giovedì 13 ottobre 2011

World Wide Web

Nata in una famiglia di informatici e programmatori, fin da piccina ho vissuto una vita immersa nella tecnologia, fatta di "comodità" che davo per scontato e che erano entrate a far parte della mia routine.

Il televisore ha smesso di esser interessante quando avevo 13 anni ed è stato sostituito dalla banda larga, dai blog, dalla tv in streaming e dai programmi americani visti in diretta online alle 2 di notte per non perdermi l'ultima puntata del mio serial preferito.

Il mondo che mi circondava fuori di casa era avvezzo alla critica nei confronti della rete, al giudizio negativo e poco consapevole sulla blogsfera e sulle chat, che invece io frequentavo fin da piccina.

Per quanto i miei genitori siano sempre stati supervisori attenti della mia attività online, quello che ha maggiormente istillato in me sempre forte curiosità, era la fame di conoscenza, di informazione.

La rete, del resto, ha sopperito a molte delle lacune create dal discutibile percorso scolastico che mi ha accompagnata fino ai 15 anni quando, finalmente, sono riuscita ad entrare in un liceo degno di questo nome ricevendo insegnamenti da professori seri e davvero bravi.

Sono stata fortunata, al liceo, grazie al cielo indirizzata verso quella specifica sezione di quella specifica scuola.
E non possono non ammettere di aver passato 5 anni da incubo, tra ore di studio fino a notte fonda, forti ansie da prestazione (o da interrogazione) e incubi notturni sui compiti in classe.

La competizione nella mia classe è sempre stata molto forte.
Del resto in primo liceo eravamo in 31, tutte belle alunne femmine, tutte agguerrite e convinte di primeggiare.
In quinto siamo arrivate in 13, come un popolo sterminato dalla fame, la metà di noi era stato stroncato dalle bocciature.

E ripensando alla tecnologia che ha sempre invaso quasi monopolizzandola, la mia vita, era al liceo che soffrivo di più la totale assenza di uno spirito tecnologico nelle mie amiche.
L'idea che molte di loro non avevano nemmeno una connessione internet a casa mi scioccava, e la consapevolezza di non potermi fare una sessione di studio in video conferenza con le mie colleghe mi atterriva.
Mi chiedevo come e quando avrebbero preso coscienza che la vita non è solo fatta di studio ma che "arrangiarsi" e approfittare di ogni mezzo per semplificarsi la vita non è certo un reato.

Grazie al cielo poi è arrivato Facebook e, come per magia nel 2008, quando ormai il liceo era finito da più di un anno, le mie ex compagne di classe hanno acquistato un cavo, un modem, un abbonamento e sono tutte comparse in rete, quasi a dimostrare la teoria che finito il liceo si cambi davvero vita.

Talmente si cambia vita che all'università ho affrontato fin da subito il discorso "tecnologico" con i compagni e con qualcuno del primo anno abbiamo creato un forum del nostro corso.
Scambiandoci appunti e dispense, aiutandoci a vicenda, organizzando delle sessioni di videoconferenza e imponendole anche ai professori, abbiamo dato una bella svolta al modo di affrontare il mondo accademico.
Soprattutto visto che molti, come me, lavoravano già full time e non potevano certo seguire le lezioni!




Crescendo mi rendo conto come la mia elasticità mentale che aiuta l'apprendimento, si stia man mano atrofizzando.
Se non avessi studiato da sola il linguaggio html e un po' di java all'età di 14 anni, probabilmente adesso non avrei certo la capacità di mettermi a studiare da zero certe nozioni.
E vedendo il mondo che va avanti, avendo un fratello più piccolo che già lavora nel settore informatico, mi rendo conto come, nonostante gli sforzi, io rimanga sempre in dietro su molti meccanismi tecnologici che si sviluppano da un giorno all'altro e che, per molti, entrano subito a far parte del quotidiano.

Da dieci mesi, ormai, vivo da sola in un monolocale in affitto.
Niente rete telefonica vuol dire niente adsl, niente banda larga, e quindi ci si arrangia con una chiavetta internet che regala momenti di forte sconforto dovuti alla lentezza delle risposte che può regalare una rete del genere.

Lo streaming è ormai un ricordo del passato, le chat un mondo divenuto sconosciuto, le e-mail e i social network si consultano dal cellulare e quel mondo della blosfera che per tanti anni mi ha resa persino un po' celebre, l'ho abbandonato in favore di questo diario molto intimo e assolutamente anonimo che mi fa più da sfogo online che da veicolo di conoscenza.

Ed è divertente passare del tempo con il proprio fidanzato, colui che l'anno scorso non sapeva nemmeno accendere un computer, e che ora si allinea con me nel cercare di utilizzare il "giusto" questo enorme mezzo che è internet.
Inciampa ancora spesso nelle sue vecchie idee di "ricerca meccanico/telefonica" delle informazioni.
Come se la tradizione orale facesse ormai parte del proprio modo di consultare le nozioni che il mondo ha da offrire.
Ma conoscere, scoprire e curiosare sono primarie necessità per chi è nato nel mondo moderno e ha coscienza dell'immensità di notizie che ci travolge ogni giorno.

Ecco perchè ho la netta impressione che questa mia curiosità non si spegnerà mai, nemmeno se si spegnesse il World Wide Web!

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