venerdì 30 dicembre 2011

Spese pazze

Sono un po' una maniaca dei conti, lo ammetto e non me ne vergogno.
Appunto sulla mia ormai consunta agenda ogni singola uscita, compresi gli spicci che infilo nella macchinetta del caffè al lavoro.
Riporto ogni settimana tutti i conti sul mio bel file excel personale, su google docs, in modo da capire dove siano le ingenti perdite monetarie che colpiscono le mie finanze.
Non compro vestiti di marca, quasi non compro vestiti.
Mi limito ad un acquisto al mese, visto che il mio armadio è stracolmo di roba e certo non ho bisogno di oggetto modaioli per vivere meglio.

Non spendo quasi nulla di benzina perchè abito praticamente a due passi dall'ufficio.
Compro il mio pacchetto di sigarette al giorno (troppo, lo so, non sgridatemi) e il caffè lo bevo a casa.

Eppure eccomi lì, sempre alle prese con spese che si avvicinano molto alle entrate, spese da riccona, in termini economici, ma che si concretizzano in semplici cene fuori (una a settimana ma di qualità), cinema o teatro, uscite per un aperitivo con le amiche...
Insomma, rimane il fatto che qui tocca dare una ritoccatina alle uscite, perchè altrimenti è inutile lavorare tanto, guadagnare il doppio di tante persone normali e poi ritrovarsi con un conto in banca da sfigata.

Devo agire, devo passare ad un clima di austerity all'inglese se non voglio ritrovarmi a rimpiangere ogni tagliata con rughetta e aceto balsamico della mia vita.

E devo smetterla di offrire sempre alle amiche, ormai lavorano tutte quindi è il caso che mi ricordi di non litigare più come prima quando si tratta del conto.

E basta con i regali di lusso a persone che non se li meritano.
Mio fratello sono anni che non fa un regalo a nessuno in famiglia, sempre con la scusa dei soldi, e io invece passo compleanni e feste natalizie in giro per comprare i doni all'intera famiglia, zii nonni e cugini annessi.

E soprattutto basta con questa flessibilità.
Tredicesima in ritardo di 20 giorni e io non vado a batter cassa per il mio maledetto orgoglio.
Stasera, ultimo giorno prima delle ferie, non schiodo dall'ufficio finchè non mollano il malloppo, giuro!

E poi si che avrò finalmente ri-livellato il conto mensile.

Bene, ora si parte per una giornata intensa, lavoro-parrucchiere-lavatrici-lavoro-litigio per la tredicesima-fare i bagagli-dormire e poi domani.....


partire per una splendida settimana in Calabria, fuori dal mondo, davanti ad un camino e alle pendici di una montagna di 1700metri tutta innevata.

Ragazzi, vi auguro di rilassarvi, divertirvi e iniziare il nuovo anno con lo spirito giusto, con l'ottimismo e la voglia di cambiare, sempre in meglio, e di non fermarsi mai!
Vi abbraccio tutti, in un calderone di trombette, stelle filanti e fuochi d'artificio!

Buon anno babies!!!
Giorgia.

giovedì 29 dicembre 2011

Puttane e Fisco

Non so come fili la vostra quotidianità, ma da me ormai non si parla che di tasse.
Come se la situazione politico-economica del paese, di cui fino a ieri non fregava un cavolo a nessun italiano, d''improvviso sia entrata nella vita dei miei concittadini tenendo il filo di ogni preoccupazione ed interesse.

Così mi sono finalmente decisa ad informarmi un po' meglio su come "regolarizzare" un po' la situazione "secondo lavoro" per evitare di trovarmi in difficoltà qualora, al posto di un cliente, ci fosse un professor Monti con la maschera.



Ieri ho acquistato le marche da bollo e stampato in bianco le ricevute per prestazioni occasionali.

Pare che per esser definite tali, le mie prestazioni debbano esser:



"Sporadiche ed episodiche"


Decisamente lo sono, non lavoro 8 ore al giorno e non offro sempre gli stessi servizi.


"Non professionali" i soggetti iscritti in albi professionali non potranno svolgere collaborazioni occasionali aventi ad oggetto l’attività protetta dall’albo



Finchè non formeranno un albo delle prostitute ci siamo anche qui.



"Minime: non potranno essere percepiti compensi eccessivamente elevati onde evitare la contestazione di altro tipo di attività.



All'incirca bisogna restare sotto i 5000 annui, sarà difficile ma possiamo quadrare in qualche modo.


"Non organizzate: la mancanza di una organizzazione, se non minima, “sostiene” l’esercizio senza professionalità ed abitualità della prestazione



Certamente non ci sono organizzazioni dietro tutto ciò, quindi anche qui siamo a cavallo.




Stampando le ricevute, ovviamente s'è posto il problema della descrizione del servizio reso.
In effetti ogni volta che offro la mia compagnia, non manca mai un bel massaggio, di conseguenza ho pensato che quello potrebbe benissimo esser l'oggetto della ricevuta. Non potrei propormi come insegnante d'inglese se poi in effetti una lezione non avviene, mi sembra ovvio.

Ho già usato in passato queste ricevute e, per quanto dicano che non si paghi l'iva, in realtà una volta accorpati i guadagni con quelli di uno stipendio fisso, le tasse arrivano, e anche belle salate.
Quest anno a luglio mi hanno salassata per quasi mille euro di tasse per qualche ricevutina, quindi forse dovrei semplicemente rivolgermi ad un commercialista per capire se in effetti non vi siano altri regimi meno complicati e costosi sotto i quali rimanere tranquilli in fatto di tasse senza dover però tirar fuori il sangue dalle vene.

Del resto, siamo franchi, se si da tutte se stesse per questo lavoro, alla fin fine è per guadagnarci sopra, non per puro senso d'umanità verso chi ha bisogno di sesso, no?

sabato 24 dicembre 2011

Clienti...natalizi!

Ho scoperto qualcosa che ha dell'inverosimile.

Ricevuta una telefonata da un mio cliente della lista degli abituali, scopro che è più di un mese, a suo dire, che quando mi chiama l'operatore gli dice che ho il telefono spento.
La cosa che più mi ha contrariata è il fatto che a me non sia mai arrivato il classico messaggino che mi informava della sua telefonata.

Insomma, ho preso coraggio e ho fatto un bel giro di telefonate per sentirmi dire da una serie di voci stupite che era accaduto anche a loro.

E, come prassi impone, ho recuperato un po' degli appuntamenti persi proprio a ridosso della vigilia di natale, impegnando anima e corpo in una corsa contro il tempo prima che molti di loro spiccassero il volo per località esotiche con bagagli e famiglie al seguito.

Così, almeno per questa settimana prenatalizia, il mio secondo lavoro mi ha ricompensata con tantissimi regali, una marea di complimenti e un'inaspettato ritrovato interesse di tutti per la mia compagnia.

Oggi, in extremis, ho visto anche quel cliente con cui l'ultima volta c'era stato l'incidente poco carino col mio posteriore.
Pur seguendo i preziosi consigli di Carla e delle altre "colleghe", anche questa volta c'è stato qualche intoppo.
Dentro di me è cresciuto un senso di terrore ed inadeguatezza, sfociato, alla fine in un rossore alle guance che il mio cliente non ha potuto che notare subito.

"Cosa ti succede tesoro? Sei triste?"
"Forse dovrei smettere di dare il mio lato B, forse non ci vedremo più - gli ho spiegato - "Ho fatto di tutto, lavande e controlli prima di venire, ma l'incidente s'è ripetuto ancora e io non voglio crearti imbarazzo o frenare le tue fantasie proprio in quei momenti!"

Lui mi ha sorriso e mi ha accarezzato i capelli.
"Quello che mi piace di te è il desiderio che mi fai salire ogni volta che ti vedo o quando aspetto che arrivi, mi fai impazzire e mi piace da morire il tuo sedere. Se questo incidente accade è perchè sei una persona normale e non un robot, e ti assicuro che io non mi faccio problemi, amo passare del tempo con te e non ci rinuncerò certo perchè tu ti vergogni un po'!"

Mi è sempre piaciuto il suo carattere autoritario, è molto sicuro di sè, anche se a volte questo può incutere un po' di timore in chi non lo conosce.

Così sono andata via felice, col mio extra-regalo natalizio e con tanta voglia di ricominciare a lavorare ai ritmi di un mese fa, senza dimenticare che il destino ci mette sempre lo zampino e che, appena infilatami in macchina, alla radio davano la colonna sonora del telefilm "Diario di una squillo per bene".

Ed ora sono qui, a casa di mia madre, col profumo delle patate al forno e dei dolciumi natalizi.
Ho ritagliato uno spazietto di tempo per augurare ai miei splendidi nuovi amici virtuali uno splendido Natale, per chi da ancora valore a questa ricorrenza, e comunque un magnifico weekend di festa a tutti voi che con i vostri commenti e i vostri splendidi blog mi tenete compagnia e mi aiutate anche nei miei dubbi più strambi!

Un abbraccio forte forte natalini miei!!

And...a Sexy Xmas to you all!!

venerdì 23 dicembre 2011

Turn off my mind

Ricordo quando eravamo piccoli, col mio fratellino, unici di 13 cugini rimasti a Roma con la famiglia, mentre gli altri nostri coetanei son tutti emigrati negli States a cercare una vita migliore.
Ho sempre avuto pochi parenti intorno, una famiglia molto moderna, senza legami forti o tradizionali, qualche telefonata ogni tanto, qualche cena di Natale e a volte, ma solo per punizione, i compiti si facevano con mia nonna, un mancato generale della vecchia guardia che ci teneva a bacchetta sotto il suo controllo.

Mamma ha sempre lavorato otto ore al giorno, ammazzandosi per portare noi bambini il pomeriggio in piscina o a calcio.
Mio papà girava il mondo per lavoro e quando era a casa non si capiva bene se stesse male con la schiena per via dell'inattività o per evitare le uscite di famiglia.

Mamma ce la metteva tutta per non farci sentire troppo diversi, l'affetto non c'è mai mancato, papà ce ne dava a modo suo, ma la più ganza di tutte era la sorella di papà.
Mia zia non ha mai avuto figli, ho scoperto da più grande che non ne aveva potuti avere.
Era la tipica zia che vorrebbero tutti, molto alternativa, quasi Gipsy. Amava trascinare me e mio fratello in avventure esplorative per le campagne e i boschi, ci portava a cavallo, ci faceva conoscere sempre posti nuovi.
Saltare sulle balle di fieno d'estate e andare in montagna a vedere i cervi, prendere un treno e partire lontano per due giorni, lasciando mamma e papà alla loro intimità.

Abbiamo conosciuto città italiane che sembravano lontanissime, ci portava a Modena e Urbino, ci faceva esplorare Roma alla ricerca di posti sconosciuti.
Eravamo sempre noi: due fratellini, mia zia e il suo cane, una meticcetta di taglia media che è vissuta 19 anni, praticamente un'altra cugina.

Poi, quando avevo circa 13 anni, ho notato uno stravolgimento nel carattere di mia Zia.
Da briosa giovane folle alla ricerca di nuove avventure, rapidamente s'è trasformata in una donnina Zen, tutta meditazione ed equilibrio.
Movimenti lenti, sorrisi dolci, giornate passate dentro casa a cucinare enormi pranzi per parenti e infiniti amici col nuovo compagno.

Ho sempre invidiato la sua forza di volontà, il suo essere solare e aperta ad ogni nuova conoscenza.
Mi stupiva come riuscisse a cavare un'amicizia persino dal pescivendolo del mercato che barava sempre sul peso della bilancia poggiandoci i gomiti.

Da piccola mi han sempre detto tutti che somigliavo a mia zia in modo impressionante.
Due gocce d'acqua, da bambina era uguale a me.
Non è che zia fosse una fotomodella, e non è che ora sia una di quelle cinquantenni che sembrano uscite sempre da un trattamento di bellezza.
Ma c'è sempre stato nel suo sorriso qualcosa di forte e contagioso, qualcosa che regalava a chiunque la conoscesse il dono di saper sorridere di nuovo a sua volta.

Ho passato ventitrè anni a correre.
Frenetica come nessun altro, faccio il doppio delle cose nella metà del tempo.
"Flash Gordon", "una scheggia", "Click pazzo", quanti nomignoli mi affibbiavano a casa e a scuola.
Le amiche poi hanno sempre ammirato il mio modo un po' folle di affrontare le situazioni.
A volte spericolata ma sempre bravissima nell'evitare i cattivi risvolti.
Cavare un ragno dal buco è l'arte segreta che molti mi invidiano.
E di certo l'inattività non è mai stata il punto forte di una che soffriva di iperattività e che a volte sfociava nel bipolarismo più puro, alternando momenti di folli corse al successo, ad altri di tremenda depressione da domande esistenziali.
Ho subito deplorevoli sconfitte che mi hanno rafforzata, ho ottenuto vittorie impensabili solo grazie alla mia testa dura.



E ora credo che finalmente siamo arrivati in uno di quei momenti della vita in cui un pochino ci si rilassa.
Non ho nulla in mano di definitivo.
Non ho comprato una casa, non ho un matrimonio o un figlio, non ho un lavoro da manager in una grande multinazionale e non mi sono laureata.

Eppure, per la prima volta in vita mia, mi sento "tranquilla".
Ho la mia casetta in affitto dove, pare, non mi butterano fuori dall'oggi al domani.
Ho le mie splendide amicizie che non spariranno per una qualsiasi stupidaggine.
Ho un fidanzato splendido che non mi fa piangere la notte.
Ho i miei soldini e, quando sono pochi, trovo sempre il modo per rimediare.
E poi ho il mio lavoro. Fisso. Indeterminato. Un posto con gente triste che odia la propria vita. Un posto dove io risalto e spicco per le miei qualità che sono apprezzate e, si lo ammetto, invidiate.
Un posto dove da giorni i fornitori mi fanno recapitare regali di natale, pensierini, messaggi d'auguri.
Un posto dove mi sento di poter dare sempre il meglio di me.

E così, come mia Zia ha fatto a 50 anni, forse è accaduto anche a me di "rilassarmi" e trovare un equilibrio. Imparare d'improvviso ad apprezzare questa situazione in cui non devo per forza correre per evitare di esser sbranata dal lupo.

Ma forse, e dico forse, non ho razionalizzato per tempo la situazione e mi son ritrovata d'improvviso di fronte ad amici e parenti preoccupati, persone che mi chiamano per chiedermi come sto, quando una volta ero io che tenevo le fila dei miei rapporti sociali.
Ieri la mia migliore amica, a pranzo, mi ha inchiodata ad una sedia per capire cosa succedesse. Era preoccupata, dice, di vedermi così fiacca. "Non è che sei depressa?"
Il mio ragazzo ieri sera ha messo sù una filippica.
"Ti sei stancata di me? Ti annoi? Hai conosciuto un altro?"
E mia madre al telefono continuava a ripetere che mi sente sempre poco entusiasta, che rispondo ogni giorno la stessa cosa "Tutto bene, non ci sono novità".

Non so, forse presto mi mancherà il brivido e l'emozione dei rompicapo quotidiani. Forse sentirò presto la necessità di re-infilarmi in qualche casino e di doverlo poi risolvere.

Ma per ora sono semplicemente felice, contenta di ciò che ho ottenuto, tranquilla nella mia vita normale, senza troppi fronzoli ma con tante soddisfazioni.

Ma la domanda che mi fanno tutti continua a balenarmi nel cervello...
Forse mi sto spegnendo troppo?

giovedì 22 dicembre 2011

Inseguimenti



Quando fai la squillo, per definizione, devi sempre esser in perfetto orario sul tuo appuntamento.
Io generalmente arrivo in zona un pochino prima con la macchina, poi mi parcheggio a un chilometro dal punto dell'incontro, magari lontana dal traffico, per controllare che non mi abbia seguita nessuno (se sono così paranoica è colpa delle brutte esperienze!).
Dopo pochi minuti mi avvicino, parcheggio per benino e mi avvio al mio appuntamento.

Ieri sono uscita come al solito all'una in punto per la pausa pranzo.
Infilata in macchina ho rapidamente calcolato la strada più breve per evitare quella abituale che da qualche giorno è chiusa per lavori.

Ho trovato il panico generale.
Di solito gli automobilisti romani sono abbastanza svelti, mentre i rimbambiti si scatenano nel weekend prendendo la macchina con gran terrore dei concittadini, e congestionando il traffico con la convinzione che le corsie siano state disegnate solo per estro artistico e non per esser rispettate, i semafori verdi, "oh mio dio!" potrebbero esser arancioni da un secondo all'altro, "meglio fermarsi comunque" e considerando le quattro ruote solo un modo per stare al caldo mentre si osservano le vetrine a passo d'uomo.

Ieri ho dovuto rispolverare la mia abilità di ex-motociclista per riuscire a infilarmi ovunque con la mia mini-macchina e arrivare con un bel quarto d'ora di ritardo al mio appuntamento.
Tutto di corsa, quando odio gli inflessibili orari di lavoro.
Poi mi tocca sempre fuggire via alle prese con un'altra buona ora di traffico per tornare in ufficio.

Ma mentre il mio cliente si riveste e si prepara a salutarmi, scorgo un messaggio sul cellulare: "So che sei in zona flaminio, perchè quando hai finito non vieni e ci prendiamo un caffè?"

Il mittente è quel commerciante che voleva iniziarmi all'arte del baratto.
Un non-cliente, uno che non ho mai visto, uno che non ha nemmeno idea di che macchina io abbia.

So che in un modo o nell'altro i miei clienti son tutti collegati tra loro, anche molto alla lontana. Ma il fatto che conoscano i miei spostamenti, o peggio ancora che possano seguirmi, mi inquieta non poco.

Ho cercato di non pensarci, ma la mia paranoia è superiore ad ogni possibile razioncinio.
Mi disturba non avere il totale controllo della mia privacy, persino quando si tratta delle mie più strette amicizie amo lasciarle all'oscuro di certe parti della mia vita.

Al messaggio non ho risposto, devo chiamarlo assolutamente, spiegargli che oltre a non apprezzare l'arte del baratto, non amo nemmeno che mi si controlli in alcun modo.

Voglio dire, ma perchè la gente ha questo amore per la persecuzione?
Mi hai chiesto un accordo, non l'abbiamo trovato, passa oltre, no?
Cancellami, ce ne sono tante in giro!
Che vuol dire che ora mi devi incontrare per forza?

Uffa, non so proprio perchè, ma le situazioni strane proprio tutte a me!!??

martedì 20 dicembre 2011

Martire del sesso



Ahahahah, ma che meraviglia, non pensavo di poter trovare tanto affetto e soprattutto tanta apprensione per la mia assenza prolungatissima del blog!!
Ma vi adoro davvero!!!
L'invidia è brutta, si, davvero, lo potrei incidere sulla mia pelle se non avessi il terrore per i tatuaggi.
La cosa più snervante è che mantenere un'apparenza di calma e autocontrollo a lavoro ora sembra davvero un'impresa titanica.
C'è un labile confine tra la finzione e la realtà e purtroppo devo mettermi il cuore in pace e imparare a ricordarmi sempre e comunque che ogni singolo muscolo del mio corpo, durante le otto ore di lavoro, deve esser concentrato nello sforzo di non lasciare mai una fessura aperta alle pugnalate alle spalle che si nascondono dietro ogni angolo.

Per quanto riguarda i clienti, invece, il periodo è stato quasi morto fino a ieri, quando ho lasciato il cellulare spento tutto il giorno (mea culpa) e ho poi trovato due telefonate per ogni singolo mio cliente.
Il Natale porta con sè le ferie, e forse i signorini non sono più tanto impegnati con gli stracavolacci loro e si son ricordati di me!
La cosa splendida (e sono più che sarcastica nel definirla tale) è che nell'ultimo mese e mezzo, oltre a non chiamarmi, ognuno di loro ha avuto la geniale idea di dare il mio numero a qualche amico senza verificare però di aver riportato tutte le mie "condizioni" in modo corretto.

Memorabile è stato il caso di un certo commerciante di abbigliamento.
Mi ha chiamata dicendo che il numero glielo aveva dato E. (e dentro di me balenava l'idea di rispondere "Allora è vivo!") e che era assolutamente interessato a vedermi.
Mi ha tartassata di messaggi per combinare, così l'ho chiamato spiegandogli i miei orari e quant'altro e poi gli ho chiesto, molto delicatamente, se E. gli avessi spiegato come funzionava con il "regalino".

Sapete cosa si è permesso di rispondermi?
Che lui, per una questione psicologica, non ama queste cose così venali e quindi mi avrebbe concesso fondo illimitato d'acquisto al suo negozio d'abbigliamento.

Ahahahahahahhahah!!!

Mi sono proiettata d'improvviso in una realtà parallela in cui io sedevo all'angolo di una strada con un cartello che diceva "Vittima della crisi economica, offro sesso in cambio di vestiti."

L'ho ringraziato, gli ho assicurato che farò un salto, un giorno, nel suo negozio e che farò pubblicità alle amiche, ma che certo io non lavoro in questo modo.

Mi dispiace che i clienti siano in difficoltà economica, e mi rendo conto che il periodo è nero per tutti, ma io non sono una martire del sesso, visto che già faccio la mia buona parte nella vita di ogni giorno.

E mi sono sentita un tantinello offesa da questa proposta, così come mi ha offesa l'assenza di telefonate da parte dei clienti abituali, almeno per sentire come stessi.

Ma sono felice perchè so che il valore di una persona è quello che ella stessa impone al mondo, e io non sono mai scesa a patti con i miei principi, quindi posso ritenermi orgogliosa di ogni singola battaglia vinta e di ogni successo riscosso!

lunedì 19 dicembre 2011

Ritorno alla realtà

Ho passato settimane stranissime...
Tutto è iniziato con una brutta influenza, di quelle con la febbre alta, dolori alle ossa e vertigini continue.
Non ne avevo da anni così!

Sono accaduti una serie di eventi che forse il destino mi ha obbligata a vivere, eventi di ordinaria e straordinaria follia che mi hanno portata lontana quasi miglia dal mio così detto "secondo lavoro", dovendomi concentrare sui problemi che si sono imposti prepotentemente nella mia quotidianità.
Così la quasi assenza di cliente non l'ho quasi patita, con la testa che cercava di metter a posto il puzzle della soluzione.

E' pieno di persone strane, questo mondo; abitato da individui irrazionali che mettono a dura prova le nostre sicurezze e tutti quei pilastri di certezze che hanno formato il nostro carattere.
Capita che ti comporti nel modo più corretto possibile, con la massima professionalità, e d'improvviso qualcuno che soffre gravi invidie nei tuoi confronti stravolge ogni tua visione regalandoti giornate d'inferno grazie ad un suo ben architettato piano per screditarti.
E' così riesce ad insinuare in chiunque conti qualcosa, il dubbio insistente che tu sia poco onesta, e sta a te e alla tua maturità riuscire a risolvere questi dubbi con la massima cautela, camminando sulle uova e fortificando il tuo castello di credibilità e fiducia che ti eri costruita con tanta fatica.

Bisogna esser forti in ogni situazione, ma ancor più forti quando si è oggetto di invidia.

Ho sempre rispettato le leggi e le regole, alla lettera, studiandomele a mena dito per evitare di sbagliare.
E stavolta me la sono scampata così, grazie al mio perfetto allineamento alle leggi.
Ma chi quelle leggi non le conosce perchè convinto di vivere nella completa anarchia, cerca a tutti i costi di trovare una falla e di incastrarti, ti perseguita, apre ogni singola porta del passato per trovare quella macchia che possa finalmente far crollare il castello.

E' difficile, lo ammetto, mantenere la calma e la freddezza quando qualcuno s'è messo in testa di distruggerti, di farti fuori.
Non sono il tipo che molla di fronte ai problemi, ma accanimenti del genere non ne avevo mai incontrati e probabilmente sono stata solo fortunata nel riuscire a gestire e risolvere col massimo tatto una questione così delicata e quasi pericolosa.

Ora dovrò rimettere insieme le mie forze, raccogliere i pezzi del muro di cinta del castello e ritornare a vivere senza farmi prendere dal terrore di un nuovo attacco più radicale.

Ma l'invidia è dura a morire e, anzi, dopo una sconfitta diventa ancor più forte.
Ed esser oggetto di invidia può essere davvero estenuante.
Quindi fate il tifo per me e regalatemi un pensiero di incoraggiamento, perchè io ho tutta l'intenzione di andare oltre e dare un bel calcio nel di dietro ai sabotatori della mia perfetta e splendida vita!

Un abbraccio a tutti!