venerdì 23 settembre 2011

Il momento giusto



Ieri sono andata in ospedale a farmi prescrivere la pillola del giorno dopo.
Dovevo recarmi in un ambulatorio all'interno del complesso ospedaliero, completamente dedicato alla legge 194.
Me povera ignorante, avevo pensato di esser stata spedita in un reparto dedicato a chi doveva prendere la pillola e non avrei mai immaginato di trovarmi in un sotterraneo di un antico edificio, stipata come al mercato delle carni, in mezzo ad una montagna di ragazze e donne che dovevano abortire.
Erano tutte in fila col loro numeretto colorato ad attendere un chirurgo donna che raschiasse via il loro bambino dall'utero.

Non mi trovo a mio agio in un posto dove sono ammesse sole donne, tanto meno quando si tratta di donne colme di ormoni impazziti, piene di paura, che tentato di socializzare e fare gruppo per combattere il dolore di una scelta così difficile.

Fin da subito mi ha avvicinata una ragazza.
Giovane come me, universitaria iscritta a medicina.
Figlia di una famiglia parecchio agiata, mi racconta di come abbia dovuto nascondere la sua gravidanza al ragazzo.
"E' all'antica, non capirebbe e non ammetterebbe mai un aborto!".


Mi spiega che lei più di tutte le altre, grazie anche agli studi che fa, dovrebbe sapere che si può rimanere incinta in qualsiasi momento del mese.
"Ingenuamente ho pensato che durante il ciclo fossimo totalmente sicuri"


Entrambe dobbiamo prendere una pillola.
La mia avvolgerà l'ovulo e ne impedirà la fecondazione, la sua invece ucciderà quelle coraggiose cellule che da 5 settimane tentano di diventare un bambino.

Non ho la concentrazione giusta per esser calma, le ore scorrono e io devo risolvere la questione del mio incidente.
Esser delicata con lei richiederebbe uno sforzo sovrumano, così le confesso che se mi trovassi al suo posto non so se prenderei quelle pillole.

Mi dice che per lei non è il momento giusto, vuol dare un futuro adeguato ad un figlio.
E così rifletto sul fatto che se dovesse capitarmi di dover scegliere, sicuramente metterei nella lista dei "pro" il mio lavoro stabile, la mia famiglia collaborativa e il fatto che tutto sia accaduto con un uomo che non mi lascerebbe mai da sola di fronte ad una responsabilità del genere.

Tornata in ufficio, scombussolata dall'effetto della pillola, scopro che l'Uomo è ancora in stato di forte preoccupazione.

Mi chiede se do la colpa di tutto a lui, mi dice che mi ama e che si sente impotente di fronte a tutto questo.
Mi sta accanto come nessuno lo era mai stato, senza però togliermi quel po' di fiato che mi serve a staccare il cervello.

E' tenero, dolce e rassicurante.
Lo amo davvero e sento che lui è quello giusto.
Qualsiasi cosa accada.

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