mercoledì 28 settembre 2011

Ciclo si, Ciclo no, Ciclo boh!



A partire dalle fastidiose facce compiaciute, passando per gli imbarazzanti incontri in sala d'attesa e culminando nelle ipocrite sentenze mistificatrici di dottori e infermieri, ogni visita ginecologica diventa un semplice ed efficace metodo per auto-infliggermi qualche ora di puro masochismo. L'unico momento in cui amo il ginecologo è quando mi chiudo in casa, assorta nelle mie fantasie, e mi proietto sul lettino a gambe aperte con un tirocinante che mi slinguazza la fica.

Sarò pazza, ma credo semplicemente che dopo tanti anni di studi, tirocinii, tesi, lauree e master, un ginecologo dovrebbe dare almeno una risposta certa alle tue domande.

Insomma, parliamoci onestamente: se devo sentirmi dire che "non possiamo esserne certi di questo", "non possiamo escludere questa evenienza" o "Può dipendere da molti fattori" e ancora "Può esser del tutto normale", allora meglio che me ne rimango a lavoro e continuo ad elucubrare sulle possibili cause del mio ciclo sopravvenuto senza alcun avviso a soli 14 giorni dall'ultimo e dopo appena 7 dal mio "incidente" del profilattico rotto.

Il mio ciclo poi rimane da anni un mistero per molti ginecologi.

Analisi di ogni genere non sono riuscite a spiegare perchè io abbia cicli che oscillano trai 35 e i 50 giorni.

Persino nei 6 lunghi anni in cui ho fatto uso di contraccettivi non avevo cicli regolari. Penso di essere l'unica al mondo.

In quel caso, la spiegazione dei sommi sacerdoti della vagina, risiedeva nel blando contenuto d'ormoni che conteneva il mio metodo anti-bimbo.

Del resto il mio fisico non è ospitale con i medicinali, figuriamoci se mi fossi bombardata di ormoni.

E così io sono in attesa dei quindici giorni minimi per il test di gravidanza, e decisa questa volta ad andare in fondo alla questione.

Nel frattempo è ricominciato il corso di Salsa Cubana.

Per quanto possa risultare piacevole frequentare un corso pur di far muovere tua mamma cinquantenne dalla sedia del suo ufficio, certi giorni mi odio per questa infelice idea. Passare due sere a settimana chiusa in una stanza chiamata "pista" con persone che escono dal lavoro e senza aver fatto alcuna doccia si buttano in mezzo agli altri muovendo ogni singolo muscolo atrofizzato e grondando sudore a fiotti, non è proprio il massimo.

Che se poi si volesse analizzare una per una le persone che son presenti in un corso, ne uscirebbe un trattato di sociologia davvero triste. Dovendo la donna passare da un uomo all'altro, rischia sempre di imbattersi in diversi tipi di maniaci.

C'è quello violento, con la mania del controllo, che ti forza le spalle fino quasi a lussarle, ti sgrida dicendoti che sei rigida e ti obbliga ad una sottomissione silenziosa davvero esasperante.

Poi c'è il timido che quando si trova una ragazza giovane tra le mani inizia a sbagliare i passi, diventa paonazzo (e suda), gli trema la voce, sorride in modo compulso e ti chiede scusa in continuazione per averti pestato il piede.

Si può incontrare il permaloso. Quello che è così concentrato sui passi da non rendersi conto che ci sei anche tu, donna, e che se volteggi in aria prima o poi cadi. Così se sbagli se la prende con te, se sbaglia lui pure. E se cerchi di sdrammatizzare con un "Tranquillo, stai andando benissimo" riesci ad accaparrarti il primo posto nella lista delle persone che lui odia perchè..."Non sto affatto andando bene, e non devi compiacermi, non sono mica un cretino!".

A volte mi diverto ad immaginare queste tristi persone fuori dalla sala da ballo. Chissà, poverini, che vita di merda li aspetta ogni giorno al risveglio, quando devono ricominciare a sorridere a persone che odiano e a socializzare tenendo nascosti i loro caratteri problematici.

Ho sempre convissuto con la convinzione che la sicurezza in sè stessi, mista ad un'ottima dose di umiltà, fosse il primo passo per ottenere successo e soddisfazione da ogni cosa.

Ma più vado avanti, più elimino il componente di modestia che mi hanno insegnato a non dimenticare, in favore del compiacimento per il mio splendido modo di affrontare la vita.

E quando ormai l'umiltà sarà uscita in modo completo dal mio carattere, allora sì, siete autorizzati a farmi fuori!

1 commento:

Chiara di Notte - Klára ha detto...

Ho sempre convissuto con la convinzione che la sicurezza in sè stessi, mista ad un'ottima dose di umiltà, fosse il primo passo per ottenere successo e soddisfazione da ogni cosa.

Ma più vado avanti, più elimino il componente di modestia che mi hanno insegnato a non dimenticare, in favore del compiacimento per il mio splendido modo di affrontare la vita.

E quando ormai l'umiltà sarà uscita in modo completo dal mio carattere, allora sì, siete autorizzati a farmi fuori!


La sicurezza abbinata al compiacimento si chiama "presunzione". Le persone che hanno questa particolare caratteristica, stanno simpatiche solo a se stesse (anche se credono di essere gradite anche agli altri).
Chi ti ha invece insegnato che e' l'umilta' il vero ingrediente che deve stare inzieme alla sicurezza, ha detto bene

Ma stai attenta: che sia vera umilta', perche' chi si compiace della sua umilta', oltre che presuntuoso sara' anche ipocrita.