mercoledì 29 febbraio 2012

Il mio Orgasmo Professionale

Mi hanno creata con dei geni e cromosomi molto fuori dal comune.

Sarà l'orgoglio o l'innata voglia di primeggiare ma, se nella vita privata sono una brava dolce cucciola anonima, pur sempre forte della propria sicurezza e auto-conoscenza, nella vita professionale, l'ho sempre detto, sono una piccola iena competitiva.

Testarda e forte del mio esser sveglia e very smart, non sono una che si arrende facilmente davanti alle sconfitte.
Pur applicando sempre il mio innato ottimismo ad ogni situazione, tendo a primeggiare come un maschio, mettendo in campo quel mega Ego che m'hanno fornito in fabbrica.

Ricordo come fosse ieri che alle elementari, se volevo dormire la notte, durante i compiti di matematica, dovevo consegnare sempre per prima e ottenere quel "Bravissima" scritto in rosso sul foglio.

La maestra continuava a ripetermi che bastava fare bene gli esercizi senza bisogno di impiegarci la metà del tempo dei compagni, perchè la fretta è cattiva consigliera.
Ma io dovevo assolutamente esser la prima in tutto o mi sarei sentita una perdente.

Il primo anno d'università sedevo al primo banco.
Lezioni di logica, appunti perfetti, le dispense le facevo io e le distribuivo gratuitamente a chiunque me le chiedesse.
Facevo ripetizioni senza compenso, solo per il gusto di sentirmi una spanna sopra gli altri.

Quando un giorno m'accusarono di sentirmi superiore non mi sentii per niente offesa.
In fondo era vero, ma grazie a queste critiche ho imparato l'arte dell'umiltà nella vita privata.

Purtroppo però, nel campo del lavoro, primeggiare è una di quelle cose che mi regala orgasmi di orgoglio, piacere profondo e autostima infinita.

Così tutto è iniziato il 10 febbraio, a distanza di pochi giorni dal mio licenziamento.

Primo colloquio con la responsabile amministrativa che sta andando via dall'azienda.
Simpatia immediata.
Domande difficili e un po' d'inglese.
Ma niente di drammatico.
Mi dice che da 1400 curricula siamo stati convocati in 50.

Il 17 secondo colloquio. Stavolta con i titolari.
Test psicologico, test relazionale, test di contabilità, test di resistenza allo stress.
Uscita da quella giornata sembrava avessi fatto cinque ore di palestra.
Le amiche hanno iniziato a ribattezzare l'azienda "Quella dei colloqui stile Nasa".
E siamo rimasti in 8.

Il 24 terzo colloquio. Mezza giornata di prova.
La ragazza da sostituire mi ha preparato un pomeriggio niente male.
Bolle e Fatture da emettere (a mano su excel!!), fatture da registrare (sempre a mano), e-mail di clienti incazzati a cui replicare, rispondere al telefono e aprire la porta, un paio di telefonate da effettuare, tradurre una newsletter di un fornitore americano....etc.
Arrivate le 18, senza una sigaretta da almeno 4 ore, telefona la titolare per trattenermi in ufficio fino al suo ritorno.
Avrebbe piacere di scambiare due chiacchiere con me.

Attendo e la conversazione si fa interessante.
E' molto contenta di me ma ha paura per la mia giovane età.
Stanno cercando una persona che si stabilizzi nell'ufficio e non vogliono rischiare che io me ne vada da un momento all'altro.

Vista la sua franchezza espongo anche io le mie perplessità e inizio a interrogarla sullo stato finanziario della società, a fare domande puramente tecniche per scoprire se a me convenga o meno accettare il lavoro.
Mi chiede cosa cambierei nel loro modo di lavorare.
Non l'avesse mai fatto!

"Sarò sincera, signora, se prenderete me qui dovremo informatizzare tutto perchè io non ho intenzione di fare fatture e documenti vari A MANO.
Dobbiamo metter un software gestionale, poi voglio due telefoni e una calcolatrice.
Io sono abituata ad avere un ufficio tutto mio, con la mia libreria tutta ordinata dove nessuno deve metter le mani. Lavorare in un open space non sarà facile per me!"



La tipa si alza e mi invita a seguirla.
Inizia a disegnare nell'aria con le mani quello che potrebbe esser lo spazio che ospiterà il mio ufficio, soluzioni per la mia privacy e la mia tranquillità.

Mi rassicura molto, per poi dirmi che siamo rimasti 4 candidati, forse 3. Ci rivedremo presto.

Lunedì 27, appuntamento con i titolari e la consulente aziendale.
Lei vuol conoscermi e il colloquio ricomincia da capo.
Mi fanno capire che la scelta trai candidati è molto ardua e, poichè gli ho spiegato che ho diverse opzioni lavorative, hanno paura che scegliendo me poi me ne andrò.
Rassicuratili su questo punto me ne vado.

"Entro domani, (martedì 28) riceverà la telefonata con l'esito della selezione!"

Martedì 28.
La mattinata passa inesorabile.
Il telefono sempre a portata di mano mentre svolgo le mie mille commissioni da disoccupata.
Dovrei andare in palestra con le amiche, il pomeriggio, ma alle 16 non arriva ancora nessuna telefonata e rimando di un'ora l'impegno in sala pesi.
Controllo l'e-mail in continuazione, il mio Iphone si scarica tutto nella metà del tempo usuale.
Alle 17.00 prelevo le mie amiche e dopo un quarto d'ora siamo in palestra.
Non prende il cellulare, ma mi dico che se chiudono alle 18 e alle 17.15 non ho ricevuto ancora notizie allora vuol dire che non mi hanno presa.
Sul tapis roulant continuo a chiacchierare nervosamente e alle 17.45, stanche delle mie farneticazioni, le amiche mi spediscono fuori a controllare se il cellulare ha ricevuto telefonate.

Due chiamate da un telefono che non conosco.
Richiamo e dall'altra parte mi risponde il titolare dell'azienda.
"La scelta è stata difficile e combattuta...i 3 candidati finali erano tutti molto competenti....
Dieci minuti di chiacchiere.
La mia mano premuta a pugno e la mia mente che già immaginava un "E dunque siamo spiacenti di comunicarle che..."
Quando finalmente arriva il definitivo:
"Abbiamo deciso di premiare la sua allegria e il suo Brio!"




Entrata in palestra per poco una delle mie amiche non cadeva dal tapis roulant dall'emozione.
E per quanto fossi rassegnata al fatto che potessi vivere di solo sesso, guadagnare sulle mie passioni, nulla mi toglie dalla testa che questo lavoro è quello che mi serviva per riprendermi, ad appena un mese di distanza dal licenziamento.

Una rivincita contro il mondo, un motivo in più per dire a me stessa che di 1400 persone io sono l'unica che ce l'ha fatta e che nulla, al mondo, può abbattere Giorgia!!

YEAAAAAAAHHHHHHH!!!!!

E stamani....shopping compulsivo con le amiche! Tiè!

lunedì 27 febbraio 2012

Shooting-ing



Un sabato diverso.
Appuntamento a negozio chiuso con i titolari di uno studio fotografico.
Ho già comunicato la "particolarità" delle foto che vorrei e il fotografo con cui sono in contatto non mi sembra per niente stupito, anzi, si adopera affinchè gli sfondi, la location e gli oggetti a disposizione siano di mio gusto.

Viene con me la mia amica che SA, colei che si appassiona di fotografia e che quindi apprezza particolarmente il mio invito ad unirsi a questo shooting in sala posa.

Quando i fotografi hanno finito di sistemare la scenografia che insieme abbiamo concordato mi lasciano alla mia privacy.
Completino bianco candido, perizoma e reggiseno. Una lollipop da ciucciare e delle decoltèe tacco 13 rosa confetto.

"Sono pronta!"
Li accolgo in vestaglia, mi indicano le pose migliori e faccio cadere quel lembo di tessuto che copre le mie nudità.

Una finta balaustra, un cornicione stile romano.
Appoggiata mostro alla macchina il mio sedere, mentre i fotografi sistemano le luci e mi ripetono che sono fantastica.
"Piegati di più, così, poco più avanti, sei bellissima!"

Inizia a piacermi e il disagio sparisce.
Un pouf gigantesco viene posizionato sul set.
Mi ci immergo in pose divertite: le gambe in alto a simulare un orgasmo acrobatico, il seno schiacciato e poi libero da ogni inibizione.

I fotografi si divertono quasi più di me, "Ancora una, Giorgia, sei bellissima!" e giochiamo con gli sfondi, con i colori e i filtri.

La mia amica cerca di farsi spiegare ogni tecnica mentre io mi diverto con gli oggetti di scena.

Approfitto di una pausa e mi butto seduta sul pouf, con le gambe stanche per l'ora passata in piedi sui 13cm di tacco.
"Ti prego, rifallo lentamente, voglio fotografarti mentre ti siedi in questo modo così elegante!"

Mi fa ridere, si scherza e si gioca.
Mi sono divertita come non mai, e ora cresce l'eccitazione dell'attesa....
Aspettiamo che gli artisti facciano il loro lavoro e mi consegnino le foto!
Speriamo si sbrighino!!
YEAH!

venerdì 24 febbraio 2012

Vagina capricciosa



Ho seguito le primarie del PD per conto di mia mamma, campagna elettorale ed altre grandi rotture di scatole.
Ho sostenuto colloqui pazzeschi, superandoli alla grande ed arrivando al terzo colloquio (più è grande un'azienda e più è ridicola nel dimostrare come il processo di selezione si debba adeguare all'assurdità della burocrazia italiana).
Ho fatto palestra tutti i giorni.
Ho girato per avvocati e commercialisti per ottenere un accordo con l'azienda che mi ha licenziata.
Ho lavorato per mezze giornate in uffici di amici che avevano bisogno di una mano nella selezione del personale.

Ma da quando non ho più un lavoro fisso, io, la notte NON DORMO.

M'era sempre riuscito bene dormire, fin quando non è accaduto tutto questo.
Le mie immense riserve di energia vanno buttate nel cesso e mi ritrovo la sera con le batterie ancora troppo cariche per staccare il cervello e dormire.

Così ho iniziato ad uscire la sera con le amiche, a fare mille visite mediche (avete presente quelle visite che dovete fare da 5 anni ma non avete mai avuto il tempo?), ad aiutare amici in difficoltà, a seguire una mia amica che è rimasta incinta nonostante soffra d'anoressia, a trovare i miei parenti, a fare la spesa anche per loro....

Ma c'è solo una cosa che gratifica il mio Ego in questo periodo: I CLIENTI.
Avendo sempre avuto poco tempo non mi ero mai dedicata a certe attenzione nei confronti dei miei clienti, finchè ora ho avuto modo di scoprire come alcuni di loro amino bere un drink dopo aver scopato, altri adorino mangiare durante e altri ancora desiderino tanto fare una semplice passeggiata e chiacchierare.

La mia vagina, poi, è diventata capricciosa.
La notte non dormo e così lei si sveglia e mi tiene in tensione con mille fantasie che portano la mia mente nelle innumerevoli stanze d'albergo, negli appartamenti dei miei clienti e sempre tra le loro gambe con la mia lingua che li sfiora.

Più è il tempo a disposizione e più certe voglie, certe fantasie, prendono il sopravvento e spesso mi ritrovo vogliosa in modo morboso, quasi maniacale, a sognare situazioni intriganti e pregne di sensualità.

Ho contattato un fotografo, voglio fare delle foto aggiornate e un minimo decenti.
L'esser disoccupata dovrebbe avere come lato positivo la maggior disponibilità di tempo per i miei clienti, quando invece i miei precedenti ritmi lavorativi non prevedevano che un paio d'incontri a settimana totali.

Così mi voglio metter in gioco seriamente, cominciare a svolgere questa professione che, unica nel suo genere, mi regala tante soddisfazioni e tanta voglia di credere in me stessa.

E in barba alla crisi economica, voglio rinunciare a tutti questi magri compensi da impiegata e riuscire a fare quello che meglio mi riesce e gratifica: LA SQUILLO A TEMPO PIENO!

mercoledì 8 febbraio 2012

Disoccupata



La mia vita da disoccupata non fa così schifo come pensavo.
Sarà che ci si abitua facilmente ad ogni situazione, ma mi tengo parecchio occupata e non soffro la nullafacenza come credevo.
Palestra, invio CV, docce lunghissime, pulire casa, qualche uscita con le amiche e qualche ricerca di clienti (nel momento del bisogno...puf! spariscono!).

La vita da disoccupata prevede molto poco movimento, dunque mi sono dedicata alla palestra visto anche il mio estremo bisogno di ri-allineare il fisico alla mente.

Tutti mi dicono che sono dimagrita, la realtà è che da quando non lavoro più ho come terminato la fame e sviluppato (di nuovo) un tremendo disgusto verso il cibo.

Non amo mangiare, ho sempre avuto problemi col cibo, ma ora mi sento decisamente più incline a rifiutare ogni caloria che si avvicini alla mia bocca.

Ieri in palestra ho incontrato l'istruttore che non vedevo da un paio di settimane (ora che non lavoro posso andare a far ginnastica in orari più umani e quindi non seguo più il suo corso serale).
Quando mi ha vista ha urlato per tutta la palestra "Oh mio dioooo, come sei dimagrita!!!"
Ho sentito dentro di me quel brivido d'emozione che solo un obiettivo grande come quello di dimagrire potrebbe darmi.

Dunque ho contattato diversi fotografi per chiedere dei preventivi.
Voglio fare un book professionale come si deve e rimettermi sul mercato sperando almeno di campare finchè non avrò trovato un nuovo lavoro.
I soldi vanno via veloci, pur essendo io una formichina, e non si può dire che le entrate soddisfino i ritmi di spesa che sono costretta ad affrontare in questi giorni.

I clienti sembrano spariti, di nuovo, secondo me è colpa mia perchè, pur di rispettare sempre la privacy di tutti, non chiamo mai nessuno.
Ho scoperto che esistono escort che tampinano i clienti fino a far diventare succubi.
Io non sarei mai in grado di far tutto ciò, mi faccio pure problemi a chiamarli!!

Però devo imparare, perchè a questo ritmo non posso continuare.

Step 1: foto professionali
Step 2: annunci
Step 3: clienti
Step 4: nuovo lavoro

Vediamo di metterci all'opera!!!!

venerdì 3 febbraio 2012

Burocrazia

La vita da licenziata non è semplice, soprattutto in Italia dove il sistema burocratico è perfettamente in grado di inghiottine orde di ragazzi che tentano di mettere a frutto anni di contributi e di ottenere qualche spiccio come indennità di disoccupazione.

Mi sono dovuta iscrivere ad un sindacato, ho dovuto firmare un milione e mezzo di documenti, ho dovuto umiliare me stessa ripetendo a mille impiegati diversi la data e il motivo del mio licenziamento ma, soprattutto, ho dovuto fare file di 4 ore in piedi, e altre mi aspettano la prossima settimana.

ODIO TUTTO QUESTO!

Clienti miei, pensateci voi a tirarmi su :(((

mercoledì 1 febbraio 2012

Just Fired

Esattamente una settimana fa sono crollata.
Dopo una discussione di lavoro il panico ha avuto la meglio e sono finita in ospedale.
Quando è la testa ad abbandonarti, sai che non puoi far altro che combattere perchè non c'è medicina che ti faccia star meglio.

Il mio Uomo splendido non era di supporto perchè troppo preso dal suo ruolo di chioccia nei miei confronti, occupava il tempo a rimuginare vendette nei confronti dei titolari che, ho scoperto, avevano classificato il mio comportamento come "falso" e non ritenevano mi fossi sentita davvero male.
Non mi importava quello che diceva, era arrabbiato e so che spesso esagera.

Continuava a dire che La Iena (la moglie del titolare) aveva detto
"Addirittura chiamare l'ambulanza per una caduta?"
e lui le aveva risposto: "Quando lei sverrà a terra con la schiuma in bocca la lascerò lì dov'è!".

La mattina dopo, come nulla fosse, sono tornata a lavoro, puntuale come sempre.
Quell'anelito di depressione mi si leggeva in faccia, ma sapevo di doverlo scacciare per poter andare oltre.
Mobbing o non mobbing non potevo darla vinta a coloro che mi avevano spinta al limite e, anzi, dovevo dimostrare la mia leggendaria forza interiore lavorando come e meglio di prima.
Venerdì mattina è un altro giorno, inizia con un umore più alto, con più voglia di fare.
Sarà che si avvicina il weekend, sarà che il mio uomo è un intoccabile all'interno dell'azienda e continua a farmi da "mammino", ma arrivata alle 13 devo costatare di sentirmi molto meglio.
Mi infilo il cappotto per andare in pausa pranzo quando squilla il telefono in ufficio.
Sono già tutti usciti e devo rispondere.
La commercialista della mia società, cercava proprio me:
"Devo chiederle di presentarsi alle 15.30 nel mio ufficio" - mi fa.
"Devo avvertire a lavoro che farò tardi?"
Perentoria chiude dicendo "No, lo sanno già!".

Panico.
Di nuovo.

Faccio mente locale.
Il certificato medico l'ho inviato, assenze ingiustificate non ne ho, i conti sono a posto, forse vuol farmi un richiamo verbale per insubordinazione? E io che dovrei fare, una denuncia per omissione di soccorso?
Mio dio che ansia, penso, e conto i minuti fino alle 15.30.

Entro puntuale nel suo ufficio e mi accoglie con un sorriso.
E' ancor più tesa di me, continua a ripetere che le dispiace, che le sembra tutto assurdo visto quanto tutti, da due anni a questa parte abbiano decantato le mie doti altamente professionali, la mia condotta esemplare e le mie capacità sopra la media.

Eppure...eccola lì, nero su bianco, una lettera di LICENZIAMENTO.

La versione ufficiale è che il mio ruolo all'interno dell'azienda viene soppresso.
L'ufficio Acquisti non esiste più.

Il chè, ovviamente, è falso. Se vendi devi pur acquistare da qualche parte, salvo tu non sia una fabbrica.
Ma a voce mi spiega che i dissidi nati negli ultimi giorni hanno messo in cattiva luce la mia persona, creando una tensione che non fa bene all'azienda.
E bla bla bla.

Mi chiede di firmare la lettera, le rispondo che vorrei seguisse le vie ufficiali inviandomela a casa.
Ufficialmente non sono ancora fuori, dunque torno a lavoro.
Non faccio in tempo ad entrare che mi viene in contro il titolare.

"Dove pensi di andare?" - mi fa.
"Non hai voluto firmare, vuoi sempre le cose tutte precise, sei troppo rigida per quest'azienda, dovresti imparare ad esser più elastica. Ma da oggi qui non puoi più entrare, e non metterti a fare giochetti col computer o a inviare dei virus"

Rimango sbalordita dall'eccesso di fiducia nella mia onestà. Ridicolo.
Come se in due anni avessi mai rubato uno spillo o fatto tardi dieci minuti.

"Tutto ciò che ti è dovuto ti sarà dato, non devi preoccuparti, ma capisci che la crisi è forte e il tuo ruolo non serve più. Spero solo che ora non ti metterai a fare scaramucce con le leggi, vertenze o cose simili. E poi spero che questo non influisca su C. (Il mio ragazzo che è capo-magazziniere), perchè se mi abbandona lui io sono finito"

"Lui ha un cervello suo, lo sa?" - gli spiego, nel caso se lo fosse dimenticato - "E con la casa come facciamo? Mi toglie anche quella?"

"No, la casa è un altro discorso, tu paghi un affitto e puoi rimanere finchè vuoi".

Mi hanno "permesso" di riprendere le mie cose nel mio ufficio, accompagnata dal direttore come fossi una ladra.
Umiliata fino al profondo, racconto tutto al mio ragazzo il quale, povero dolce Uomo, parte in quinta che vuol dare le dimissioni.
Ho dovuto usare tutta la mia pazienza e forza di volontà per fermarlo e ricordargli che almeno uno dei due è bene che conservi un lavoro.

E così è arrivato sabato, s'è portato un bel 39 e mezzo di febbre da stress, un po' di depressione e tanta voglia di dormire.
Mi sono rimessa in piedi ieri, martedì, quando un cliente mi ha chiesto di vederci "subito".

Ho infilato il mio sorriso di riserva e sono corsa a fare l'amante, forzandomi di non esser patetica mentre, rispondendo alle sue domande, gli confidavo che ero disoccupata.

E' dall'ottobre del 2007 che non mi ritrovo senza un lavoro dove recarmi ogni mattina.
Mi sveglio comunque alle 6.00, sarà l'abitudine, mi vesto e mi trucco come sempre.

Le mie giornate sono ancor più piene di prima, ma quello che mi porto appresso è il peso di un'umiliazione che mai avrei pensato di subire.

Ne ho passate tante, uno stupro a 13 anni, un padre violento per 15, fidanzati ladri e altri fedifraghi, ma il lavoro è sempre stato fonte di grande soddisfazione per me.

Ed ora, dopo nove anni nel mondo del lavoro, dopo 5 anni dietro una scrivania, mi ritrovo di nuovo da capo, con i curricula in mano, il parrucchiere e i tailleur, pronta per colloqui in inglese presso aziende dove non mi prenderanno perchè non mi ha sponsorizzata nessuno.

Ma andiamo avanti, con i nostri risparmi e la nostra forza d'animo.
Con la soddisfazione di aver conosciuto il mio splendido amore proprio grazie a questo posto di lavoro merdoso.

E tutto, un giorno, acquisirà un senso nella linea cronologica che porterà al mio successo!