostrare il proprio valore, potessi rimanere piacevolmente stupita nello scoprire che la maturità non è affatto una questione anagrafica.

Questo giovane pulzello, invece, mi stupisce ogni giorno con la sua motivazione, la sua serietà e razionalità.
A soli 24 anni ha accumulato 9 anni di lavoro alle spalle, come ho fatto io.
Tolti tutti gli sfizi del mondo, dall'automobile costosissima alle vacanze folli, dalle serate in discoteca ubriachi agli after hour lavorativi, è ormai da un anno e mezzo che lo conosco e che lo sento ripetere che sta costruendo la sua casa, che vuol acquisire delle proprietà in Calabria, che vuol aprire un magazzino edile proprio.

E la cosa che amo di me, e che tutti i miei ex mi hanno sempre riconosciuto, è che ho come il dono di motivare le persone nel conseguire anche gli obbiettivi più difficili, al punto che spesso in passato ho trovato io per gli altri una vera passione da trasformare in fortuna.

Il mio primo fidanzato, 4 anni insieme, amava "azzardare" nuove scommesse economiche.
Gli ho fatto investire qualche centinaia di euro in capi d'abbigliamento, gli ho aperto un negozio online di moda e l'ho avviato al mondo dell'imprenditoria.

Il mio secondo fidanzato, figlio di un mondo di ricchezza e agi, non riusciva a trovare uno scopo nella vita, ricco come era nato, senza bisogno di lavorare e senza voglia di studiare.
Gli ho regalato per natale una macchina fotografica professionale e un corso di fotografia. Ora fa il fotografo in giro per il mondo e potete scommettere che diventerà "qualcuno".

E la mia terza storia "importante", durata appena il tempo per lasciarmi col cuore distrutto, mi ha visto rispedire a casa un ragazzo di paese che lottava per diventare "qualcuno" in città, nel mondo dello spettacolo, senza rendersi conto che avrebbe potuto costruire tanto nel suo paese.
"Hai i mezzi necessari per aprire una rivendita di legna accanto al magazzino edile di tuo padre, io fossi in te non ci penserei un minuto di più".
Non dimenticherò mai le ultime sere passate insieme a stilare il programma di investimento sui macchinari necessari per quel progetto.
E...indovinate un po' cosa fa ora il mio ex?
ahahah, avete capito bene! Rifornisce di legna mezza campagna romana!

La vita è proprio strana, ci regala forti emozioni anche se poi i dolori lasciano sempre un solco tremendo e insanabile.

Ho deciso ormai da tempo che io quel solco non voglio nemmeno considerarlo, e che qualsiasi cosa accada sul mio percorso, io continuerò sempre fiera e contenta di essere me stessa libera da ogni costrizione.

E ho deciso di dare una possibilità a questo splendido ragazzo, la possibilità di realizzare un sogno insieme, impiegando ogni mezzo per raggiungere il nostro obbiettivo.

E poi, chissà, vedremo la vita cosa ci riserva!

giovedì 13 ottobre 2011

World Wide Web

Nata in una famiglia di informatici e programmatori, fin da piccina ho vissuto una vita immersa nella tecnologia, fatta di "comodità" che davo per scontato e che erano entrate a far parte della mia routine.

Il televisore ha smesso di esser interessante quando avevo 13 anni ed è stato sostituito dalla banda larga, dai blog, dalla tv in streaming e dai programmi americani visti in diretta online alle 2 di notte per non perdermi l'ultima puntata del mio serial preferito.

Il mondo che mi circondava fuori di casa era avvezzo alla critica nei confronti della rete, al giudizio negativo e poco consapevole sulla blogsfera e sulle chat, che invece io frequentavo fin da piccina.

Per quanto i miei genitori siano sempre stati supervisori attenti della mia attività online, quello che ha maggiormente istillato in me sempre forte curiosità, era la fame di conoscenza, di informazione.

La rete, del resto, ha sopperito a molte delle lacune create dal discutibile percorso scolastico che mi ha accompagnata fino ai 15 anni quando, finalmente, sono riuscita ad entrare in un liceo degno di questo nome ricevendo insegnamenti da professori seri e davvero bravi.

Sono stata fortunata, al liceo, grazie al cielo indirizzata verso quella specifica sezione di quella specifica scuola.
E non possono non ammettere di aver passato 5 anni da incubo, tra ore di studio fino a notte fonda, forti ansie da prestazione (o da interrogazione) e incubi notturni sui compiti in classe.

La competizione nella mia classe è sempre stata molto forte.
Del resto in primo liceo eravamo in 31, tutte belle alunne femmine, tutte agguerrite e convinte di primeggiare.
In quinto siamo arrivate in 13, come un popolo sterminato dalla fame, la metà di noi era stato stroncato dalle bocciature.

E ripensando alla tecnologia che ha sempre invaso quasi monopolizzandola, la mia vita, era al liceo che soffrivo di più la totale assenza di uno spirito tecnologico nelle mie amiche.
L'idea che molte di loro non avevano nemmeno una connessione internet a casa mi scioccava, e la consapevolezza di non potermi fare una sessione di studio in video conferenza con le mie colleghe mi atterriva.
Mi chiedevo come e quando avrebbero preso coscienza che la vita non è solo fatta di studio ma che "arrangiarsi" e approfittare di ogni mezzo per semplificarsi la vita non è certo un reato.

Grazie al cielo poi è arrivato Facebook e, come per magia nel 2008, quando ormai il liceo era finito da più di un anno, le mie ex compagne di classe hanno acquistato un cavo, un modem, un abbonamento e sono tutte comparse in rete, quasi a dimostrare la teoria che finito il liceo si cambi davvero vita.

Talmente si cambia vita che all'università ho affrontato fin da subito il discorso "tecnologico" con i compagni e con qualcuno del primo anno abbiamo creato un forum del nostro corso.
Scambiandoci appunti e dispense, aiutandoci a vicenda, organizzando delle sessioni di videoconferenza e imponendole anche ai professori, abbiamo dato una bella svolta al modo di affrontare il mondo accademico.
Soprattutto visto che molti, come me, lavoravano già full time e non potevano certo seguire le lezioni!




Crescendo mi rendo conto come la mia elasticità mentale che aiuta l'apprendimento, si stia man mano atrofizzando.
Se non avessi studiato da sola il linguaggio html e un po' di java all'età di 14 anni, probabilmente adesso non avrei certo la capacità di mettermi a studiare da zero certe nozioni.
E vedendo il mondo che va avanti, avendo un fratello più piccolo che già lavora nel settore informatico, mi rendo conto come, nonostante gli sforzi, io rimanga sempre in dietro su molti meccanismi tecnologici che si sviluppano da un giorno all'altro e che, per molti, entrano subito a far parte del quotidiano.

Da dieci mesi, ormai, vivo da sola in un monolocale in affitto.
Niente rete telefonica vuol dire niente adsl, niente banda larga, e quindi ci si arrangia con una chiavetta internet che regala momenti di forte sconforto dovuti alla lentezza delle risposte che può regalare una rete del genere.

Lo streaming è ormai un ricordo del passato, le chat un mondo divenuto sconosciuto, le e-mail e i social network si consultano dal cellulare e quel mondo della blosfera che per tanti anni mi ha resa persino un po' celebre, l'ho abbandonato in favore di questo diario molto intimo e assolutamente anonimo che mi fa più da sfogo online che da veicolo di conoscenza.

Ed è divertente passare del tempo con il proprio fidanzato, colui che l'anno scorso non sapeva nemmeno accendere un computer, e che ora si allinea con me nel cercare di utilizzare il "giusto" questo enorme mezzo che è internet.
Inciampa ancora spesso nelle sue vecchie idee di "ricerca meccanico/telefonica" delle informazioni.
Come se la tradizione orale facesse ormai parte del proprio modo di consultare le nozioni che il mondo ha da offrire.
Ma conoscere, scoprire e curiosare sono primarie necessità per chi è nato nel mondo moderno e ha coscienza dell'immensità di notizie che ci travolge ogni giorno.

Ecco perchè ho la netta impressione che questa mia curiosità non si spegnerà mai, nemmeno se si spegnesse il World Wide Web!

mercoledì 12 ottobre 2011

Sesso, Amore e Soldi

Ci sono tre cose di cui non posso fare a meno nella vita.

Sesso, Amore e Soldi.




Mi hanno descritta spesso come una innamorata dell'amore, più che degli uomini e, per anni, mi sono ribellata a questa definizione trovandola così umiliante da rifiutarla con tutta me stessa.
Finchè poi non ho capito che in fondo forse hanno ragione, sono innamorata dell'amore perchè quando sono "single" divento una iena con progetti quali la conquista del mondo, l'uccisione di ogni concorrente in ogni campo e la coltivazione accanita di azioni eccessive e provocatorie nei confronti di tutte le regole sociali imposte.

Ma quando sono "in coppia" divento un angelo che trova la propria pace. Mi dedico al mio uomo, riscopro un equilibrio quasi etereo e adotto una stabilità che mi rende la persona più saggia dell'universo, in grado di superare grandi dolori e combattere battaglie degne di un guerriero.

Amo i soldi.
Li ho sempre amati.
Forse non è un caso che a 13 anni passassi già tutti i pomeriggi dopo scuola a lavorare e appena un anno dopo fossi l'adolescente più ricca del quartiere.
Amo guadagnare, accumulare, contare le banconote una ad una, inserendo in un foglio Excel tutti i miei conti come una vera maniaca certosina, sviscerando schemi statistici sulle mie spese per controllare qualsiasi eccesso.
Il momento che più amo è quello che precede la mia visita in banca.
Seduta sul letto riverso i miei soldi sul copri-piumino, li conto due volte, arrotolo le banconote con un elastico, compilo il modulo bancario e poi mi reco in banca a versare.

Amo il sesso.
Il sesso come sfogo di ogni istinto primordiale e il sesso come somma arte divina.
Amo creare desiderio ed aspettative per poi assecondare il partner in ogni sua fantasia.
Adoro analizzare la psicologia del mio cliente per poi sorprenderlo regalandogli esperienze che non sapeva nemmeno di desiderare.
Amo sentire ognuno di loro decantare le mie qualità e tessere lodi alla mia bravura.
Amo sentirli parlare apertamente come farebbero con uno psicologo, vedere come riesco a farli sciogliere completamente.
Amo sentirmi penetrata da un uccello eccitato mentre gli occhi del suo proprietario sono fissi su di me.
E mentre ansimo di piacere, amo vederli compiaciuti del modo in cui riescono a soddisfarmi, di come la loro virilità torni alla ribalta d'improvviso, spazzando via ogni problema della loro vita, ogni frustrazione dalle loro giornate.

Ma più di tutte queste cose amo la Libertà, irrinunciabile presupposto che mi permette di scegliere come vivere la mia vita, cosa amare senza esser costretta a scegliere.
E per quanto qualcuno insista nel propormi questa necessità come segno di poca saggezza, preferisco esser libera e immatura che saggia e schiava.

lunedì 10 ottobre 2011

Trust in Tech

Per essere una a cui non importa assolutamente nulla delle nuove mode tecnologiche, ultimamente mi sbizzarrisco fin troppo nell'acquisto degli ultimi ritrovati elettronici.

Il mio Ragazzo ha ormai superato alla grande il fatto che spesso ho bisogno di uscire con le mie amiche senza la sua presenza, mentre lui rimane da solo a casa.
Riesce finalmente a vivere la cosa con tranquillità, imparando a fidarsi giorno dopo giorno.
E, se è vero che un rapporto si costruisce sul reciproco incontro di necessità, ho deciso di virare il carattere del mio appartamento da "confetto rosa in salsa dolce" a "Alcova d'amore colma di confort tecnologici".

Così ieri, in preda ad una follia suicida, abbiamo deciso di avventurarci nella domenica di acquisti più fredda del semestre. Per amore ho superato ogni mio terrore della ressa da shopping, mentre lui era spinto quasi solamente dalla sua curiosità innata per ogni oggetto di cui non conosce le funzionalità.

Ho acquistato così il mio primo televisore.
Roba all'avanguardia, schermo sottile come un'alice, mille funzioni inutili e un prezzo talmente mini che ho dovuto lottare con le unghie per averne uno, scavalcando folle di gente urlante.
Integrando il tutto con un bel lettore DVd e un hard disk esterno, ho "capitalizzato" l'equivalente di uno o due miei appuntamenti di lavoro regalando un po' di "vivibilità" al mio appartamentino.

Lui dal suo canto è rimasto molto ferito nell'orgoglio e nella virilità quando, oltre a pagare di tasca mia qualcosa che non poteva permettersi, ha addirittura dovuto cedere a me il passo quando si trattava di istallare il TV, vista l'innata avversione che hanno gli uomini per l'inglese e per la lettura delle istruzioni.

Ora dovrò colmare il conticino in banca con nuovi impellenti rimpinguamenti, visto che il periodo è davvero uno dei più tristi, economicamente parlando.

Ieri poi si parlava già di regali di natale, con Lui che pressava per sapere che tipo d'orologio mi piacerebbe mettere al polso, e io che gli ho confessato che a natale mi aspetterei un regalo diverso.

Non ho dovuto nemmeno pronunciare una parola, perchè subito mi ha risposto che sapeva
cosa intendevo, che sono settimane che mi ripete che vuol comprarmi un anello, ma che se non lo scelgo lui non sarà mai in grado di regalarmi qualcosa che mi piaccia davvero perchè
"Tu hai gusti talmente sofisticati che ameresti oggetti che io non noterei nemmeno"

E non posso certo dargli torto.

Così gli ho confessato che non vorrei un semplice anello, ma qualcosa che possiamo mettere entrambi per urlare al mondo che non siamo più su piazza già da molto tempo.

ERo convinta di conoscere la sua reazione. Mi aspettavo qualcosa tipo "Io una fedina non la metterò mai" o "questa non è roba che fa per me".
Invece mi ha trascinata davanti ad una gioielleria dicendomi "Quelle le possiamo fare anche subito per me!"

E così ora sono tutta eccitata all'idea di dover scegliere qualcosa che vada bene ad entrambi, che non costi un occhio della testa e possa dare un segno chiaro e inequivocabile a chi da fuori ci osserva.

Speriamo solo non sia una di quelle cose che porta un'immensa sfiga!
;)

venerdì 7 ottobre 2011

Febbre

Il periodo è cruciale.
Sono super ammalata, tra raffreddore, febbre e acido lattico alle stelle per l'improvviso sforzo fisico da ripresa dello sport post-vacanze.
E così in questa settimana è iniziato il declino, partito da un ginocchio che duole fino a sembrare rotto, un naso attappato al limite dell'immaginabile e la febbre che mi fa avere quasi le allucinazioni.

Ovviamente in ufficio ci vado ugualmente, non vedo perchè rimanere a casa quando vivo da sola e se mi dovessi sentire male almeno lì ho la sicurezza di qualcuno che chiami un'ambulanza.
E ovviamente quando stai a casa dal lavoro ti criticano perchè sicuramente è tutta una scusa, quando vai al lavoro malata ti criticano perchè vuoi infettare tutti.

Così ho chiuso la porta del mio ufficio e chi vi entra lo fa a suo rischio e pericolo.

Le cose da fare sono tante, il lavoro è troppo e un solo giorno a casa mi porterebbe a degli accumuli di carte e lavoro troppo duri da superare.

Mi girano le scatole parecchio, così l'Uomo ha deciso che domani fuggiamo da Roma per un w.e. romantico in toscana.

E, tanto per ribadire il fatto che la sfiga ci perseguita, quando poteva arrivare l'autunno e i temporali? Be', ovviamente proprio quando noi ci facciamo un weekend fuori porta, no?

Comunque in tutto ciò i miei clienti sono sempre più strani.

L'altro ieri uno mi ha pagato per stare un'ora con lui.
Cosa abbiamo fatto?
Io un massaggio a lui e lui ha dormito.
Gli uomini sembrano sempre più strani.
Il sesso è sporco o inesistente.
Giochi di ruolo e fantasie, oppure semplicemente relax e svago.

Nel mio attuale delirio fisico non sono neanche in grado di sottilizzare sull'argomento, ma sono sicura che quando starò meglio qualche paginetta del mio diario online la dedicherò a queste nuove costatazioni.

Have a good w.e.!

martedì 4 ottobre 2011

Piccole attenzioni



Da qualche giorno il Fidanzato è diventato tutto assieme premuroso e "poeta" come invece aveva anticipato non sarebbe mai diventato.

E' ovvio che con gli anni e le brutte esperienze, anche io in coppia abbia imparato a comunicare ciò che voglio o vorrei con delicatezza, a esprimere i miei sentimenti e a
indagare su quelli del partner, invece di nascondere la testa sotto la sabbia come facevo prima, e cercando di risolvere i problemi che si presentano.

Onestamente non avrei mai creduto che tutte queste cavolate lette sui libri di pseudo-psicologia di coppia potessero avere un qualche fondamento.

Così ho semplicemente tentato di spiegare al mio uomo quanto io ami le attenzioni.
In realtà glielo dissi fin dal primo giorno che decidemmo di frequentarci, anzi, fin da quando eravamo solo amici.

Ma ovviamente gli uomini hanno un linguaggio diverso dal nostro così, nei mesi, diverse volte ho tirato lì battutine mirate a spiegargli cosa mi piacerebbe, finchè un bel giorno gli ho detto tutto ciò che pensavo:

"Perchè non mi dici mai che mi trovi carina?"
"Perchè non sono un poeta, te l'ho sempre detto, e se sto con te è ovvio che ti trovi carina".
"Si, ma se hai notato, quando cucino e mi fai i complimenti, mi metto lì più volentieri e la volta dopo mi impegno di più" - gli ho spiegato - "Così se ogni tanto mi dici cosa pensi di me, anche solo esteticamente, continuerò sempre a curare me stessa senza pensare che a te non importi niente se vado in giro come una vecchia zitella o se mi metto in tiro!"

Lo so, son discorsi infantili, banali e superficiali, ma io vivo delle attenzioni del mio uomo, dei suoi complimenti e del suo affetto e, per quanto ognuno abbia il suo modo di dimostrare i propri sentimenti, è bene anche spiegare alla persona che si ama cosa veramente può renderci felici anche solo per un attimo.

Ebbene, deve aver funzionato perchè ora i complimenti, seppur sempre misurati, sono fioccati tutti insieme.
Il mio sguardo raggiante che deriva da un suo segno d'affetto deve averlo colpito, perchè sembra cambiare espressione, quasi affamato di abbracci e soffocato dalla voglia di sentirmi spesso.

Allentare la corda dopo i primi mesi di una storia, è un fattore fisiologico.
Così tento di non chiamarlo spesso come prima quando sono a lavoro, so che lui è concentrato e so che quando lavora spesso è nervoso, ma questo nuovo mio atteggiamento sembra averlo reso più insicuro, spesso mi chiama lui, scherzando sul fatto che ormai non penso più a noi quando lavoro, e... "Chissà a chi pensi!"

Sono piccole attenzioni, piccoli segnali, ma come tutto ciò che lo riguarda, mi fa impazzire d'amore, mi scalda il cuore e mi fa sentire davvero desiderata.
E una cosa è certa: non baratterei mai tutto questo per nulla al mondo, nemmeno per cento milioni di euro!!

lunedì 3 ottobre 2011

Agenda fitta

C'è solo una cosa che mi tira su il morale in questi giorni, ed è il mio splendido uomo.
Non che il resto della mia vita faccia schifo, semplicemente sto passando uno di quei periodi in cui preferirei chiudermi in casa senza vedere nessuno, non ascoltare nessuna bugia per non deprimermi all'idea di vivere in un mondo veramente orribile.

Grazie al cielo esistono gli amici, quelli veri che ti trascinano fuori di casa di peso, ti costringono a divertirti finchè non ti diverti davvero e ti vengono in contro anticipando i tuoi desideri.
Così ho passato un w.e. all'insegna di uscitine brevi ma divertenti che hanno sanato un pochino il mio senso di inadeguatezza che ultimamente mi perseguita.

Se non fosse che il mio ciclo è totalmente instabile e mai puntuale, direi che i clienti si appuntino le date in cui dovrebbe venirmi per ricordarsi di non chiamarmi.
Spariscono letteralmente quando ho il ciclo, mentre per il resto del mese mi tampinano continuamente.
Da un lato preferisco così, piuttosto che dover dire no ad un appuntamento, ma dall'altro fa quasi triste sapere che ci sono intere settimane in cui non mi chiama proprio nessuno!

Comunque oggi si riprende la nostra vita di sempre, iscrizione in palestra da metter a frutto, quella di salsa è già sfruttata da due settimane, mentre ho una serie di visite mediche che terranno occupata ogni singola ora libera delle prossime settimane....speriamo di non andare ai matti con quest'agenda così fitta!