mercoledì 23 novembre 2011

La gatta morta



"Signor Giudice, giuro, non è colpa mia, mi hanno fatta così!"


L'ho capito, ormai.
Mi accade solo quando sono single o quando ho pochi clienti in vista.
E' come se la mia riserva infinita di passione e sensualità rimanesse troppo tempo lì in sospeso e d'improvviso si liberasse con chiunque mi capiti a tiro.

Sono responsabile dell'ufficio acquisti.
Ogni giorno si presentano dei rappresentanti alla mia porta, carini, ben vestiti, nordici e pronti a vendere anche l'anima per accontentarmi.
Li vedo come vittime del mio gioco ma, solitamente, ho molta pietà per loro e mi limito a cacciarli con la frase di circostanza tipica:

"Oggi ho troppo da fare, prendi un appuntamento per parlare con me e approfitta che sei qui per controllare che in sala mostra i tuoi prodotti siano ben esposti!"

Non è che voglia sembrare maleducata, semplicemente mi infastidisce il pensiero che la loro presenza debba esser imposta a me che faccio 10 cose insieme e non ho il tempo nemmeno di andare al bagno, figuriamoci per passare un'ora con quei perditempo che non fanno altro che chiacchierare.

Ieri, come poche altre volte, invece, eccomi lì in preda ad un diavoletto nascosto.
Come se un'altra persona si impadronisse del mio corpo, divento una gatta che fa le fusa.
Li vedi lì, spiazzati, attirati come da una calamita, diventano improvvisamente dei diavoletti, come ammaliati dalla Giorgia seduttiva che si nasconde nel suo ufficio.

Flirto in modo così sfacciato che io stessa mi rendo conto solo dopo delle sensazioni che ho provocato.
Offro il caffè, mi piego "per sbaglio" a raccogliere una penna, faccio una pausa tra una frase e l'altra mentre li fisso con sguardo languido, butto lì una o due battutine personali e d'improvviso l'autoritaria stronza si trasforma in un'autoritaria bomba del sesso che loro bramano, vogliono, sognano.

Questo mio comportamento del cavolo in passato m'ha creato diversi problemi.
Gente che ti perseguita, altri che ti aspettano fuori e altri che, con una scusa, ti tartassano di visite poco gradite.

Limitarmi è diventata una missione, ma la goduria che provo nell'avere tra le mani un giocattolo soggiocato dalla mia presenza è quasi insostituibile.

Amo giocare, mi limito, mi convinco che devo stare attenta, ma a volte è più forte di me e non posso farci proprio nulla!

4 commenti:

Il Rompibloglioni ha detto...

Non mi è mai successo, e dire che faccio il rappresentante da una vita...
Devo essere proprio brutto...
Però ti capisco, adesso sono dall'altra parte della scrivania, ma per qualche anno, anche io ho fatto il responsabile degli acquisti in una grande azienda, i rappresentanti mi stavano sulle scatole, tutti indistintamente e più erano giaccocravattati, meno li sopportavo, poi per varie vicissitudini, mi sono trovato per strada con valigetta al seguito, per fortuna l'azienda che rappresento, è una di quelle dove non si fanno le riunioni a base di "hip hip urrà" e slogan "siamo i migliori" ed io, presa questa scelta, decisi che non sarei mai stato "un rappresentante" nel senso stretto del termine, oggi dopo 15 anni, alcuni dei quali parecchio difficili, il mio sistema da i suoi buoni frutti, sono contento di dire che non ho 600 clienti, ma moltissimi conoscenti, molti amici e tante ottime persone con cui collaboro, è stata dura, perché togliere dagli occhi della gente lo stereotipo del "sono qua per fregarti" non è stato semplice, ma ora sono un serio e stimato professionista che si diverte ancora a portare a casa la pagnotta...
Mi piace il mio lavoro e sono contento di sentire, quando qualcuno ti cerca per interposta persona, "buongiorno sono xyz, mi ha dato il suo numero jkw, mi ha detto che lei è un rappresentante atipico..."
Atipico... Che spasso...
Baci.
P.S. Non ho mai messo la cravatta, neanche alle riunioni aziendali...
Ribaci.

Sweet G. ha detto...

Oh si, mio caro, puoi star pure certo che un paio di rappresentanti diversi dallo stereotipo l'ho anche trovati in questi due anni, ma sistematicamente diventano unici a confronto di quelle iene dei loro colleghi che invece regalano come unica emozione tanto tanto viscidume!

Io dal mio canto sono una pessima cliente, capricciosa e ingestibile e devo riconoscere che se fossi dall'altra parte mi starei molto sulle scatole.
Del resto c'è anche da dire che molti di loro guadagnano 100mila eurelli l'anno per soddisfare le esigenze di clienti come me, mentre io se arrivo a 16mila col mio stipendiuccio direi che son andata bene :)

Il Rompibloglioni ha detto...

Quelli che guadagnano tanto, sono i peggiori, perché oltre ad un incredibile narcisismo, soffrono della sindrome da "super ego", che li fa diventare degli incredibili pezzi di merda...
Per altro, vuoi per un'innata mia pazienza o perché il mio lato femminile è ipernutrito, ma preferisco, molto, lavorare con le donne, anche se sono delle stronzone patentate, mica solo "capriciose"...
Baci.
N.b. Se tu mi volessi includere nel tuo blog roll, ne sarei onoratemente lieto...
Bacissimi.

Sweet G. ha detto...

Eheheh, è proprio splendido vedere entrambi i punti di vista a confronto, persino condivisi...direi più unico che raro :D
Pensavo che aggiungesse automaticamente i blog-seguiti ai blogroll, ma ora ho provveduto, ci mancherebbe altro!
Grazie davvero per lo splendido scambio!
Ti invio un abbraccio forte forte!!
Giorgia.