martedì 8 novembre 2011

Clienti e...Mogli!

Io certi giorni i miei clienti li strozzerei a turno!
Fino al mese scorso una cosa che adoravo di questo mio giro di abitué era il fatto che sembravano contare i giorni e ricordarsi quando dovevo avere il ciclo per non chiamarmi nella settimana cruciale.
Che poi come facessero non lo so, visto che io stessa a volte aspetto anche 20 giorni di ritardo.
In effetti, ora che ci penso, dovevano esser solo coincidenze.
Ma la settimana scorsa, durante il mio bel ciclo, ho dovuto dire di no ad un bel numero di clienti i quali sembravano quasi infastiditi.
Ho deciso di non girare più intorno a certi eventi.
Ogni volta che avevo il ciclo, prima, dicevo semplicemente che avevo un po' di febbre.
Non m'è mai sembrata una cosa molto elegante nominare "le mie cose" con i clienti.

Ma quando loro insistono fino alla morte i fanno davvero girare i cosiddetti perchè sembra che tu sia semplicemente una svogliata bambina viziata che non vuol vederli.

Per carità, nessuno si mette lì a sindacare troppo, ma mi sente una certa vena di stizza nella loro voce.
Un "no" è un "no" e non si discute.
Ma un cliente deluso è un cliente perso, e ora mi toccherà fare il giro di telefonate inventandomi scuse assurde tipo:

"Tesoro, m'è parso che mi chiamassi ma il cellulare a volte fa le bizze, volevi per caso vedermi domani? Perchè ho un buchetto in agenda che sembra fatto per te!"

Di perdere clienti proprio non me lo posso permettere in questo momento.
Senza contare che molti di loro, dopo l'estate, hanno subito la tirannia delle mogli che hanno cambiato la loro routine togliendo qualche corso di yoga o palestra e dunque privando i mariti di un paio d'ore "sicure" a settimana di libertà dal loro controllo.

Odio certe mogli.
Un mio cliente ha un bimbo di tre anni e la moglie spesso lo chiama per fargli salutare il bambino al telefono mentre lui "è in ufficio" (ovvero a scopare con me mentre lei è convinta che sia in ufficio).
E io, che già ci metto fin troppo impegno ad alleviare certi stress quotidiani, spesso mi trovo a ricominciare il mio lavoro con lui dopo le telefonate, avendo sotto le mani un uomo che si irrigidisce come pochi dopo aver sentito le strilla del suo pargolo urlante.



Altre mogli hanno questo indecente costume di fare le "sorpresine".
"Amore, t'ho fatto una sorpresina, sono sotto il tuo ufficio, scendi a prendere un caffè con me?"
Ecco perchè è sempre essenziale incontrarci in luoghi vicini ai loro abituali ma non conosciuti dalle mogli.
E allora li vedi lavarsi e rivestirsi alla velocità della luce, spruzzarsi ogni genere di profumo maschile e volar via al loro ufficio, a un chilometro di distanza, entrando in un portone nascosto solo per far salire le loro mogli in ufficio e dimostrar loro che non hanno nulla fuori posto.

Ora vado a prepararmi per il primo incontro post-ciclo di questo mese.
E poi....giro di telefonate adulatorie con relativa agenda da sistemare e conto in banca da rimpinguare (che qui si piange povertà!)

Un buon martedì bei blogger miei! :)

2 commenti:

Il Rompibloglioni ha detto...

E' proprio vero, ogni mestiere ha i suoi pro e i contro...
Ora, non so se sia meglio non litigare con una moglie "sorpresistica" piuttosto che litigare veramente con un capo ufficio deficiente...
Chi può dirlo?
La lettura di questo post, mi ha tolto un tabù, non ho mai usufruito dei servigi che tu o le tue "colleghe" offrite, ma ho sempre pensato fosse un mondo insensibile e freddo, leggendo invece, questa mia limitata visione e stata sostituita da una ben più umana e personale, direi quasi divertente, forse non è così, o forse non è sempre così, ma neanche le giornate in ufficio, sono tutte uguali...
Baci.

Sweet G. ha detto...

Già, e neanche gli ambienti lavorativi sono replicabili (per fortuna o... purtroppo!)

Io fino a un paio d'anni fa facevo l'assistente personale di un amministratore delegato.
Non so se hai mai visto "Il diavolo veste Prada" ma la mia vita era esattamente così.

Quando dopo tre anni ho deciso di farla finita con quella vita e sono passata a lavorare come amministrativa nell'azienda dove sono ora, m'è parso di rinascere a vita nuova.

Sono sincera: qui ho dei colleghi che fanno davvero ribrezzo per viscidume e "lecchinaggio". E l'ambiente lavorativo è qualcosa di vagamente riconducibile al mafioso.

Ma qui io finisco alle 19.30 e poi ho una mia vita. Torno a casa a pranzo ed ho le mie passioni, i miei hobby, i miei sport e i miei affetti.
Prima lavoravo in totale autonomia ma vivevo in una prigione di ansie.
Qui sono sottoposta a regole idiote come "fai buon viso a tanti schiaffi" e "attenta a ciò che dici che c'è sempre qualcuno invidioso pronto a pugnalarti".

Ma quando uno entra nel meccanismo e impara a conviverci, prende coscienza che quel lavoro nobilita davvero, perchè permette di uscirne con la testa alta e le forze intatte per affrontare la "vera vita".

Il mio "secondo lavoro", quello dei cui servigi tu non hai mai usufruito, invece mi da soddisfazioni molto differenti.

Del resto noi donne viviamo ogni giorno la consapevolezza che l'esser apprezzare accresce la nostra felicità.

E tu immagina quanto bello possa essere venir pagate per ricevere felicità!
E immagina quanto bello sia vedere che riesci davvero a regalare relax e tranquillità a qualcuno che altrimenti non ne ha nella propria vita.
E' un discorso lungo, ma t'assicuro che per quanto freddo possa sembrare da fuori, è forse il lavoro più gratificante del mondo :)

Un abbraccio.
G.