giovedì 8 settembre 2011

Concorrenza

Ci sono tantissime situazioni che possono portare imbarazzo nel mio mestiere.
Oggi mi è capitato di assistere ad una di queste proprio ai danni di una mia "collega".

Appuntamento col mio cliente preferito nella sua casetta in prati.
Posto all'ultimo piano di un'elegante palazzina, l'appartamento è uno splendido bilocale con terrazzo panoramico degno di un hotel di lusso.
Attrezzato di tutti i confort, è stato affittato dal mio cliente e due suoi amici ed utilizzato solo per appuntamenti come il nostro.
Il "Gestore", così lo chiama, segna gli orari in cui i tre prenotano i loro appuntamenti, così che nessuno rischi mai di rimanere fuori o, ancor più importante, che nessuno incappi nell'altro proprio durante un incontro.

Non ho mai avuto contatti diretti con nessuna "collega".
Certo, ho curiosato spesso in giro su internet per informarmi su cosa il panorama suggerisse per "mercato del sesso", ma non mi è mai capitato di incontrare nessuna ragazza che facesse questo lavoro, e di conseguenza non ho mai effettivamente verificato che i miei standard, i miei prezzi e i miei servizi fossero effettivamente adeguati all'offerta della concorrenza.

Così oggi, dopo appena venti minuti col mio adorato cliente, quando sento girare la chiave nella toppa quasi mi impietrisco.
Lui non ci fa caso d'apprima ma appena mezzo secondo dopo sento un secondo giro e gli chiedo chi diamine stia entrando in casa.

Lui va a controllare e sento che parla con qualcuno dicendogli che aveva preso appuntamento lui per quell'ora, mentre l'altro gli risponde che proprio per quello stesso orario ne aveva fissato uno lui la settimana prima.
Resosi conto che il "Gestore" aveva combinato un casino, il mio cliente chiede all'amico di aspettare di sotto mentre noi ci ricomponiamo.
Finisco di corsa e di bocca il mio dovere mentre lui impreca e si riveste.
Intanto il citofono suona.
"E' arrivata anche la ragazza del suo appuntamento", mi spiega.

Lo vedo molto nervoso e lo aiuto a rifare il letto. Lui mi ringrazia dicendomi che sono una "chicca di ragazza" e consegnandomi la mia busta.

Mi ri-infilo il mio completo da ufficio, la camicetta bianca e i tacchi 12.
Mi sistemo al volo i capelli con una sapiente pettinata con la mano e mi ripasso il lucidalabbra mentre mi incammino verso l'ingresso.

Escendo sul pianerottolo che serve solo il nostro appartamento, notiamo subito che dal piano inferiore sta salendo una ragazza.
E' quella dell'appuntamento.

Sale le scale in modo goffo, infagottata in un anonimo jeans scuro delavè, un paio di zeppe più adatte a far la spesa che ad un appuntamento galante e una maxi-maglia che nasconde quel poco di femminilità che si sarebbe potuta intravedere.
E' bassina, mi arriva appena alla spalla.
Noto subito il trucco pesante, il viso abbronzato e un po' troppo giovane. Deve essermi coetanea.
La vedo abbassare lo sguardo di fronte al mio cliente che con un sorriso le chiede se deve lasciare la porta aperta. Mormora un ringraziamento e lo sorpassa, alzando il volto per guardare me che venivo subito dopo.
Io le regalo un sorriso complice e lei quasi si illumina, rilassandosi all'idea di non doversi affatto vergognare o nascondere davanti a me che certo la capisco più.

Il mio cliente mi indica l'ascensore, mentre lui farà sette piani a piedi per non farsi vedere con me.
Mentre sono dentro quella cabina di ferro, ad osservarmi nello specchio, mi scopro quasi orgogliosa del mio aspetto elegante e raffinato, del mio trucco sempre sobrio e delle mie labbra sexy.
La mia altezza è stata più volte esaltata dai clienti come una virtù rara, ma ancor più rara credo sia la classe e la disinvoltura innata con cui si dovrebbe affrontare questo lavoro, senza lasciarsi mai mangiare da sensi di colpa o vergogna.
Testa alta, sorriso sicuro e maniere gentili.
Abbigliamento, trucco, unghie e capelli curatissimi.
Ho sempre tenuto in modo quasi maniacale a tutte queste cose, anche nelle occasioni meno mondane, figuriamoci quando sto lavorando!

Mentre mi abbandono alle mie riflessioni, l'ascensore suona l'arrivo al pian terreno e una voce flebile dall'alto della tromba delle scale mi chiama.
E' il mio cliente che con una mano mi fa segno di aspettare.

"Ho incrociato il mio amico sulle scale, se ti va te lo presento!".
Gli faccio segno con la testa e subito lo chiama invitandolo a scendere.
Il mio cliente fa le presentazioni, il suo amico rimane quasi impietrito dal mio sorriso che, esperienza mi ha insegnato, è la mia più grande arma di seduzione da primo impatto.

Il mio cliente mi fa cenno che posso andare e, mentre apro il primo dei portoni d'uscita, vedo che lui rimane indietro ad annuire silenzioso al suo amico che, nascosto dietro la porta dell'ascensore, gli sta evidentemente dicendo qualcosa con i gesti.

Io vado avanti e il mio cliente mi raggiunge.
"E' rimasto sbalordito, mi ha chiesto di dargli il tuo numero, se a te non dispiace! Dovevi vedere come ha spalancato gli occhi!"

E' sempre gratificante sapere che, nonostante io non abbia mai pubblicizzato me stessa su un sito internet, continuo ad esser piena di potenziali clienti solo grazie al passaparola.

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