venerdì 28 ottobre 2011

Aggressioni



Esco di casa per portare a spasso il cane.
Sono le 20 e in questo periodo dell'anno ormai è già buio.
Il mio cucciolo mette poco volentieri il guinzaglio, quindi percorro la via trafficata con lui in braccio, svolto l'angolo nella prima traversa dove solo il traffico locale fa si che qualche sporadica macchina entri nella strada per cercare parcheggio.
Metto giù il cane e mi dirigo verso il cancellone che delimita un terreno privato che il proprietario lascia aperto a chi ha i cani e vuol portarli a correre un po'.

Parcheggiata poco più avanti rispetto al cancello c'è una macchina con i fari accesi.
Non vedo la persona che la guida, ma questa vede me perchè mi "saluta" con i fari abbaglianti.
Per non risultare scortese alzo una mano e faccio un cenno di circostanza, poi con l'altra mano apro il cancello ed entro col cane nel prato, chiudendomi dietro l'accesso.

Sono stata aggredita da degli sconosciuti la bellezza di 3 volte in pochi anni e, per quanto traumatica sia tale esperienza, non ho mai smesso di uscire da sola di notte, seppur premurandomi di metter in atto qualche accorgimento necessario ad assicurarmi sempre ottime vie di fuga e qualcuno pronto ad aiutarmi.

Entrata nel parco e lasciato correre a destra e sinistra il cane, mi metto al telefono con mia mamma e mi incammino verso la parte più buia del sentiero.
Stare sotto la luce, ho scoperto, è troppo pericoloso perchè da troppo vantaggio a chi viene dal buio.
Stare al telefono di contro, però, segnala visivamente (luce dello schermo) e a voce la nostra ubicazione!

Passano pochi secondi da quando sono entrata, che la macchina di prima viene avanti e si parcheggia proprio davanti al cancello, a sbarrare l'uscita.
Il guidatore lascia le luci accese e scende.
Apre il cancello giusto lo spazio di entrare fisicamente e, senza fare un passo oltre, si piazza lì a guardarmi e sorridere verso il buio da dove arriva la mia voce.

L'unica cosa a cui ho pensato è stato che avevo ogni via di fuga sbarrata, per cui dovevo trovare un'alternativa per farlo spostare dal cancello e darmi la possibilità di fuggire.

Non volevo uscisse dal parco perchè aveva il vantaggio della macchina, così ho innanzi tutto fatto capire a mia madre, che ancora era al telefono, che ero in pericolo (ebbene si, dopo 3 aggressioni subite abbiamo un codice tutto nostro).

Poi mi sono per un attimo rimessa alla luce, in modo che l'uomo mi vedesse.
L'ho guardato.

Lui ha sorriso e io ho sorriso di risposta, invogliandolo ad entrare nel parco.

Mentre lascia finalmente libero il passaggio, avviandosi all'interno del terreno, io ritorno nella zona d'ombra e mi piazzo accanto ad una proprietà dove so che c'è un rotweiler che abbaia sempre quando passano gli uomini.

Grazie al cielo i miei calcoli erano giusti e, al buio e senza conoscere bene il parco, il soggetto cammina a passi felpati sull'erba finchè il Rotweiler non si scaglia contro la rete con l'idea di aggredirlo e lui fa uno scatto degno di una pantera per tornare indietro sui suoi passi, uscire dal cancello e dirigersi in macchina ansimando come un bambino aggredito.

Al chè acchiappo il mio cane e approfitto della sua distrazione e del passaggio libero per uscire dal cancello, buttarmi in strada e urlare al telefono (in modo che potesse sentirmi)
- che era arrivato il mio fidanzato a prendermi (cosa non vera)
- e che "Uh, guarda, che ci fa qui una volante dei carabinieri?"
(cosa vera, la fortuna ha voluto che passassero proprio in quel momento in una stradina privata, buia e con un aggressore dall'aria innocua pronto a farmi a polpette).

Tranquillizzata mia madre al telefono ho dovuto avvertire il mio ragazzo che mi venisse ad accompagnare.

Appena arrivato in soccorso, si è nascosto dietro una macchina e mi ha ordinato di svoltare l'angolo da sola "voglio vedere che fa.."

Subito l'uomo sposta la macchina a bloccare 'stavolta l'uscita dalla strada e scende dalla vettura seguendomi.
Sbuca fuori il mio ragazzo, vedo che lo segue mentre il tizio segue me.

Ad un certo punto da un portone poco lontano scende una ragazza.
Alta, mora, con i capelli lisci e vestita molto casual.
Al buio avrei detto che si trattava di una mia sorella segreta.

Sento che urla "Roberto, amore, dove vai? Dai che siamo in ritardo!"

L'uomo la guarda interdetto.

Si gira a guardare di nuovo me, con uno sguardo interrogativo.

D'improvviso capto il significato di un gioco che lui pensava di fare con la sua ragazza, senza accorgersi, al buio, che quella povera preda era un'estranea con un cane e non la compagna che aspettava.

Torna indietro verso la fidanzata, entrano in macchina e si baciano appassionatamente.

Il mio ragazzo mi raggiunge e sentenzia:
"non ci credo per niente che ti abbia scambiato per quella babbiona, e poi tu hai il cane, non gli è venuto in mente che potessi essere qualcun altro?"

Ma in fondo so che è solo colpa mia, perchè per carineria ho salutato qualcuno che mi faceva gli abbaglianti senza nemmeno conoscere l'identità del personaggio che vi si nascondeva dietro.

1 commento:

Kameo ha detto...

Sembra la trama di un romanzo giallo! Per fortuna tutto è finito bene ;-)
Ma può essere pericoloso essere carine con uno sconosciuto. A volte è meglio passare per una che se la tira ....