giovedì 3 novembre 2011

Amore



Leggo spesso blog a destra e sinistra e, anche se spesso non commento, ne ricavo fin troppi spunti di riflessione.
Così accorgendomi di quante dolci e fantastiche donne siano alle prese con cocenti delusioni amorose mi rendo conto ogni giorno di più di quanto sia fortunata ad avere il mio splendido tesoro.

Stamani mi sono svegliata con il suo braccio che mi cingeva un fianco mentre l'altra mano mi accarezzava dolcemente i capelli.
La sensazione di calore e dolcezza che mi ha regalato è qualcosa che a parole non riuscirei mai a spiegare, ma che mi accompagna ancora dopo ore che, a malincuore, l'ho dovuto lasciare andare a lavoro.

Lo amo davvero, amo il suo esser fermo e irremovibile sui proprio principi ed esser sempre disposto a piegarsi ai miei piccoli bisogni.

Come ad Halloween quando siamo usciti a cena con gli amici e mi ha supportata nel mio infantile tentativo di far mettere a dieci trentenni una mascherina sugli occhi e andar in giro mascherati.

Come ieri che c'era il compleanno di una mia amica, una cenetta informale per pochi intimi al ristorante cinese.
Cucina cinese + uscita infrasettimanale costituivano l'accoppiata perfetta perchè LUI mi dicesse di no.
E invece s'è piegato a provare per la prima volta nella sua vita un pollo alle mandorle e a far tardi anche se stamani alle 6 era pronto per andare al lavoro.

E ha scherzato e riso con i miei amici, e mi ha riempita di coccole al risveglio, mi ha accarezzato il pancino dolorante e sussurrato dolci parole nelle orecchie.

E poco fa, quando è venuto a prendere il caffè in pausa pranzo, mi ha ripetuto come ogni giorno quanto mi ami.

Lo so, faccio schifo. Sono zuccherosa da portare chiunque al diabete.

Ma questa sono io con Lui.

Una "me" così innamorata da non capirci più nulla e da amare tutto il mondo come fosse illuminato di una luce diversa mai vista prima.

3 commenti:

Chiara di Notte - Klára ha detto...

Se dicessi che essere innamorate appaga come un buon tiramisu' per chi impazzisce per i dolci, sarei banale. E mentre non essere innamorate e' una condizione di neutralita', in cui si puo' benissimo non aver voglia di mangiar niente, essere non amate quando lo siamo, invece, e' amaro come il fiele.
Ma queste sono cose che tutti sanno. Non dico niente di nuovo. Anche se a volte sembra che ci si debba continuamente ricordare di quanto il tiramisu' e' buono, quasi dovessimo scordarcene.
Ma a volte mi chiedo: in una condizione in cui non e' possibile avere un sentimento reciproco, cosa sarebbe meno amaro? Amare e non essere ricambiata o essere amata senza ricambiare?
Si' lo so, la condizione ideale (il tiramisu') e' tutt'altra cosa, e' quello che tu hai descritto, ma poniamo il caso che dovessimo scegliere. Facciamolo per gioco.
Io credo che se non lo inseguiamo spasmodicamente, l'amore, prima o poi ci sara' chi ci fara' davvero assaggiare il tiramisu'. E conviene stare a dieta piuttosto che mangiare ogni fiele sperando di trasformarlo in tiramisu'.
Se dico questo, qualcuno si offende o mi giudica fredda e insensibile?
Buona giornata. :-)

Sweet G. ha detto...

Non solo nessuno si offende ma credo tu abbia espresso al meglio qualcosa che 3/4 delle donne si ripete continuamente: meglio sole che male accompagnate!

Sai, ho lasciato tante volte perchè fin troppo onesta con me e il partner ho capito se non ero innamorata era inutile trascinare una relazione per le lunghe.
E quanto ho sofferto ogni volta che ho lasciato!
Quando però è arrivato il mio turno, sono sincera, ho sofferto molto meno.
Ero convinta fosse tutto perfetto, finchè non ho capito di aver vissuto un sogno non corrisposto.
Sono stata lasciata e mi son resa conto che bisogna rialzarsi, che ci sono vecchi adagi che dovremmo sempre ricordarci perchè è proprio vero che quando riusciamo a chiudere una porta dolorosa si apre sempre un portone!

Speriamo che chi quella porta sta cercando di chiuderla trovi la forza e il coraggio di non tornare sui suoi passi :)
Xo.

Chiara di Notte - Klára ha detto...

meglio sole che male accompagnate!

Secondo me non e' una questione di essere meglio o peggio accompagnate. E' una questione di capire dove stia il limite della sofferenza e quanto si sia disposte a "pagare" in termini di sofferenza per avere un sentimento contraccambiato. C'e', chi come me, per avere l'amore di qualcuno non e' disposta a pagare niente, proprio niente, neppure una lacrimuccia, perche' crede che l'amore non debba essere pagato in termini di sofferenza. Poi c'e' chi, invece, e' disposta a soffrire all'infinito. A dare tutto. A svuotarsi completamente fino al compatimento che sfiora il ridicolo.
Bisognerebbe capire che il vero problema non e' la persona che si ama e non ci ricambia. Il vero problema siamo noi. Noi che consideriamo la sofferenza un sacrificio necessario, quasi dovuto, da immolare sull'altare del nostro immenso sentimento. E nel trasformarci in martiri pretendiamo che la gente ci comprenda.
Io non sono disposta a comprendere chi si lamenta perche', per il fatto di fumarsi 60 sigarette al giorno, si ammala di cancro.
L'amore puo' essere sano oppure malato. Come ogni cosa a questo mondo. Se non si ha la capacita' di vedere il "confine", allora ben venga chi, con una secchiata d'acqua gelata, ci riporta alla realta'.
E tante volte, quelli preposti a tirarci quella "secchiata", i globuli bianchi del nostro "sistema emozionale", sono proprio quegli stronzi che s'incontrano lungo il nostro cammino che, con i loro comportamenti ci fanno soffrire.
Sono come dei vaccini.
Io ho sempre ringraziato, poi, queste persone perche' e' grazie a loro che ho imparato a districarmi nella vita, e non certo grazie a chi avrebbe voluto curarmi con dei pannicelli caldi.
Sono diversa da molte donne che conosci? Sono rigida? Teutonica? Menefreghista? Fatalista?
Non lo so. Giudica tu. :-)